Aosta, maratona bilancio: ordine del giorno di Area Democratica porta tensione in maggioranza
Il documento, presentato da Diego Foti e Luciano Boccazzi, chiedeva al consiglio di appellarsi ai consiglieri comunali per spingere l'approvazione del referendum consultivo sulla riforma elettorale
Comincia con tensione in maggioranza la maratona del bilancio del comune di Aosta.
Al centro della questione, l’ordine del giorno presentato dai consiglieri di Area Democratica, Diego Foti e Luciano Boccazzi, che verte sulla proposta di referendum consultivo relativo alla riforma elettorale a livello regionale.
Il caso
Ma riavvogliamo il nastro.
Presentato oltre i termini consentiti dal regolamento, l’ordine del giorno è stato discusso nei giorni scorsi in una riunione di maggioranza, per poi finire all’interno di una capigruppo, che ha negato l’ammissione alla discussione in aula del documento e ha ritardato l’inizio del consiglio comunale di quasi un’ora.
L’ordine del giorno
L’ordine del giorno di Area Democratica, presentato appunto dai consiglieri Foti e Boccazzi, impegnava il consiglio comunale ad appellarsi «ai Consiglieri Regionali affinché deliberino a favore della proposta di referendum consultivo nel primo Consiglio Regionale utile, al di là dei singoli convincimenti sulla materia oggetto della consultazione, per dare una opportunità concreta ai cittadini, alle cittadine e alle forze politiche tutte di esprimersi in un processo democratico capace di coinvolgere e spiegare le ragioni dei pro e dei contro».
Sospensione
Una sospensione è poi stata richiesta anche dalla consigliera di Renaissance, Roberta Carla Balbis, «perché riteniamo che ci sia una questione politica di cui dobbiamo discutere brevemente – ha detto -. Al di là di quanto deciso insieme dobbiamo valutare alcuni aspetti».
Cabio di programma? No
Dalla sospensione ecco arrivare la contromossa della minoranza.
«Dopo la riunione di opposizione, riteniamo che sia importante portare in aula questo tipo di concetto – ha esordito Balbis -. Il tema dell’ordine del giorno contiene un fatto urgente e rilevante, ammissibile al pari di una domanda di attualità».
Per questo le minoranze ritengono che «si debba discutere in aula – ha continuato la consigliera di Renaissance -, visto che non ci risulta che i firmatari siano stati invitati a sostenere le proprie ragioni, le quali peraltro vorremmo conoscere».
Balletto sul regolamento
Da qui, ecco uno scambio di vedute sul regolamento, con presidente del Consiglio e segretario generale da una parte e Bruno Giordano, con Renato Favre, dall’altra.
«La conferenza dei capigruppo rappresenta la totalità del Consiglio, che decide democraticamente cosa votare in quel consesso – ha ribattuto Luca Tonino -. Non si tratta di una riunione avulsa dalla realtà, ma di una conferenza in cui sono rappresentati tutti i gruppi».
Secondo Tonino, «non c’è alcun motivo di urgenza – ha spiegato ancora -. La capigruppo ha deciso democraticamente come tutte le volte».
Il segretario generale, Stefano Franco, ha «confermato quanto detto dal presidente – ha sottolineato Franco – sulla competenza della conferenza dei capigruppo per l’inserimento di un’iniziativa presentata oltre i termini. La capigruppo, ai sensi dell’articolo 98 comma 3 ha valutato la non particolare gravità sopravvenuta».
Mozione d’ordine
A rimettere la palla nel campo della maggioranza ci hanno provato Bruno Giordano (Lega) e Renato Favre.
«È evidente l’aspetto politico – ha sorriso sornione Giordano -. La capigruppo non si è sentita in dovere di convocare almeno uno dei due firmatari per capire le motivazioni. Il regolamento è fatto da chi amministra, ma io credo che l’aula debba almeno ascoltare le ragioni».
Altrimenti, per Bruno Giordano «c’è un vulnus alla democrazia – ha concluso -. Avete una maggioranza solida, avete paura di un voto dell’aula? Loro decideranno se ripresentare l’iniziativa come mozione collegata al Dup, ma tanto prima o poi tutte le questioni verranno alla luce del sole».
«In quest’aula abbiamo discusso di tutto – ha fatto calare il sipario Luca Tonino -, ma esclusivamente seguendo il regolamento, un punto su cui non si può transigere. Non è previsto un dibattito su un’iniziativa non ammessa dall’aula».
(alessandro bianchet)