Siccità: la Valle ha sete, siamo a un passo dall’emergenza
Lo stock idrico nivale è dimezzato e si sta già consumando. Occorre ridurre i consumi e ottimizzare l'uso dell'acqua, per esempio, per i Consorzi irrigui
Siccità: la Valle ha sete, siamo a un passo dall’emergenza.
La carenza idrica è quasi emergenza.
Lo stock idrico nivale (Snow Water Equivalent), cioè il livelo di acqua nella neve che determina la portata dei corsi d’acqua durante l’estate, è dimezzato.
Lo ha spiegato l’esperto dell’Arpa Valle d’Aosta Edoardo Cremonese nell’intervista pubblicata lunedì 9 maggio su Gazzetta Matin.
Siccità: lo stock idrico si sta già consumando
Edoardo Cremonese, Arpa Valle d’Aosta
«Siamo a metà della quota media di 900-1000 milioni di metri cubi – spiega l’esperto di Arpa Valle d’Aosta Edoardo Cremonese -.
E ahinoi è già iniziata la fusione, ovvero quello stock si sta già consumando.
Oggi, ai primi di maggio, si sta verificando ciò che normalmente si verifica tra fine giugno e inizio luglio».
Il livello dello stock nivale era molto basso già un paio di mesi fa, ma di norma i valori massimi si misurano verso fine aprile poiché può capitare che nevicate tardive e abbondanti permettano un significativo recupero.
Non è successo, la carenza di precipitazioni e l’aumento delle temperature non hanno giocato a favore. E lo stock si è assottigliato ancora.
La grande sete: inverno caldo e secco
L’acqua alimenta i torrenti e scende a Valle fino al mese di agosto, quando poi subentra lo scioglimento dei ghiacciai.
Il guaio è che si è trattato dell’inverno più caldo e secco degli ultimi 50 anni, con il 20% in meno di precipitazioni.
Siccità: una falsa normalità
«Con ogni probabilità, nelle prossime settimane e nella prima parte giugno non ci accorgeremo della grave carenza idrica – spiega Cremonese.
Lo scioglimento della neve contribuirà a una buona portata dei torrenti, un po’ come se per le prossime 4/8 settimane il rubinetto restasse costantemente aperto.
La questione è che lo stock idrico nivale è dimezzato.
Idealmente potrebbe succedere che di qui alle prossimi 6/8 settimane si verifichino piogge robuste ma si potrebbe verificare anche il fatto che, in alcune vallate, l’esaurimento dello stock neve venga compensato dallo scioglimento dei ghiacciai.
Siccità: il rischio è di un’estate molto complicata
I torrenti sarebbero ovviamente ben alimentati e la carenza idrica tamponata, ma quei ghiacciai sarebbero persi per sempre.
L’invito è quindi a non farsi ingannare dal fatto che rispetto a un mese fa i torrenti sembrano ricchi.
Il rischio di un’estate molto complicata non è remoto.
Protezione Civile e CVA sono in fase di pre allerta.
Siccità: unica strada è ridurre i consumi
Per evitare scenari catastrofici tra qualche mese è fondamentale adottare al più presto strategie per la riduzione dei consumi.
«Se evitassimo sprechi, potremmo scongiurare un luglio e agosto di totale emergenza – spiega l’esperto dell’Arpa.
Accorgimenti nella vita di tutti i giorni, dalla corretta irrigazione del giardino, al pieno carico di lavatrice e lavastoviglie, dalla doccia al lavarsi i denti senza lasciar scorrere l’acqua.
L’attenzione alla risorsa idrica non fa culturalmente parte del nostro dna, proprio perchè è sempre stata scarsa percepita come abbondante, addirittura illimitata.
In California, ad esempio, in questo periodo è applicato un regolamento statale che impone di irrigare i giardini una sola volta a settimana visto la penuria di precipitazioni».
La grande sete e il comparto agricolo
«Purtroppo non si è mai in alcun modo lavorato sulle regole di distribuzione dell’acqua ai Consorzi irrigui – spiega Cremonese.
In situazioni come quella che ci apprestiamo a vivere, servirebbe sganciarsi dai vincoli di regolamenti e leggi vecchissime e guardare alla situazione di emergenza.
Penso alla revisione delle turnazioni, ma penso anche alle girandole in funzione durante le scorse giornate di pioggia decisa oppure all’utilizzo dell’acqua durante le ore centrali della giornata.
Bisognerebbe anche accettare l’idea di ridurre i prelievi, ragionamento sul quale si sta confrontando tutta la governance europea».
La grande sete: previsioni stagionali
La carenza idrica è quasi emergenza.
Emergenza che potrebbe essere salvata solo da significative precipitazioni.
C’è la possibilità di affidarsi a previsioni o studi attendibili?
«Abbiamo un sistema di valutazione delle variabili che pochi anni – ammette Cremonese – frutto degli investimenti negli ultimi 20 anni.
Questo ci permette di attuare adeguamenti e correzioni, individuando ad esempio i Comuni più a rischio, ma anche la possibile allerta per gli incendi o la criticità di approvvigionamento degli acquedotti.
Abbiamo dati precisi, costantemente aggiornati. Questo è un grande vantaggio.
Quanto alle previsioni stagionali, difficile rispondere.
Semplificando, diciamo che se 50 modelli di vari centri europei dicono che pioverà moltissimo, con ogni probabilità questo si verificherà. Difficilmente, se i modelli sono molto variabili, fare previsioni sulla stagione è impossibile
In questo momento non c’è omogeneità nei modelli che ipotizzano le precipitazioni; c’è invece per ciò che attiene alle temperature.
E la previsione è di temperature più calde.
Se farà più caldo con giornate di pioggia, rallenteremo la carenza idrica, nel caso di temperature più alte e assenza di precipitazioni sarà emergenza piena».
Nella foto in alto, la Dora in località Croix Noire, ad Aosta.
(cinzia timpano)