Elezioni europee: nessun autonomista in corsa come atto di protesta
Per la presidente dell'Union valdôtaine, Cristi Machet, si impone una riflessione perché inascoltati sulla richiesta di un rappresentante valdostano a Bruxelles; 50.000 voti sono impossibili da raggiungere
Elezioni europee: nessun autonomista in corsa come atto di protesta.
La riflessione
«Le proposte legislative presentate a Roma, finora ignorate, permetterebbero alla Valle d’Aosta di poter presentare al Parlamento europeo un candidato che abbia speranza di essere eletto. Ecco la domanda che ci poniamo: che senso ha presentare un candidato con la certezza che non verrà eletto? È uno scherzo per il candidato? Per gli elettori? Con quale spirito affrontare una campagna elettorale il cui unico messaggio è “andrà sicuramente male, speriamo non troppo male?».
«Sarà certamente un argomento di riflessione che ci vedrà impegnati in un dialogo con la base dell’Unione Valdôtaine, gli autonomisti e con altri soggetti politici che sono preoccupati come noi dalla mancata presenza della Valle d’Aosta in Europa».
È quanto ha scritto la presidente dell’Union valdôtaine Cristina Machet nel suo messaggio per l’anniversario dello Statuto speciale che si è celebrato lunedì 26 febbraio, tornando sull’argomento del diritto alla rappresentanza valdostana a Bruxelles.
«Parlando di Europa, oggi, 26 febbraio 2024 – prosegue nella riflessione Machet -, non possiamo fare a meno di pensare alle prossime elezioni europee che si terranno il 9 giugno. Queste elezioni si svolgeranno sulla base dell’attuale quadro normativo, ovvero la legge del 24 gennaio 1979 che prevede che la Valle d’Aosta sia attualmente compresa nella circoscrizione “Nord-Ovest” con Piemonte, Lombardia e Liguria».
Modificare il sistema
Aggiunge Machet: «Ciò rende praticamente impossibile l’elezione di un candidato valdostano, perché sostanzialmente per far eleggere un candidato occorrono 50.000 voti; secondo i dati attuali e l’astensionismo diffuso, saranno forse 50.000 gli elettori che effettivamente si presenteranno ai seggi elettorali. È quindi più che mai necessario gettare le basi per giungere a una modifica dell’attuale sistema normativo che possa garantire alla Valle d’Aosta l’elezione di un proprio rappresentante al Parlamento europeo».
Conclude Machet: «Il concetto è stato ben rappresentato dalla risoluzione dell’11 gennaio 2024 del Consiglio regionale della Valle d’Aosta, nonché dalle proposte legislative, presentate dal deputato Franco Manes in materia di elezione dei candidati provenienti da liste di minoranze linguistiche apparentate. È una questione che si pone da tempo, già affrontata in passato e riproposta anche dal nostro presidente Renzo Testolin in occasione della visita del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Valle d’Aosta, che ha risposto ad una domanda diretta, sintetizzando: «non preoccupatevi, finché l’Italia sarà rappresentata in Europa, lo sarà anche la Valle d’Aosta» esprimendo, forse inconsciamente, un concetto che non avremmo voluto sentire».
(re.aostanews.it)