Bando rigenerazione urbana, Manes: «Valle d’Aosta e Nord Italia ancora una volta esclusi»
I 300 milioni di euro sono andati a Campania, Marche, Puglia, Calabria e Sicilia; per Manes è necessario cambiare gli indicatori per l'aggiudicazione
Bando rigenerazione urbana, Manes: «Valle d’Aosta e Nord Italia ancora una volta esclusi». Il neo deputato valdostano Franco Manes si dice «Deluso ma non stupito. E’ necessario cambiare i criteri di scelta dei progetti che si basano sull’Indice di vulnerabilità sociale e materiale». I 300 milioni di euro sono andati a Campania, Marche, Puglia, Calabria e Sicilia.
L’analisi
L’analisi arriva all’indomani della pubblicazione da parte del ministero degli Interni della graduatoria dei progetti finanziati dal bando Rigenerazione urbana.
«Il bando – per quanto riguarda la linea di finanziamento relativa ai Comuni italiani con meno di 15.000 abitanti, eventualmente anche candidati in forma associata – ‘lascia indietro’ gli enti del centro-nord, premiando unicamente quelli del sud» commenta.
La parte del leone l’hanno fatta Campania, Marche, Puglia, Calabria e Sicilia, uniche regioni che potranno disporre dei 300 milioni messi a disposizione dal bando.
Prosegue il deputato valdostano: «Come già specificato poche ore fa dal presidente nazionale Uncem Marco Bussone, era già successo per il bando dedicato alle grandi città. Il problema sono gli indicatori. Le risorse in tema di rigenerazione urbana vengono assegnate in base a diversi criteri, che mirano a stabilire quali sono i territori dove è più urgente intervenire. Tra questi c’è l’Indice di vulnerabilità sociale e materiale, scritto e definito da Istat. Un indicatore complesso con parametri che favoriscono alcune aree rispetto ad altre del paese. L’Ivsm divide in due il Paese escludendo i nostri comuni di montagna. La graduatoria appena pubblicata ne è esempio concreto. La stessa Valle d’Aosta è rimasta completamente esclusa, dei 10 progetti presentati dalle nostre comunità Montane nessuno è stato approvato».
Cambio degli indicatori
Conclude: «E’ una vergogna se si pensa che proprio la montagna, con i suoi piccoli comuni, vive da oramai troppi anni il problema del continuo spopolamento. Queste risorse, destinate alla riduzione della marginalizzazione, al degrado sociale, al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale sono dovute anche a tutte le terre alte. Auspico di portare, con la collaborazione di Uncem, Anci e Celva, in parlamento la tematica in questione al fine di poter cambiare i criteri di scelta dei progetti che si basano sull’Indice di vulnerabilità sociale e materiale, anche attraverso supporti politici trasversali».
(re.aostanews.it)