Aosta, bilancio di metà mandato: da VdA Aperta fuoco “amico” sulla Giunta
Luciano Boccazzi e Diego Foti in consiglio comunale
comuni, POLITICA & ECONOMIA
di Alessandro Bianchet  
il 21/09/2023

Aosta, bilancio di metà mandato: da VdA Aperta fuoco “amico” sulla Giunta

Il movimento, che vede in consiglio comunale i due rappresentanti Luciano Boccazzi e Diego Foti, spara a zero su un governo cittadino «subalterno» alla Regione

Un mezzo mandato «timido» in cui emerge la subalternità nei confronti di piazza Deffeyes. Neanche il tempo di tirare le fila di metà mandato, che già la Giunta del Comune di Aosta si trova ad affrontare il fuoco “amico” di VdA Aperta, il movimento che raggruppa Area Democratica, Adu VdA e Movimento 5 Stelle e che comunque vede in Luciano Boccazzi e Diefo Foti due rappresentanti in maggioranza.

VdA Aperta all’attacco

E nel commentare il documento di metà mandato della Giunta di Aosta, il movimento non ci va nemmeno tanto per il sottile, evidenziando una volta di più la presunta subalternità del Comune alla Regione.

Parlando di un documento con «diversi obbiettivi raggiunti o in fase di risoluzione, ma privo di un’analisi di contesto e di una seria critica costruttiva rispetto alle molte criticità che sta affrontando e deve affrontare la città», il movimento evidenzia il ruolo «ancillare» del governo di piazza Chanoux rispetto a palazzo regionale.

Le accuse

In particolare, VdA Aperta punta il dito sulla mancanza di considerazione per l’ampliamento dell’Ospedale Parini «un ospedale-megalitico rattoppato che porterà con sé enormi disagi per i cittadini di Aosta, con la chiusura a breve di viale Ginevra, via Saint-Martin-de-Corléans e Via Chaligne, nuovi scavi propedeutici, a fini archeologici, tagli di alberi, (ancora), modifiche dell’illuminazione pubblica, trasferimento ad libitum delle camere mortuarie e problemi di traffico e parcheggi».

Welfare

Altro aspetto che non torna è la sbandierata attenzione al welfare sociale e alle politiche di inclusione.

Per VdA Aperta, infatti, questo non troverebbe «riscontri nella realtà cittadina», in quanto ogni giorno «ci confrontiamo con persone reali che evidenziano grandissime criticità rispetto al servizio di assistenza domiciliare, che ricevono lettere di notifica per sgomberi forzosi, che lamentano problemi sull’edilizia residenziale pubblica, che pagano rette più elevate per il convitto regionale Federico Chabod e che lamentano la totale assenza di spazi di aggregazione».

«Nessuna posizione chiara»

Il movimento, come se non bastasse, denuncia la mancanza di posizioni chiare sull’operato regionale in materia di JB Festaz, centro polivalente Brocherel o edilizia scolastica e riporta a galla un cavallo di battaglia, il famigerato «condominio vista mare dell’Arco d’Augusto».

Già, perché se da una parte VdA Aperta elogia la «sacrosanta attenzione alla limitazione del consumo di suolo», dall’altra denuncia ancora una volta il via libera alla costruzione del condominio, nonché di «una sede imponente per guide alpine e maestri di sci vicino alla torre piezometrica».

Altre accuse

Il j’accuse di VdA Aperta continua con argomenti più di carattere regionale, come la scelta di acquistare «bus a idrogeno anziché elettrici» e sulla volontà di spingere il collegamento Aosta-Cogne «non spendendo nemmeno una parola sulla devastazione ambientare in atto al Couis».

Il mirino, poi, si sposta sulla presunta «importanza del verde», cui fa seguito «l’incremento dei finanziamenti per l’asfalto», e sul «dialogo, costituto da migliaia di incontri anche personali con i cittadini», senza però presentare il lavoro dei consiglieri comunali, perché la Giunta è «chiusa nella torre d’avorio».

In ultimo, le criticità rimarcate riguardano le «non scelte sul mercato coperto o su altre opere pubbliche», l’abbandono di «turismo e commercio» e la «poca attenzione verso il Consiglio comunale e i consiglieri».

Insomma, «pur notando gli sforzi – conclude VdA Aperta – non possiamo non sottolineare come, in perfetta continuità con le giunte precedenti, Piazza Deffeyes dispone, Piazza Chanoux esegue manifestando una subalternità e sudditanza politico-culturale all’autonomismo di destra. Peccato».

(al.bi.)

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