Consiglio Valle: passa all’unanimità una risoluzione per contare di più in Europa
Rilanciati la rappresentanza di un parlamentare valdostano in Europa e il ruolo da protagoniste delle Speciali nel Comitato delle Regioni
Consiglio Valle: passa all’unanimità una risoluzione per contare di più in Europa. L’assemblea regionale si appella “all’urgenza della revisione” della legge riguardante “l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia, nell’ottica di garantire una rappresentanza effettiva a tutti i territori regionali, ed eventualmente a procedere con la formulazione di una proposta di legge di iniziativa regionale”. Cita anche la necessità di riformare il Comitato delle Regioni, nell’ottica di renderlo non più un mero organo consultivo, ma un’autentica Camera di rappresentanza dei territori federati e regionali, compresi quelli speciali, dotato di potere di indirizzo, di iniziativa legislativa e di controllo.
La risoluzione era stata sottoscritta dal presidente del Consiglio Alberto Bertin, dai consiglieri della prima commissione consiliare “Istituzioni e Autonomia” e dal capogruppo di Pour l’Autonomie Marco Carrel.
Il dibattito
Per il capogruppo di Alliance Valdôtaine – VdA Unie, Albert Chatrian «la risoluzione va nella direzione di iniziare a dare applicazione i principi fondanti del federalismo: la partecipazione delle collettività alla formazione delle decisioni che le riguardano e il principio di sussidiarietà. Siamo lontani dall’idea di un’Europa delle Regioni o di un’Europa dei Popoli, a cui spesso ci riferiamo come autonomisti, ma proprio per questo condividiamo la necessità di fare un passo avanti proponendo le nostre istanze, rimarcando politicamente la nostra presenza, esprimendo la volontà del Consiglio di Valle di essere più protagonista, più informato sulle politiche europee».
Per il consigliere di Stella Alpina Pierluigi Marquis, «mai come oggi c’è la consapevolezza dell’importanza dell’Europa e di una visione sovranazionale. Gli anni della pandemia ci hanno portati ad affrontare delle sfide cui non eravamo abituati, cui si è aggiunta la guerra. Nelle sfide future bisognerà applicare il principio della solidarietà europea per affrontare le conseguenze sociali ed economiche di questo periodo: senza una coesione sociale nuova non si potrà affermare una piena democrazia europea. L’Europa va rivista sotto il profilo istituzionale: sono maturi i tempi per cui la leadership della Commissione sia più democratica, il ruolo del Parlamento europeo rafforzato, le articolazioni subnazionali valorizzate. Ci deve essere uno spazio per le Regioni a Statuto speciale: noi viviamo una situazione di oggettiva difficoltà perché non abbiamo un rappresentante al Parlamento europeo visti i nostri numeri».
Il vicecapogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi, ha osservato che «pur condividendo i principi della risoluzione, è necessario essere realisti rispetto allo stato dell’Unione Europea: un Leviatano che vive in un dedalo burocratico fatto di contraddizioni. A livello europeo si attaccano i sovranisti ma poi vediamo che ogni Stato ragiona e agisce sulla base del proprio interesse. L’azione della comunità europea è lenta e inefficace: lo abbiamo visto bene con la pandemia. Abbiamo una guerra alle porte e il vero esercito dell’Europa è quello statunitense, la Nato. L’Unione Europea sta sottovalutando i due pericoli che arrivano dal Sud e dall’Est del mondo: l’Africa è stata lasciata nelle mani della Cina che controlla le materie prime e le componenti essenziali necessarie alla tanto declamata transizione ecologica. In tutto questo le Regioni sono schiacciate tra le istituzioni europee e quelle nazionali. Bisogna cercare di “fare cartello” con le altre Regioni per modificare i rapporti sia con gli Stati che con l’Ue».
Il capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, ha chiarito che «la tanto proclamata fratellanza europea non si è mai realizzata. Abbiamo visto come nei momenti di crisi, come ad esempio la pandemia, ogni Stato si è chiuso su se stesso, con buona pace di chi propugna l’ideale europeo di mutuo soccorso tra Stati. Mai come in questo momento la sinistra ha scoperto l’amore per i confini ed ha cominciato a parlare di sovranismo alimentare ed energetico. Il mondo globale e interconnesso, così come è stato magnificato fino ad ora, è crollato di fronte ad un conflitto bellico. L’Europa si è impegnata a parlare di pace dimenticando però la questione della Catalogna e quella della Corsica che in questo momento è particolarmente esplosiva. Se si prosegue di questo passo non sarà lo spirito dell’Europa dell’aiuto tra Stati a prevalere ma la prevaricazione dei Paesi più forti a danno di quelli più deboli».
