Valle d’Aosta, Lavevaz: «Nessuna crisi, la maggioranza c’è»; piovono critiche dall’opposizione
Il consigliere Carrel (PlA): «Perché non se ne parla in Consiglio?»; Aggravi (Lega): «Se va tutto bene, come mai bisogna cambiare assessori e deleghe in corsa?»
Di «crisi» il presidente della Regione Erik Lavevaz non ne vuole sentir parlare, ma secondo i gruppi di minoranza in Consiglio Valle di problemi in maggioranza ce ne sono eccome. L’apertura dei lavori dell’assise regionale di mercoledì 2 novembre si è trasformata in un dibattito politico sugli assetti dell’Esecutivo regionale.
In particolare, durante il dibattito, il consigliere Marco Carrel (PlA) ha evidenziato come «abbiamo una crisi di Palazzo di cui a Palazzo però non si parla. Il Governo regionale prende contatti con il Governo nazionale senza sapere cosa accadrà a giorni. E’ un argomento delicato, serve un percorso chiaro con tempi definiti. Credo sia un brutto spettacolo quello di questa mattina. Stiamo facendo finta che nulla sia successo, ma in realtà qualcosa sta succedendo».
Secondo le indiscrezioni – mai smentite -, dopo l’archiviazione dell’inchiesta Egomnia sui rapporti tra ‘ndrangheta e politica il consigliere unionista Renzo Testolin (che risultava indagato) si appresta a prendere il posto di Lavevaz alla guida della Giunta (è stato il politico dell’Uv più votato nel 2020). Da definire poi anche le dinamiche tra gli assessori, in quanto è ancora vacante il posto lasciato da Chiara Minelli.
Ma soluzione allo stallo è stato ancora una volta rinviato.
Critico Stefano Aggravi (Lega), il quale ha chiesto: «Ma se va tutto bene, perché fuori (da Palazzo ndr) c’è tutto questo? Perché bisogna cambiare in corsa deleghe e persone? Evidentemente ci deve essere qualcosa che non funziona. Lei presidente parla di provvedimenti e interventi, ma questi potevano anche arrivare prima». Anche Andrea Manfrin (Lega) si è chiesto «come mai il presidente Lavevaz se ne deve andare e si devono cambiare gli assessori? Ce lo dica, altrimenti taccia come fa sempre».
Sulla stessa lunghezza d’onda la consigliera Minelli (Pcp), che nel suo intervento ha evidenziato come all’interno della maggioranza «c’è qualcosa di grosso che non va, anche se il presidente ci dice che non c’è una “crisi”».
Le comunicazioni di Lavevaz
Nelle sue comunicazioni all’aula, Lavevaz, però, non aveva fatto cenni di nessun tipo all’argomento. Il capo dell’Esecutivo regionale si era infatti limitato ad annunciare «l’apertura dei contatti tra il Governo regionale e il nuovo Governo centrale, appena insediato. Nei giorni scorsi ho scritto tanto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri quanto ai Ministeri che più direttamente hanno in carico temi urgenti per la Valle d’Aosta».
Subito sulle barricate i consiglieri Andrea Manfrin (Lega), Aggravi (Lega), Erika Guichardaz (Pcp) e Carrel (PlA), che hanno chiesto conto delle dinamiche della Giunta.
Il presidente della Regione ha quindi replicato: «Come fatto quando è nato il Governo Draghi, ho scritto ai Ministeri ponendo i temi per noi importanti, augurato buon lavoro e chiesto incontro». Riguardo alle trattative per risolvere lo stallo relativo agli assessorati, poi, Lavevaz ha aggiunto: «C’è una discussione aperta tra i movimenti. Ma in questo Consiglio Valle i fatti sono chiari. Oggi abbiamo quattro leggi all’ordine del giorno e negli ultimi mesi abbiamo approvato norme e misure importanti per far fronte a questo momento difficile. Questi sono i fatti, la maggioranza c’è e lavora».
Il dibattito si è quindi concluso con una riunione di minoranza richiesta da Aggravi.
Centrodestra unito: «Situazione inaccettabile»
A stretto giro, però, il centrodestra unito ha diffuso un comunicato criticando «l’ennesimo rinvio» per la «ricomposizione della risicata maggioranza che continuerà a essere ostaggio del malpancisti di turno». Secondo la segretaria regionale della Lega Marialice Boldi, il coordinatore regionale di FdI Alberto Zucchi, quella di FI Emily Rini, quello di Italia Centro Orlando Navarra e il segretario regionale dell’UdC Piero Vicquery, la situazione «è surreale».
Si tratta infatti di «uno stallo che, peraltro, non nasce da discussioni sui programmi o sulle priorità della Regione, ma dalla necessità di soddisfare la fame di poltrone di aspiranti presidenti e assessori dell’attuale maggioranza. In altre parole, ci troviamo con un partito, l’Union Valdôtaine, che nonostante alle ultime elezioni regionali abbia raccolto soltanto il 15,80% dei voti, si comporta come se in Consiglio regionale avesse la maggioranza assoluta, disponendo di qualsiasi circostanza a proprio uso e consumo. Una situazione inaccettabile».
(f.d.)