Banca d’Italia: ripresa nel 2022, ma ora la Valle d’Aosta prova a resistere
Presentato l'aggiornamento congiunturale dell'economia rossonera: dopo gli ottimi primi otto mesi dell'anno, le nubi si addensano all'orizzonte e gli imprenditori mettono da parte liquidità
Una Valle d’Aosta che prova a resistere, dopo una prima parte di 2022 di grande ripresa, stimolata da turismo, costruzioni ed export. Il tutto con grande incertezza per il 2023 alla luce delle tante incognite legate a caro energia, reperimento delle materie prime e conflitto russo-ucraino. Questo il succo dell’aggiornamento congiunturale dell’economia della Valle d’Aosta presentato mercoledì mattina da Banca d’Italia.
Il responsabile di Banca d’Italia Aosta
Parla di un settore imprenditoriale che «non vuole chinare la testa» il responsabile della filiale di Aosta di Banca d’Italia, Simone D’Inverno, nel tirare le fila di un rapporto che mostra una situazione «troppo complessa», ma con «buoni presupposti» per una Valle che arriva da un periodo caratterizzato da una stagione turistica positiva e anche «allungata» dal meteo.
Simone D’Inverno riavvolge un nastro che parla di un’inflazione che «è tornata a mordere», portando un carrello della spesa «mai così caro dal 1984».
Alle difficoltà ormai note come «caro energia, reperimento di materiali e manodopera» e un momento generale «critico», le buone nuove arrivano «dal turismo» e da una ripresa nel 2022 che si scontra ora «con una fase difficile», dalla quale si potrebbe uscire grazie ai fondi del Pnrr (oltre mille euro pro capite in Valle), e nella quale si nota un aspetto importante.
Fase di resistenza
Per Simone D’Inverno, infatti, si assiste a una «fase di resistenza delle imprese, che cercano in tutti i modi di resistere alle ondate impetuose», facendo fronte all’aumento dell’inflazione, cercando di incidere il meno possibile «sui prezzi al consumo», ma anche chiudendo i boccaporti.
La cosa è dimostrata dal «dato sui depositi – continua D’Inverno -, le imprese mettono da parte liquidità per far fronte alla situazione attuale, sperando in un domani migliore e cercando di trattenere la clientela».
Il tutto, cercando di trovare nuove soluzioni, come dimostra, secondo il responsabile di Bankitalia, «l’approdo dello snowfarming anche nella nostra Regione», ma anche la propensione agli investimenti per il 2023.
Le imprese
A fare il punto sullo stato di salute delle imprese è il vice capo della filiale di Aosta, Paolo Emilio Mistrulli vice capo filiale di Aosta.
Il report novembrino parla di «primi nove mesi del 2022 molto positivi, con il prosieguo della ripresa registrata nella seconda metà del 2021» spiega Mistrulli, che anticipa come il quandro di incertezza prefiguri, però, «un peggioramento nell’ultima parte dell’anno e nel 2023».
Le buone notizie emergono dalle esportazioni, aumentate «del 45.9% a giugno, rispetto al 2021», trainate dal «+71.8% del siderurgico», ma sempre a «valori correnti» spiega Mistrulli, che evidenzia come un mercato «marginale» come quello con Russia e Ucraina sia ora «azzerato».
Turismo
Sorride il turismo, che nei primi otto mesi del 2022 registra il «+75% di stranieri» su un 2021 «quasi nullo», ma rimane ancora sotto di circa un «-20% sul 2019», avvicinandosi comunque ai dati pre-pandemici.
Investimenti
Le tante incertezze, a livello aziendale, portano invece «investimenti leggermente inferiori alle previsioni – continua il vice capo di Bankitalia Aosta -, ma con attese molto positive per il 2023», in particolare nel «comparto energetico».
Costruzioni e immobiliare
Segno più per le costruzioni, che «continuano l’espansione», con le ore lavorate che toccano il «livello monstre del 2014», trainate dagli incentivi fiscali.
Cresce anche il mercato immobiliare, soprattutto per quanto concerne il residenziale (+16.8%), che sale ancora, insieme ai prezzi, dopo il boom del 2021.
A risentirne è invece il settore commerciale.
Condizioni economiche
A livello economico, aumentano le aziende che pensano di chiudere in pareggio o un utile, ma “esplode” anche la «liquidità sui depositi bancari» rivela Mistrulli, parlando di 1.7 miliardi di euro in depositi, +42% a luglio dopo il +8.6% di dicembre.
«La notizia non è troppo positiva – continua Mistrulli -. La liquidità dà un quadro dell’incertezza e della prudenza in vista di condizioni in peggioramento».
Cala, in generale, l’indebitamento per servizi (-3.4%) e costruzioni (-3.1%), mentre lievita per «manifatturiero ed energia», alla luce di «prestiti di grande importanza».
In una situazione stazionaria, è atteso però un «peggioramento della rischiosità delle imprese – conclude -, con tanti prestiti vivi che paiono in aumento del rischio».
Le famiglie
A fare le carte alle famiglie valdostane è invece Luciana Aimone Gigio, della divisione Analisi e ricerca economica della sede di Torino, che illustra un mercato del lavoro in buono stato di salute, dove aumentano gli occupati (+8.5%), la partecipazione («pesa la mancata partenza del turismo invernale 2021») e cala la disoccupazione, ora al 6.2%.
Sorride il lavoro dipendente
Sorride il lavoro dipendente, «tornato sui livelli pre-Covid», grazie alla creazione di «quasi mille posizioni lavorative dipendenti» che porta al «recupero totale del lavoro a tempo indeterminato».
«Tutte queste stabilizzazioni – ammette Aimone Gigio -, sono legate anche al problema della difficoltà di reperimento della manodopera, che porta a regolarizzare il personale attuale».
Gli ammortizzatori sociali, invece, sono in linea «con il 2019», ma un pochino più alti “grazie” alla possibilità di accesso data a «turismo ed esercizi pubblici».
Consumi
I consumi hanno continuato a crescere, anche se meno del 2021, perché le famiglie «iniziano a risentire dell’aumento dei costi energetici e dell’inflazione» spiega ancora Luciana Aimone Gigio, che evidenzia anche una «ripresa del credito per il consumo (+3.9%)», tornato anch’esso quasi ai livelli pre-pandemia, così come i mutui (+4%)».
L’aumento dei tassi, però, ha anche portato a un fenomeno particolare, come la revisione delle «scelte» e l’aumento di «nuovi mutui a tasso variabile».
Le prospettive
E il fututo quindi?
Le prospettive «sono molto incerte, ma su basi negative – ammette Luciana Aimone Gigio -. È difficile capire l’evoluzione, visti i tanti fattori in gioco. Le previsioni cambiano a seconda dei mesi».
La Valle, insomma, arriva da «un quadro positivo», ma vede l’emergere di «incertezza e difficoltà – conclude -. Rincari per materie prime ed energia spaventano, meno il ritorno della pandemia, ma soprattutto non si sa quanto tutto ciò possa durare».
Per questo «produttività e redditività delle imprese sono messe a rischio – aggiunge ancora -, con riflessi sul mercato del lavoro e sui consumi. Le imprese prevedono aumenti nominali dei fatturati, l’edilizia spera di superare le incertezze normative e il turismo attende l’avvio della stagione invernale. Insomma, si rimane su un sentiero positivo, ma con di fronte un ridimensionamento e un rallentamento rispetto alle previsioni».
(alessandro bianchet)