Aosta: l’inflazione cresce ancora, ma meno che nel resto d’Italia
Rispetto allo scorso anno i prezzi al consumo in aumento nel capoluogo del +8.6%; ma il Codacons evidenzia come la Valle d'Aosta sia ancora la regione più "fortunata"
Continua a correre l’inflazione ad Aosta, ma lo fa meno rispetto al resto d’Italia. Questi i dati emersi per il mese di novembre 2022 dall’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale.
Rispetto a ottobre, la variazione è di +0,4, mentre sale a +8,6 rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Variazioni congiunturali
In materia di aumenti, rispetto al mese di ottobre, le divisioni di spesa che hanno mostra una variazione maggiore sono Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+2,6), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,8), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,4), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,2), Altri beni e servizi (+0,2).
Risultano in diminuzione Comunicazioni (-1,3), Servizi sanitari e spese per la salute (-0,1), Trasporti (-0,1).
Rimangono invariate le voci riguardanti Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Abbigliamento e calzature, Mobili, articoli e servizi per la casa, Istruzione.
Variazioni tendenziali
Per quanto riguarda le variazioni tendenziali (rispetto a novembre 2021), le voci che registrano maggiore aumento sono Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+35,1), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+11,8), Trasporti (+6,1), Servizi ricettivi e di ristorazione (+5,3), Mobili, articoli e servizi per la casa (+3,1), Bevande alcoliche e tabacchi (+2,4), Altri beni e servizi (+2,4), Ricreazione, spettacoli e cultura (+1,5), Abbigliamento e calzature (+1,2), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,4).
In diminuzione ci sono Comunicazioni (-2,0) e Istruzione (-0,1).
Codacons: Valle d’Aosta con minor inflazione
In merito ai dati diffusi dall’Istat, un’analisi del Codacons Valle d’Aosta evidenzia, però, come nella nostra regione l’inflazione cresca meno rispetto al resto d’Italia, con un +8.7%, che la piazza all’ultimo posto in una classifica guidata dalla Sicilia (+14,3%).
L’associazione ha così diffuso la classifica, basata anche sull’impatto che questi aumenti hanno sulle famiglie.
A guidarla, come detto, la Sicilia, con +14,3% e una spesa annua maggiore di 3.462 euro.
Seguono Liguria (+13,7%; +4.139 euro), Sardegna (+13,6%; +3.616 euro), Abruzzo (+12,9%; +3.395 euro), Umbria (+12,5%; +3.670 euro), Puglia (+12,5%; +2.994 euro), Emilia Romagna (+12,4%; +4.325 euro), Toscana (+12,0%; +4.208 euro), Trentino Alto Adige (+11,8%; +4.236 euro), Italia (+11,8%; +3.625 euro), Veneto (+11,6%; +3.731 euro), Molise (+11,4%, +2.970 euro), Piemonte (+11,3%; +3.502 euro), Calabria (+11,2%; +2.686 euro), Marche (+11,2%; +3.229 euro), Lombardia (+11,2%; +3.985 euro), Campania (+11,2%, +2.686 euro), Friuli Venezia Giulia (+11,0%, +3.446 euro), Lazio (+10,9%, +3.635 euro), Basilicata (+9,1%; +2.187 euro) e Valle d’Aosta (+8,7%, +2.929 euro).
(al.bi.)