Confindustria VdA e Cva unite nella lotta al caro energia
L'associazione e la compagnia valdostana delle acque hanno stilato un protocollo che prevede una convenzione per le aziende associate e la volontà di creare un Consorzio energetico valdostano e delle comunità energetiche locali
Confindustria VdA e Cva uniscono le forze per dare una mano alle imprese rossonere per affrontare il caro energia.
Il tutto si concretizza in una convenzione per l’acquisto agevolato di energia per le aziende associate, ma anche in un progetto in atto per la realizzazione di un Consorzio energetico valdostano e di Comunità energetiche locali.
Situazione crollata
La mossa si è resa necessaria perché la situazione «nelle ultime due settimane è letteralmente crollata» ha spiegato il presidente di Confindustria Valle d’Aosta, Giancarlo Giachino, delineando una «fase delicata per le aziende associate».
Alla luce di una produzione industriale italiana arretrata ulteriormente del -0.3% a febbraio dopo il -0.8% di gennaio, l’associazione degli industriali ha deciso di intervenire.
«Speriamo in un intervento regionale – ha tuonato Giachino -, ma non possiamo aspettare tempi biblici, perché qualche nostro iscritto non ce la fa più, per cui ci siamo mossi con Cva. Gli imprenditori hanno bisogno di soluzioni, non di assistenzialismo».
Il protocollo
E questo ha portato a un protocollo d’intesa definito in tre punti.
Il primo passo è rappresentato da una convenzione con Cva, che consentirà agli associati di acquistare energia a prezzo di costo di approvvigionamento, senza maggiorazioni.
Il secondo punto prevede la futura costituzione di un Consorzio energetico valdostano, che farà capo a Confindustria e coinvolgerà tutte le realtà industriali.
«Comprenderà grandi e piccoli – spiegano il presidente Giancarlo Giachino e il direttore generale Marco Lorenzetti -. La forma di vendita varierà poi in base alle esigenze, ma questo permetterà di dare mandato a Cva di acquistare l’energia a buon prezzo, sfruttando le economie di scala».
L’associazione è già al lavoro.
«Abbiamo avuto un confronto col nazionale per prendere spunto dalle varie esperienze esistenti – ammette Lorenzetti -. Il funzionamento è facile, ma serviranno approfondimenti dal punto di vista giuridico e burocratico per essere strutturati».
Comunità energetiche
L’ultimo punto in divenire è la realizzazione futura di Comunità energetiche locali tra associati, che possano utilizzare impianti di energia locali o, perché no, i tetti di aziende e capannoni, per condividere l’energia prodotta, riducendo la richiesta dalla rete nazionale.
«È sicuramente il progetto più innovativo, sul quale siamo al lavoro con il Politecnico di Milano e di Torino per aggregare varie utenze sotto la produzione di impianti da fonti rinnovabili, senza andare così a caricare gli impianti di distribuzione – rivela il direttore generale di CVA, Enrico De Girolamo -. Recentemente una normativa in via di approvazione ha ampliato il raggio d’azione delle comunità, dando la possibilità di installare anche cabine da 1 GW. Noi pensiamo di utilizzare magari i tetti delle aziende, principalmente con impianti solari, magari partendo dalle Pepinières o da altri distretti industriali».
«Gestire la bolletta, non subirla»
Insomma, parla di «strumenti per gestire la bolletta e non subirla» De Girolamo, che vede un bel passo avanti dalla riproposizione di una convenzione che era già stata siglata tempo fa, anche se in altre forme.
«L’agevolazione è attiva da subito, anche se chi ha già agevolazioni, come prezzi bloccati dal 2020, andrà a esaurimento – sottolinea Enrico De Girolamo -. Noi faremo prezzi di mercato, azzerando la marginalità e mettendo a disposizione uno sportello per analizzare i vari cambiamenti».
Parlando di un «momento particolarmente critico», fatto di «prezzi inimmaginabili qualche mese fa», De Girolamo ricorda come Cva debba andare con i piedi di piombo, muovendosi «in un mercato con regole ben definite – dice -. Possiamo bloccare i prezzi, come accaduto per qualche cliente business che ora paga un quarto, ma per la convezione possiamo puntare solo su prezzi di mercato senza maggiorazione, pensando magari poi a contratti a lungo termine per determinate situazioni; serve comunque una massa critica».
Aspettando di vedere cosa nascerà dall’idea del consorzio, il direttore generale rivela altri due aspetti.
«Stiamo partendo con pratiche di autoconsumo collettivo per alcuni condomini – rivela ancora De Girolamo -. Edifici di grandi dimensioni possono installare pannelli e produrre così energia da condividere con gli altri».
Marchio Green energy guarantee
L’ultima novità riguarda il nuovo marchio Green energy guarantee.
«Certificherà l’uso di energia verde da parte dei nostri clienti – conclude De Girolamo -. Sarà un valore aggiunto nel momento in cui la sostenibilità è sempre più un atout nel mondo finanziario. E può essere un elemento distintivo anche a livello turistico».
(alessandro bianchet)