Siccità: deficit profondo per il 2023, rischio 60% di acqua in meno in estate
Pubblicata IT SNOW, la prima analisi a livello nazionale sulla risorsa idrica italiana e sulla sua evoluzione negli ultimi 12 anni
Da un lato, uno strumento innovativo e fondamentale che aiuterà a gestire i sempre più frequenti anni di siccità da un lato e che permetterà di quantificare in modo preciso lo stato dei ‘serbatoi ‘ d’acqua in quota.
Dall’altro, il dato preoccupante, confermato per l’anno 2023: i dati della ricerca It Snow mostrano un profondo deficit per l’anno in corso, con circa metà risorsa idrica nivale a scala nazionale oggi rispetto al periodo 2022/2021 -45%).
Nel bacino del Po, ad esempio, abbiamo un terzo di neve rispetto all’ultimo decennio e circa la stessa quantità rispetto all’anno scorso.
Il Po ospita la metà della risorsa idrica nivale nazionale, e qui il volume di picco della neve può essere anche pari o superiore al 60% della portata annuale.
Questo deficit di neve è l’acqua che avremo (o non avremo) in estate.
Siccità: lo studio It Snow
L’Arpa Valle d’Aosta fa sapere che nei giorni scorsi, sulla rivista scientifica Earth System Science Data, è stata pubblicata la prima analisi a livello nazionale sulla risorsa idrica nivale italiana e sulla sua evoluzione nel corso degli ultimi 12 anni, IT-SNOW.
Francesco Avanzi di Fondazione CIMA ha coordinato lo studio e spiega – si legge nella nota di Arpa Valle d’Aosta che “l’analisi è basata sull’integrazione tra dati raccolti a terra dai molteplici soggetti ed enti che si occupano di neve a livello nazionale, immagini satellitari e modelli fisici che consentono di stimare non solo la presenza di neve a terra, ma anche il suo spessore e quindi la quantità d’acqua contenuta, producendo mappe giornaliere a scala nazionale.
Per la prima volta quindi disponiamo di un’informazione, prodotta in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, che ci consenta di conoscere in tempo reale l’evoluzione di una delle risorse strategiche più importanti per il nostro Paese, in un contesto di crisi idriche sempre più frequenti indotte dalla crisi climatica”.
Un importante contributo allo sviluppo del modello deriva anche dall’esperienza maturata in Valle d’Aosta.
Siccità: il contributo della Valle d’Aosta
“La Valle d’Aosta è stata una delle palestre dove è stata sviluppata l’esperienza che ci ha portato a questo grande risultato.
Questo lavoro sulla modellazione della risorsa idrica nivale è infatti iniziato qui più di 10 anni fa. È stata una importante intuizione del gruppo di lavoro che comprende Fondazione CIMA, Arpa Valle d’Aosta, Cva e il Centro Funzionale della Regione Autonoma Valle d’Aosta e che ci ha consentito di sviluppare competenze innovative e testare metodi accurati per arrivare a quantificare nel modo più preciso possibile lo stato dei nostri serbatoi d’acqua in quota.
Questo ci ha consentito di avere a disposizione una catena di raccolta dati in campo e analisi che ci permette di avere un quadro sempre aggiornato dell’evoluzione della risorsa idrica nivale. In questo abbiamo anticipato i tempi, e ora ci troviamo ad avere uno strumento fondamentale che contribuisce a gestire i sempre più frequenti anni di siccità, come sembra purtroppo essere anche il 2023″ spiega Arpa Valle d’Aosta.
Nella foto in alto, immagine di oggi, martedì 21 febbraio, della Webcam Panomax installata al bivacco Camardella, al Rutor, a 3557 metri di quota.
(re.asotanews.it)