Per il capogruppo di Federalisti Progressisti – Partito Democratico, Paolo Cretier, «le nostre caratteristiche di zona di montagna, sia sotto l’aspetto orografico sia per la forte pendenza sia per i piccoli numeri, penalizzano l’economia locale: proprio questi fattori devono avere maggiore peso in Europa oltre che un riconoscimento. Lo scarso peso numerico deve essere compensato, mettendo in piedi azioni sostenute da tutto l’Arco alpino. Importante poi garantire una rappresentanza effettiva a tutti i territori regionali, che conti realmente e che possa incidere. Apprezziamo che questa risoluzione sia stata condivisa da tutti, pur con accenti diversi sul tema, ma con un obiettivo comune nel processo propositivo e decisionale».
Per il consigliere Renzo Testolin (Uv): «c’è la volontà da parte dell’Ue di mettere in condizione le Regioni di valorizzare i loro particolarismi all’interno del contesto europeo e dobbiamo in questo senso lavorare per conquistarci questa opportunità. Le situazioni “macro” che portano a decisioni unitarie dell’UE possono vedere coinvolte anche le piccole regioni come la nostra. In questo senso è auspicabile una rappresentanza delle autonomie speciali, anche se non diretta, nelle sedi amministrative deputate. La Macro regione Alpina, a cui partecipiamo attivamente, può svolgere un ruolo centrale e di raccordo per le nostre istanze. Bisogna dare il giusto peso e la giusta dignità a Regioni come la nostra».
Il consigliere Corrado Jordan (AV-VdAU) ha sottolineato: «L’Ue si rafforzerà solo se cambierà, se riuscirà ad accrescere la sua capacità di ascoltare e interpretare la volontà dei territori. E questo si può fare anche mettendo finalmente gli enti locali e regionali al centro del rinnovamento democratico europeo. Dobbiamo disporre di più mezzi e più poteri per portare le richieste dei nostri cittadini a livelli istituzionali più elevati con sempre maggiore efficienza. Solo se le istituzioni di Bruxelles presteranno maggiore attenzione alle Regioni, agli enti locali e alle loro proposte, sarà possibile concretizzare questo principio di sussidiarietà, spesso evocato in modo astratto, su cui si basa l’Europa».
La consigliera Nicoletta Spelgatti (Lega VdA) si è chiesta: «Cosa abbiamo fatto fino ad oggi per contare in Europa? Abbiamo un ufficio a Bruxelles che è completamente vuoto in cui, all’epoca della mia visita, lavorava una persona affiancata da uno stagista. Le altre Regioni hanno figure molto importanti come i portatori di interesse: dirigenti di alto profilo che gestiscono i rapporti con gli organi europei raccordandosi con le proprie amministrazioni regionali. La Valle d’Aosta non ha mai operato in questo senso. Dovremmo cercare di avere più potere in Europa utilizzando gli strumenti che abbiamo già a disposizione e che purtroppo non stiamo valorizzando».
Assessore Caveri
L’Assessore agli affari europei, Luciano Caveri, a nome del Governo regionale, ha sostenuto che «se nel 2021, agli esordi della Conferenza sul futuro dell’Europa, il lungo processo di integrazione si era interrotto, oggi l’aggressione violenta di Putin nei confronti dell’Ucraina ha cambiato la situazione. L’Ue ha saputo fare fronte comune: c’è stata una vera e propria riaggregazione, che rende l’Europa più consapevole e matura. Ma c’è stato anche un altro aspetto: la situazione ha smascherato europeisti e anti-europeisti e nel caso italiano è servito anche a vedere chi tra le forze politiche aveva giocato con il fuoco con simpatie nei confronti di Putin. Con il lavoro presentato oggi, che scaturisce nella risoluzione, noi poniamo con estrema serietà il tema della specialità all’interno delle Regioni europee. La rete fissa di democrazia locale funziona e afferma una presenza viva di territori, anche se il percorso del regionalismo europeo non si è compiuto come volevamo».
