Chiesa valdostana, il vescovo Lovignana: «Non bisogna avere paura delle unità parrocchiali»
Lo ha sottolineato il vescovo Franco Lovignana, parlando della riorganizzazione e degli accorpamenti, presentando la lettera pastorale
Chiesa valdostana, il vescovo Lovignana: «Non bisogna avere paura delle unità parrocchiali». Lo ha sottolineato il vescovo Franco Lovignana presentando, alla vigilia del patrono San Grato, la lettera pastorale ispirata al dialogo e alle unità parrocchiali. Il processo di accorpamento iniziato un anno fa, che ha portato all’individuazione di cinque zone, sarà presentato alle parrocchie nel corso di incontri sul territorio organizzati a partire dal mese di ottobre. Le 93 parrocchie verranno accorpate in 32 unità parrocchiali.
Le zone
La zona 1 comprende 19 parrocchie e si trasformerà in 6 unità parrocchiali, coinvolgendo la Valdigne e i comuni dell’Unité Grand-Paradis.
La zona 2 abbraccia 21 parrocchie della cintura e Unité Grand-Combin e ricomprende anche la parrocchia di sant’Anselmo, al quartiere Dora e le parrocchie della collina di Aosta. Sono previste 7 unità parrocchiali.
La zona 3 riguarda le sette parrocchie della città (sant’Orso, Porossan, Cattedrale, Saint-Etienne, Immacolata e Saint-Martin, oltre sant’Anselmo) e prevede 4 unità parrocchiali.
La zona 4 riguarda la cintura di Aosta e i comuni dell’Unité Mont-Cervin, comprendendo 23 parrocchie per 7 unità parrocchiali.
Infine, la zona 5 che raggruppa 25 parrocchie della bassa Valle per 8 costituende unità parrocchiali.
La nuova organizzazione sarà ufficializzata per la Pasqua del 2023.
Ripartenza
«Non bisogna avere paura della riorganizzazione delle parrocchie perché ciò che stiamo facendo – ha spiegato Lovignana – non è per mortificare qualcuno, non vogliamo spegnere nessuna realtà, ma, al contrario, vogliamo unire le forze per vivere».
Ed ha proseguito: «Cerchiamo di ripartire mettendo insieme le forze per rispondere ai compiti fondamentali verso i fedeli sul territorio». Per farlo «perché non si può essere cristiani da soli» il vescovo pensa alla costruzione di una rete «per sostenerci gli uni con gli altri».
Parlando degli incontri dice «non chiediamo altro se non di prendere a cuore la propria comunità, anche solo essendo presenti». Chiama a raccolta chi ha tempo dadedicare«affinché sostenga il parroco» e guarda a nuovi ministeri, citando quelli dell’accoglienza, della consolazione e della gestione per gli aspetti economici e burocratici.
Percorso sinodale
Per il binario dedicato al percorso sinodale Lovignana segue la Conferenza episcopale che ha indicato quattro cantieri. La lettera si intitola i Cantieri di Betania ed è ispirata al Vangelo di Luca che racconta l’accoglienza in casa di Marta e Maria di Gesù in viaggio.
La curia si pone quali obiettivi: capire il grado di coinvolgimento nella vita comunitaria; verificare le strutture «affinché non siano eccessive rispetto ai bisogni»; ascoltare «quei mondi che non interloquiscono con la chiesa e cogliere i loro bisogni» ha precisato Lovignana; tornare a dialogare con le istituzioni e le associazioni del territorio «per ricreare l’interesse reciproco». A questo scopo il vescovo Lovignana incontrerà i sindaci l’11 ottobre prossimo in curia.
(da.ch.)