Lo Charaban: social, tecnologia, attualità e la comicità è servita
Lo Charaban n°52 ha debuttato ieri sera in un Teatro Giacosa esaurito e generoso di applausi e risate
Lo Charaban: social, tecnologia, attualità e la comicità è servita.
Avise, Cogne, Aosta, Gignod, Pollein, Nus, l’ostico Saint-Marcel, e poi giù a Saint-Vincent e su fino al diversissimo Ayas.
Un viaggio nei patois della Valle d’Aosta, con le loro diverse sfumature che insieme sul palco del Teatro Giacosa creano un affascinante melting pot.
Dopo due anni di pausa forzata Lo Charaban ha cambiato pelle ed è tornato in scena combinando social, tecnologia, attualità per una comicità semplice, diretta e alla portata di tutti, riportando a teatro tanti affezionati e tantissimi giovani.
Tutto esaurito non solo per la serata di debutto, ieri, mercoledì 23 novembre, ma per tutte le repliche in programma fino a domenica 27 sulle vecchie assi del Giacosa.
A introdurre l’edizione 52 il nuovo direttore, Michel Celesia, che non tradisce l’emozione per il nuovo ruolo affidatogli dalla compagnia e sveste e veste i panni di presentatore e attore con disinvoltura.
Omaggio ad Ale e Franz di Manuel Baravex e Michel Celesia
Lo spettacolo
Tre le pièce portate in scena dalla Compagnia, intervallate dagli sketch di Celesia e Manuel Baravex sulla panchina, dichiaratamente ispirata agli Ale e Franz di Zelig e, nella scena con il “terribile” cane Tyson, al trio Aldo, Giovanni e Giacomo.
La stretta attualità politica -valdostana, italiana, internazionale- e sanitaria (il Covid non poteva non lasciare traccia, anche se la Compagnia è stata brava a sfiorare un tema tanto divisivo, concentrandosi più sulle restrizioni che hanno cambiato le abitudini di vita degli italiani) è affidata al duo sulla panchina, mentre le pièce hanno messo in evidenza pregi (pochi), difetti e difficoltà di interazione ai tempi dei social e delle nuove tecnologie.
Gina
In Gina (di Paola Vuyet) lo Charaban porta in scena l’interazione tra uomo ed elettrodomestici, spinta all’esagerazione, regalando un gustoso siparietto tra Arthur/Celesia e una strepitosa Elena Martinetto, colonna portante della compagnia, in versione Alexa.
La pièce sarà riadattata e portata in scena anche sabato pomeriggio per Lo Charaban di Petchou nell’ambito dell’Enfanthéâtre e, c’è da esserne certi, patoisan o meno, i bambini risponderanno entusiasti allo spaesamento del povero Arthur e alla sottile cattiveria di Gina.
Il primo intermezzo musicale è affidato a Maura Susanna e Katia Perret che portano sul palco, oltre alle loro incredibili voci, anche due dialetti “della bassa”, dalle sonorità così diverse da quelle della plaine.
Le Generachon Tsandzon
Si torna in scena con Le Generachon Tsandzon (di Giorgio Celesia e Paola Vuyet) che mette a confronto una famiglia degli anni Settanta e quella di cinquant’anni dopo alle prese con social, influencer e rider, che la magan Blandine/Martinetto lascia cuocere nel suo brodo per fuggire in sella alla motocicletta in perfetto stile biker.
Dopo la musica dei joueurs, Frédéric Avoyer, Michel Juglair, Mattia Berger, la new entry Matteo Fonte e l’attore/musicista -figlio e nipote d’arte (di Rosanna e Mile Danna) Pierre André Avoyer– si torna in scena con l’ultima, breve, ma efficace pièce.
Euna Conta de Meliye di Pon de Përa, adattamento per il teatro di Mile Danna da un noto sceneggiato televisivo, con ritmo, risate la coinvolgente mimica di Noël/Fabrizio Jacquin, tiene svegli tutti nonostante l’ora e raccoglie forse gli applausi più calorosi della serata.
(erika david)
Euna Conta de Meliye di Pon de Përa