Confcommercio, Dominidiato: «no green pass per gli esercizi pubblici»
Lo chiede in una lettera inviata al presidente della Regione Lavevaz e chiede, in alternativa, l'introduzione di autoresponsabilità degli avventori
Confcommercio, Dominidiato: «no green pass per gli esercizi pubblici». Il presidente Graziano Dominidiato scrive al presidente della Regione Erik Lvevaz.
La richiesta
«A nostro avviso, persistono le condizioni per escludere l’obbligo del green pass per accedere ai Pubblici Esercizi. Ciononostante, qualora si volesse mantenere un approccio maggiormente cautelativo, è quantomeno necessario e doveroso lanciare un segnale che renda il regime attualmente in vigore più equo e sostenibile, introducendo il principio di autoresponsabilità: di fronte a un controllo delle forze dell’ordine, solo l’avventore deve rispondere dell’eventuale mancanza della certificazione verde. Come abbiamo ribadito pubblicamente in ripetute occasioni, siamo convinti che contribuire all’uscita da questa emergenza sia un dovere collettivo che ricade su ogni individuo e categoria economica, inclusa la nostra, tuttavia riteniamo sia arrivato il momento di implementare le misure di contenimento dell’emergenza verso una nuova normalità, dove ciascuno possa tornare ad esercitare le proprie rispettive funzioni e assumersi le relative responsabilità».
Le motivazioni
Motiva così la richiesta Dominidiato: «In questi due lunghi anni di emergenza pandemica, il settore dei Pubblici Esercizi non soltanto ha sopportato, come pochi altri, misure e restrizioni di contenimento dell’attività, ma ha anche responsabilmente sostenuto l’introduzione del green pass presso le proprie imprese, favorendo in tal senso la promozione della campagna vaccinale, che ha ormai raggiunto traguardi importanti.Tale ruolo, nondimeno, ha comportato per tali attività una serie di oneri aggiuntivi anche in termini di organizzazione e responsabilità, tanto più gravosi se si considera che si tratta di un comparto con una forte prevalenza di micro e piccole imprese, sottoposte, proprio in questa congiuntura, ad un aumento generalizzato dei costi che non è sostenibile aggravare ulteriormente».
Prosegue nell’analisi: «Ciò premesso, è del tutto evidente che si sta concretizzando una crescente asimmetria fra i benefici sociali legati all’adozione del green pass e gli oneri a carico delle imprese del comparto: infatti, sul versante dei controlli i costi permangono e le difficoltà aumentano – si pensi solo che da giugno ad oggi gli operatori del settore hanno dovuto prendere conoscenza di oltre 65 provvedimenti nazionali che di volta in volta modificano la regolamentazione dei flussi degli stranieri, la durata vaccini, la gestione dei guariti, la validità delle dosi booster, le varie eccezioni e via dicendo – mentre, l’azione di moral suasion che l’attuale normativa poteva sortire ha già raggiunto la massima efficacia nelle scorse settimane, incoraggiando la quasi totalità della popolazione alla vaccinazione».
(re.aostanews.it)