Per proseguire: «Il Comitato delle Regioni ha oggi un ruolo consultivo, sarebbe quindi importante se diventasse realmente una seconda Camera europea. Ma bisogna anche fare in modo che nel processo discendente di formazione della legge europea regionale i nostri uffici si facciano sempre portavoce della necessità di poter portare quei correttivi rispetto alla particolarità dell’elenco di materie che ci sono proprie e che sono fissate nell’articolo 2 dello Statuto speciale. Bisogna superare una certa pigrizia. Oggi, la cartina di tornasole è la questione dell’idroelettrico: mai come ora le società idroelettriche hanno sfidato il Governo Draghi invitandolo a guardare cos’ha fatto l’Europa, la Francia ha allungato di 40 anni le concessioni. Oggi non si possono chiedere degli interventi rapidi ad aziende che hanno un valore strategico nell’energia rinnovabile del futuro: questo è un tema rispetto al quale le Regioni autonome possano incidere perché sono risorse essenziali per le popolazioni alpine».
Altri interventi
Il consigliere Simone Perron (Lega VdA) ha dichiarato: «Voteremo la risoluzione ma ribadiamo la nostra visione come partito: riformare il nostro Stato nazionale in senso federale per difendere le politiche nazionali in ambito europeo come fanno tutte le altre nazioni. Non abbiamo intenzione di spostare il baricentro delle politiche nazionali a Bruxelles, oggetto di importanti influenze lobbistiche, posizioni ideologiche e spesso staccata dai cittadini. Crediamo che una visione utopistica che bypassa gli stati nazionali per dar spazio all’autonomia regionale, per quanto bella si sia già rivelata irrealizzabile, come dimostrato dal caso della Catalogna nel 2017.»
Il vicepresidente del Consiglio, Paolo Sammaritani (Lega VdA), si è augurato che «l’Europa delle Regioni si concretizzi almeno “con” le Regioni e non “sopra” le Regioni: il ruolo sovranazionale che ha l’Ue è incoerente con il ruolo delle Regioni con competenze legislative di un certo rilievo, con competenze amministrative significative, ma che non riescono ad accedere a livelli di autonomia importanti. Fondamentale quindi guardarci in casa, ossia in Italia: il tema cui dobbiamo riferirci è quello della legislazione nazionale, è nel rapporto Regione-Stato che si possono capire e far capire le criticità che vivono i territori per poi essere portati a livello europeo.»
Per Augusto Rollandin (PlA) «dobbiamo guardare alle Regioni che sono più avanti nel percorso di condivisione per la creazione delle norme sia in campo nazionale che europeo. La questione della gestione delle acque, per la quale abbiamo continue notizie negative, nella nostra Regione è un esempio emblematico delle nostre difficoltà di intervenire in ambito legislativo. Che senso ha essere una Regione a Statuto speciale se poi bisogna andare a pietire interventi a Roma o a Bruxelles?».
La capogruppo di Progetto Civico Progressista, Erika Guichardaz, ha evidenziato come «la Valle d’Aosta ha natura transfrontaliera che può essere valorizzata lavorando con più forza e progettualità comune con le Regioni confinanti e le altre Regioni alpine. I giovani che abbiamo incontrato hanno una visione dell’Europa molto diversa dalla nostra, perché sono già nati in un’Europa diversa, più unita e solidale. Occorre rafforzare, diventando protagonisti della gestione, ad esempio alla rete per l’interazione tra aree montane e zone di pianura. Sarebbe indispensabile riportare questo tema all’interno del Consiglio con maggiore forza perché sappiamo l’importanza che ha l’Europa nella vita della nostra regione».
Il Consigliere Mauro Baccega (GM) ha infine evidenziato: «Dobbiamo ripartire dalla fitta rete di democrazia locale già esistente. In questa fase, influenzata dalla guerra in Ucraina, bisogna intervenire per salvaguardare il futuro delle famiglie e delle imprese e una migliore organizzazione delle nostre strutture interne in ambito europeo è fondamentale per avere risposte certe e immediate. La nostra Regione, che non ha un rappresentante in Europa può contare sulla solidarietà che altre forze possono dare ma dobbiamo spingere sulla creazione dell’Europa delle Regioni e fare in modo che la Valle d’Aosta possa avere un suo rappresentante».
(re.aostanews.it)