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Sindacati valdostani alla mobilitazione di Milano: «Stato che non garantisce diritti basilari ha fallito»

Cgil, Cisl e Uil della Valle d'Aosta sul piede di guerra. In partenza due pullman "Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti"

Sindacati valdostani alla mobilitazione di Milano: «Stato che non garantisce diritti basilari ha fallito»
Vilma Gaillard, Jean Dondeynaz e Ramira Bizzotto

«Uno Stato che non garantisce cose basilari come istruzione, sanità, sicurezza e lavoro è uno Stato fallito». Non usano mezzi termini le costole rossonere di Cgil, Cisl e Uil, che hanno aderito in massa alla mobilitazione unitaria del sindacato “Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti”, che porterà le sigle in piazza a Milano il 13 maggio.

Dopo la prima “puntata” di Bologna, infatti, ci sarà tanta Valle d’Aosta (due pullman e svariate macchine, obbligate per l’ormai cronica carenza di mezzi di trasporto collettivi) all’appuntamento milanese all’Arco della Pace.

Le rivendicazioni

Tante le questioni sul tavolo delle sigle sindacali, che partono lancia in resta contro le politiche del Governo Meloni (ma non solo), in materia di lavoro, precariato, fiscalità e non solo.

Il tutto, però, anche con una lunga serie di proposte.

«La mobilitazione è partita già da aprile con assemblee molto partecipate sul territorio – ha spiegato il segretario della Cisl VdA, Jean Dondeynaz -. Non sono rivendicazioni fine a se stesse, ma presentiamo una lunga serie di proposte da portare nelle piazze».

Dopo Bologna e Milano, il 20 ci sarà Napoli.

«Abbiamo l’ambizione di provare a far cambiare le politiche industriali, economiche e occupazionali – ha esclamato ancora Dondeynaz -. Vogliamo tutelare i redditi a fronte dell’inflazione, vogliamo rassicurazioni sul fisco, sulla sanità e vogliamo eliminare le sacche di precariato».

Con la sempre viva attenzione sulla sicurezza sul lavoro, le sigle sindacali parlano di «risposte lontane da quelle di un paese civile – ha proseguito Jean Dondeynaz -. Abbiamo indici di produttività che stanno tornando ai livelli del 2019, ma ci vogliono politiche in grado di dare risposte».

Cgil

Vilma Giallard, segretaria della Cgil Valle d’Aosta, ha tuonato ricordando la «poca attenzione rivolta alle proposte dei sindacati» e ha evidenziato come le politiche del Governo abbiano una «distanza abissale rispetto alla tutela dei lavoratori».

Il Consiglio dei Ministri convocato il 1° maggio, con una “comparsata”, il giorno precedente, con i sindacati non è andata giù.

«Questo atteggiamento lede l’esistenza delle organizzazioni sindacali stesse – ha rintuzzato Gaillard -. Sul fisco non vediamo manovre per combattere l’evasione fiscale, non si colpiscono gli extraprofitti e le grandi ricchezze e, pur a fronte di una diminuzione del 7% del cuneo fiscale vediamo come non sia sufficiente a combattere un’inflazione galoppante».

Uil VdA

A rincarare la dose Ramira Bizzotto, segretaria della Uil VdA.

«Siamo in una crisi economica e morale – ha sentenziato -. Oltre al lavoro, bisogna mettere al centro le persone e la dignità, perché tanti sono stati messi in ginocchio».

Richiedendo un ruolo di primo piano per governare transizione ecologica, digitale ed energetica, Bizzotto ha sottolineato come tutti questi aspetti vengano messi in ghiaccio «perché si parla solo di Pnrr – ha continuato -. C’è bisogno di un reddito e di una pensione di garanzia, ci vogliono poltiche sociali e di welfare e bisogna aiutare gli studenti che non possono più studiare perché costa troppo».

E ha tuonato.

«Quando un paese non garantisce queste cose basilari, come salute, istruzione, sicurezza e lavoro è un paese fallito».

In Valle

Sottolineando come servano «salari equi, redistribuzione della ricchezza» e uno stop «ai continui attacchi a persone e lavoratori», Bizzotto ha spostato anche lo sguardo alla Valle.

«Basta con i lavoratori part-time involontari come accade nelle partecipate – ha concluso -, basta con queste precarietà e flessibilità che sono solo uno modo di sfruttamento. C’è bisogno di sanità di prossimità, ma qui abbiamo bisogno prima di tutto di un ospedale che funzioni».

Insomma, bisogna rendere appetibile il lavoro «con la ricerca di professionalità e giusto compenso – ha aggiunto -. Uno stato che non garantisce sanità e servizi vuol dire che ha abdicato al proprio ruolo».

Le proposte

A tutto questo, Cgil, Cisl e Uil hanno aggiunto una lunga serie di proposte per le diverse tematiche in gioco.

In particolare, i sindacati chiedono:

Riforma del fisco, con una forte riduzione del carico su lavoro e pensioni, maggiore tassazione degli extraprofitti e delle rendite finanziarie;

– Potenziamento occupazionale e incremento dei finanziamenti al sistema sociosanitario pubblico;

– Un mercato del lavoro inclusivo per dire no alla precarietà, con un sistema di formazione permanente, politiche attive e ammortizzatori sociali;

– Stop a morti e infortuni sul lavoro ridando valore al lavoro, eliminando subappalti a cascata, con lotta senza quartiere a mafia e caporalato;

– Riforma del sistema previdenziale

– Politiche industriali e d’investimento condivise con il mondo del lavoro per negoziare una transizione ambientale sostenibile, sociale e digitale;

– Investimenti sulla sanità, sulla scuola, sull’università e la ricerca, le risorse per una riforma strutturale delle pensioni, insieme a strumenti adeguati per favorire un’occupazione stabile e qualificata.

Il resto delle proposte è disponibile qui.

(alessandro bianchet)

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