Giornata della Memoria: Aosta istituirà borse di studio per tesi di laurea sul tema
L'ordine del giorno redatto dalla consigliera Cecilia Lazzarotto, è stato approvato all'unanimità e sottoscritto da tutto il Consiglio
Una o più borse di studio per studenti che presentino tesi sulle tematiche del Giorno della Memoria. Va in questa direzione l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal consiglio comunale di Aosta, impegnando l’Ufficio di presidenza a incentivare, in questo modo, lo stimolo per la continua ricerca e il ricordo.
L’ordine del giorno
Redatto dalla consigliera di Pcp, Cecilia Lazzarotto, e sottoscritto da tutti i gruppi consiliari, l’ordine del giorno arriva proprio alla vigilia della Giornata della Memoria, istituita nel giorno dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei e gli italiani deportati.
Citando le parole di Liliana Segre, Lazzarotto ha rivelato come la preoccupazione «non solo sua è che man mano che passano gli anni, queste persone non possono più raccontare quanto vissuto – ha spiegato la consigliera di Pcp -. Questo fa paura».
Così, per consentire alle giovani generazioni, che non possono contare sulle testimonianze, di portare avanti questo ricordo, è necessario «fare qualcosa – ha continua Lazzarotto -. Bisogna far sì che i giovani si mettano in gioco, studino quel periodo e recuperino documenti» ancora non svelati.
Ricordato come il Comune di Aosta non lesini iniziative nelle scuole e non solo per portare avanti il ricordo, Cecilia Lazzarotto ha così impegnato la Presidenza «a capire come individuare i fondi per una o più borse di studio» da destinare a chi deciderà di «redigere una tesi di laurea» con tema centrale preso tra quelli legati «alla Giornata della Memoria», così da avere «a disposizione nuovi materiali dal punto di vista accademico e della ricerca».
Il dibattito
Accolto di buon grado l’invito, il presidente del Consiglio, Luca Tonino, ha ricordato il ruolo di Aosta, decorata con medaglia d’oro al valore militare e alla Resistenza, e ha confermato la volontà di agire.
«È centrale tenere vivo il ricordo – ha spiegato Tonino -. In questo modo proviamo a trovare una risposta efficace e originale, dando un ruolo alle giovani generazioni. L’Ufficio di Presidenza si impegna a scrivere il bando, a promuoverlo», ma lo farà coinvolgendo istituzioni, associazioni, UniVdA e Istituto Storico della Resistenza.
«Memoria radicata sul territorio»
Nel dibattito scaturito, Sarah Burgay (Pcp) ha sottolineato il legame con la città di Aosta dell’iniziativa, perché «vale la pena riportare alla memoria eventi e storie del luogo per radicare i pensieri sul territorio».
Pietro Varisella (Alliance Valdôtaine) ha evidenziato come sia doveroso «cercare di capire le ragioni che hanno portato alla dittatura nazi-fascista» e a questa «aberrante pagina della storia dell’uomo», così da non «abbassare la guardia», anche alla luce di quel 15% di persone che nel 2020 non credeva nella Shoah e che impone «riflessioni».
«Non solo ebrei»
Ha appoggiato l’ordine del giorno, ma ha messo qualche puntino sulle i il capogruppo di Renaissance, Giovanni Girardini, che ha evidenziato come lo sterminio non abbia coinvolto solamente ebrei, che «hanno un po’ monopolizzato» la narrazione, ma anche «zingari, oppositori politici, gay e portatori di handicap – ha detto -. Dispiace concentrarsi solamente sulla questione ebraica, che pur mi agita e mi sconvolge, dimenticandoci di tutti gli altri esseri umani».
Mentre Sergio Togni (Lega) ha invitato a stare «sempre con le antenne dritte, perché una cosa del genere può succedere di nuovo», l’assessora Clotilde Forcellati (Pcp) ha spiegato come l’ordine del giorno va «nel solco di fare in modo che anche i giovani possano non pensare che il cuore, in qualche modo, possa diventare “di pietra”».
Paolo Laurencet (Forza Italia) ha confermato come «questo tema unisce e non c’è parte politica», mentre Roberta Carla Balbis (Renaissance) ha ricordato come questa sia una «pagina da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria».
«Intervenire sull’educazione»
Bruno Giordano (Lega) ha ripercorso quanto vissuto da suo padre, «caricato ad Aosta» e trasferito poi a Stettino, Mauthausen e Auschwitz, «solo perché coscritto alpino cui non era stato comunicato l’armistizio», e ha messo in evidenza un punto.
Immaginando cosa volesse dire «essere in quella fila di cadaveri viaggianti», l’ex sindaco ha spiegato come la «memoria rimane tale solo se viene condivisa, non tirata fuori una volta all’anno» e ha chiesto alle istituzioni di «fare molto di più», trasmettendo ai ragazzi la «conoscenza» partendo «dalle scuole».
Fabio Protasoni (Pcp) ha ipotizzato.
«Siamo certi che non possa accadere più? – si è chiesto -. Il seme nero è presente in tutti noi e mi spaventa molto. Più la società è complessa e più ci serve la memoria e l’intervento della democrazia per non dare nuovo spazio a questo seme».
Il sindaco
A concludere, il sindaco Gianni Nuti, che ha riportato alla mente la storia del campo di concentramento di Terezin, in Repubblica Ceca, nel quale il regime, pur uccidendo centinaia di migliaia di ebrei, aveva messo in piedi un «teatrino» per far vedere come trattava bene i deportati.
Qui, radunati artisti e intellettuali e lasciato pian piano spazio alla musica, gli stessi hanno trovato «un’ancora di salvezza» nella musica stessa e nel pensare di vivere «feste e amori – ha concluso -. E finché l’uomo ha quella dimensione, c’è speranza. L’importante è vigilare sulla possibilità di coltivare il pensiero libero».
(al.bi.)