Prevenzione rischi e adattamento ai cambiamenti climatici: ecco il progetto Alcotra PrévRisk-CC
La presentazione del progetto
ATTUALITA'
di Thomas Piccot  
il 30/08/2023

Prevenzione rischi e adattamento ai cambiamenti climatici: ecco il progetto Alcotra PrévRisk-CC

L'iniziativa vedrà coinvolti attori da Italia, Francia e Svizzera

Un progetto Alcotra sulla prevenzione dei rischi e l’adattamento ai cambiamenti climatici. È quanto verrà sviluppato attraverso PrévRisk-CC, i cui dettagli sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa, mercoledì, a Villa Cameron, a Courmayeur.

I dettagli del progetto PrévRisk-CC

Il progetto «si propone di approfondire lo studio scientifico di questi rischi naturali, di organizzare una vasta campagna di sensibilizzazione e formazione, realizzando al contempo azioni operative di monitoraggio e di adattamento sul campo». Nell’iniziativa sono riuniti gli organismi associati all’Espace Mont-Blanc. Contributi arriveranno da Italia, Francia e Svizzera.

In particolare, il progetto vuole «fornire risposte metodologiche e operative dei rischi naturali in montagna; analizzare nuove pratiche sportive e ricreative in montagna, alla luce degli effetti del riscaldamento globale; sensibilizzare studenti, residenti, visitatori sui rischi emergenti in montagna; favori scambi transfrontalieri tra i responsabili del soccorso alpino; integrare i professionisti della comunicazione in processo di approfondimento e condivisione di esperienze; lanciare strategie di adattamento».

Gli obiettivi

Gli obiettivi sono tre, in via prioritaria. «Sensibilizzare i giovani e la popolazione in generale a sviluppare una cultura comune transfrontaliera in materia di rischi legati alla montagna; promuovere il consolidamento della gestione a lungo termine delle reti di osservazione e monitoraggio dei processi sul territorio e la gestione degli strumenti operativi di gestione dei rischi; proporre soluzioni pilota locali innovative e sostenibili, in una logica di adattamento ai cambiamenti climatici e ai rischi dell’alta montagna».

Alessandro Benati, responsabile dell’area progetti e comunicazione di Fondazione Montagna Sicura ha riassunto l’iniziativa. «Si tratta di un progetto da 36 mesi, con una rete che collabora da oltre 20 anni – spiega -. Il budget è di oltre 2,5 milioni di euro, anche per alcuni investimenti».

Gli interventi

«È un intervento che capitalizza progetti precedenti – ha detto Guido Giardini presidente di Fondazione Montagna Sicura -. L’idea è promuovere ancora reti di cooperazione transfrontaliera. Gli effetti del cambiamento climatico li viviamo sempre di più, sono tutti sotto i nostri occhi».

L’assessore regionale all’Ambiente Davide Sapinet ha aggiunto altri dettagli. «Questo progetto vedrà un percorso di scambio continuo – afferma -. I dati dicono che dal 1850 i ghiacciai hanno perso il 40% della loro estensione e che c’è una riscoperta, negli ultimi anni, della montagna».

Gli interventi

Il progetto si articolerà su diverse direttrici. «I cambiamenti climatici incidono nella biosfera e la programmazione dell’uomo deve tenerne conto – commenta Igor Rubbo, direttore generale di Arpa Valle d’Aosta -. Rischi diretti, ma anche indiretti. Bisognerà Capire il grado di vulnerabilità in termini economici e di frequentazione della montagna, in questi anni c’è stata attenzione crescente verso la montagna».

Océane Vibert ha parlato del ramo WP4 del progetto. «Punteremo sulla prevenzione, con una campagna per raggiungere il maggiorn numero di persone – riferisce la direttrice de La Chamoniarde -. Non solo, si dovrà sintetizzare le informazioni per renderle fruibili a chi prende le decisini. È in programma la realizzazione di un film sul progetto, l’importante è raggiungere più persone possibile».

Gli interventi«Dagli studi andremo a capire quali saranno le priorità – aggiunge Claude Jacod, del comune di Chamonix -. Bisogna uscire dalla rappresentazione vecchia dell’alta montagna. Questi studi ci aiuteranno a conoscere e comprendere i fenomeni nuovi».

A Courmayeur un sentiero glaciologico

Anche il comune di Courmayeur farà la sua parte. «Daremo un contributo nella valutazione degli itinerari più frequentati sul Monte Bianco – rivela l’assessore all’Ambiente Ephrem Truchet -. Courmayeur si accoderà a questo progetto sui sentieri glaciologici. Vogliamo ispirarci al lavoro di Chamonix per valorizzare i ghiacciai italiani».

Jean Pierre Fosson, segretario generale di Fondazione Montagna Sicura ha poi ribadito: «Questo progetto ne capitalizza altri, ma non li copia. L’implicazione delle comunità locali è garanzia di avere risultati completi. Avere un sentiero glaciologico a Courmayeur è una chicca».

Poi ragiona sull’aspetto della comunicazione. «È molto complicato comunicare il cambiamento climatico – dice -. Spesso veniamo attaccati anche in maniera volgare e negazionista. Comunicare il rischio sarà la sfida del futuro».

Chiusura con il presidente della regione Renzo Testolin. «I cambiamenti climatici ci impongono un confronto quotidiano con le piccole e grandi realtà di montagna – ammette -. Le frane una volta non lambivano l’idea dei residenti, ora dobbiamo affrontarle con strumenti nuovi. La sicurezza, che sia 4.000 o 2.000 metri va trasmessa con la stessa puntualità». Quindi aggiunge altri particolari. «Questi avvenimenti fanmo parte del quotidiano, è ormai una malattia cronica e va gestita, altrimenti pensiamo di essere sani ma non lo siamo – spiega -. Bisognerà anche confrontarsi con gli operatori economici. Servirà un presidio costante del territorio, rendendosi conto che il rischio zero non può più esserci».

(t.p.)

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