Fipe-Confcommercio: la ristorazione in Valle tiene grazie al turismo
Diffusi i dati del centro studi di Confcommercio relativi al secondo trimestre 2023 della ristorazione: Valle d'Aosta, Calabria e Trentino uniche con un saldo positivo tra aperture chiusure. Spada di Damocle è sempre la difficoltà a trovare personale
La ristorazione in Valle d’Aosta tiene grazie al turismo e cresce di 9 unità nel secondo trimestre.
A fronte di dati nazionali non così lusinghieri, sembrano arrivare buone notizie per i ristoranti valdostani dalla ricerca promossa dal Centro Studi di Fipe Confcommercio.
I dati nazionali
I dati diffusi da Fipe Confcommercio parlano di un secondo trimestre 2023 in cui la ristorazione vede un saldo negativo tra aperture e chiusure (-1.154), con però un aumento di iscrizioni (3.038;+41 rispetto al 2022), che rimane comunque ben al di sotto del 2019 (3.856).
Il segnale, in ogni caso, è rincuorante, se si pensa che il trend positivo di nuove imprese continua, contestualmente alla diminuzione delle cessazioni (4.192) rispetto a un anno fa (5.173).
Valle d’Aosta in controtendenza
E in questo panorama la Valle d’Aosta può sorridere.
Solo la nostra Regione, con Calabria e Trentino Alto Adige, infatti, registra un saldo positivo tra aperture e cessazioni, con l’aggiunta di 9 attività, contro le 8 della Calabria e una sola del Trentino.
Devastanti, invece, i dati per Lazio (-157) e Campania (-139).
In termini relativi, i ristoranti segnano un +2,4% delle iscritte rispetto al trimestre precedente, mentre i bar -0,5% a testimoniare la progressiva difficoltà di questo segmento.
Il presidente di Fipe Confcommercio VdA
Analizza la situazione il presidente di Fipe Confcommercio VdA, Graziano Dominidiato.
«La nostra regione si contraddistingue con un saldo in positivo – evidenzia Dominidiato -. Il settore sta reggendo grazie soprattutto al turismo, che ci auguriamo aumenti in vista del mese di agosto. I pubblici esercizi rappresentano una categoria che può ancora crescere esponenzialmente e in tale settore vi è ampia possibilità di spazi».
Il tutto, però, al netto di un annoso problema: l’enorme difficoltà nel reperimento del personale, di fatto, costringe molte imprese ad alzare bandiera bianca o a lavorare a scartamento ridotto.
(al.bi.)