Confindustria VdA: cresce la fiducia delle imprese, ma «la chiusura del Bianco è un salto nel vuoto»
Nel secondo trimestre 2023 sale la fiducia delle aziende valdostane. Questo il sunto dell’indagine previsionale di Confindustria Valle d’Aosta.
L’indagine
In base alla ricerca, il saldo ottimisti-pessimisti sale a +18% per la produzione.
L’aumento è ancora più considerevole per quanto riguarda gli ordinativi (da +18% a +25%), mentre cala il ricorso alla cassa integrazione guadagni (al 2%).
Il dato relativo all’occupazione passa da +12% a +4%, un rallentamento che segnala una sorta di saturazione dell’offerta, ma che conferma una crescita, pur avendo risposto all’indagine solamente il 20% del campione.
Monte Bianco, prime influenze
Le chiusura del Traforo del Monte Bianco, in avvio dal 4 settembre, sembrano già influire invece sulle prospettive di export, che vede il saldo ridursi dal +26% a +23%.
Cala anche al 69,84% il tasso di utilizzo previsto degli impianti, che però resta abbondantemente nei valori fisiologici.
Aumentano le previsioni di investimento (ampliamenti a +43% e sostituzioni a +21%).+
La composizione del carnet ordini varia di poco, con un aumento di aziende con ordini per meno di un mese che passano da un +13% del trimestre precedente a un +31% dell’attuale.
Stabili quelle con visibilità a 1-3 mesi (da +33% a +31%), calo di quelle con visibilità oltre i tre mesi (da +53% a +37%).
Per quanto riguarda la media dei tempi di pagamento, si attesta (in peggioramento) a 63 giorni, che calano a 61 giorni per la Pubblica Amministrazione.
Infine, aumenta il numero di imprese che segnalano ritardi negli incassi, che passano da un +35% del trimestre precedente a un +55% dell’attuale.
Il presidente di Confindustria Valle d’Aosta
Parla di un clima di sostanziale «fiducia» il presidente di Confindustria Valle d’Aosta, Francesco Turcato.
«Le cose vanno meglio rispetto agli anni passati – spiega ancora Turcato -. Bisogna quindi continuare con coraggio a perseguire consolidamento e sviluppo della crescita. A pesare sulle prospettive sembrano essere soprattutto i fattori esterni. Dopo la pandemia e la guerra in Ucraina, ora il nostro territorio si prepara a un altro salto nel vuoto, quello delle chiusure del traforo del Monte Bianco per 72 mesi di qui al 2040. La nostra posizione è chiara ed è l’espressione delle richieste dei nostri associati, e l’abbiamo condivisa anche con le altre associazioni produttive con cui lavoriamo in un confronto continuo, che comprende anche la Regione».
(al.bi.)
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