Caro energia: chiusure alla Cogne Acciai Speciali almeno fino al 5 settembre
Stamattina la comunicazione ai sindacati. L'azienda vuole però ripartire a tutti i costi e ha fissato la riattivazione dei settori interessati alle 14 di lunedì 5 settembre. Rimangono in cassa integrazione straordinaria 188 dipendenti
Caro energia, si prolunga almeno fino al 5 settembre la chiusura del reparto acciaieria della Cogne Acciai Speciali.
Questo quanto comunicato in mattinata ai sindacati di categoria, dopo che in un primo momento si era ipotizzata la ripresa dell’attività già nella giornata di domani, giovedì 1° settembre.
Il caso
La Cogne Acciai Speciali, infatti, ha atteso invano l’arrivo di un decreto ministeriale per calmierare i costi di gas ed energia elettrica, decidendo di portare avanti la chiusura per limitare i danni portati dagli aumenti monstre di questi giorni.
Ricordiamo che il tutto era cominciato nella giornata di giovedì 25 agosto, quando l’azienda aveva deciso di sospendere la produzione di acciaieria, gestione materie prime e laboratorio chimico.
La proroga
Ora, nell’incontro con i sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm, la comunicazione della decisione di prolungare la cassa integrazione straordinaria di 188 dipendenti sui 1190 totali.
In particolare, acciaieria, fonderia e aria a caldo rimarranno ferme fino a lunedì 5 settembre alle 14.
Per quanto riguarda l’area forgiati, invece, il reparto tbb (treno di laminazione) chiuderà questo pomeriggio, per ripartire martedì 6.
La fucina si fermerà oggi, per riaprire alla produzione lunedì 5 settembre alle 14.
I sindacati
I sindacati non nascondono la preoccupazione, ma evidenziano anche lo spirito della Cogne Acciai Speciali.
«Siamo un po’ preoccupati, inutile nasconderlo – sottolinea il segretario della Fim Cisl, Fausto Renna -, ma apprezziamo anche la volontà dell’azienda di ripartire a qualunque costo».
Certo, le variabili in gioco sono molteplici.
«Bisognerà valutare come cambierà la situazione legata ai costi del gas – conferma Renna -, purtroppo si naviga sempre a vista. Sicuramente, però, apprezziamo il fatto che l’azienda non si voglia sedere e, anzi, anche per non pregiudicare i rapporti con i clienti, voglia ripartire per tenere fede ai tantissimi ordini».
L’azienda
«Abbiamo fatto valutazioni approfondite e abbiamo valutato l’impossibilità di ripartire in queste condizioni – spiega il direttore delle Risorse umane, Ilaria Fadda -, purtroppo è anti-economico andare avanti con questi costi».
Dal Governo, poi, non sono arrivati segnali.
«L’atteso decreto per limitare i costi dell’energia non è arrivato, per cui abbiamo deciso che fosse impossibile portare avanti la produzione – conclude Fadda -. Il 5 e 6 settembre ripartiremo, costi quel che costi, a meno che proprio non ci siano eventi di natura ancor più straordinaria».
(alessandro bianchet)