Corruzione in appalti: le 18 assoluzioni diventano definitive
La procura di Torino ha rinunciato a impugnare la sentenza di assoluzione della Corte di appello
Corruzione in appalti pubblici: le assoluzioni diventano definitive. La procura di Torino ha rinunciato a impugnare la sentenza d’appello nella quale tutti gli imputati erano stati assolti.
Erano 18 gli imputati nel processo su un presunto giro di corruzione in appalti pubblici, con epicentro nel comune di Valtournenche, risalente al periodo 2014-2018.
In secondo grado l’accusa aveva chiesto la conferma della condanna a 7 anni di reclusione ciascuno, inflitta dal tribunale di Aosta, per Loreno Vuillermin, Renza Dondeynaz e per il figlio Ivan Vuillermin – i quali erano imputati in qualità di soci dell’impresa Edilvu di Challand-Saint-Victor – e della pena di 6 anni di reclusione in abbreviato a carico di Fabio Chiavazza, ex capo dell’ufficio tecnico di Valtournenche.
La procura di Torino aveva chiesto anche la conferma delle altre condanne inflitte in abbreviato dal gup di Aosta – 8 mesi ciascuno con la sospensione condizionale per l’ingegnere aostano Corrado Trasino e Adriano Passalenti e 4 mesi ciascuno per Rosario Andrea Benincasa e Stefano Rossi – e di condannare tutti gli imputati che erano stati assolti “perché il fatto non sussiste”: Federico Maquignaz, Cristina Maria Camaschella, Nicolò Bertini, Giuseppe Zinghinì , Ezio Alliod, Marco Zavattaro, Giovanni Enrico Vigna, Ivan Voyat, Luca Frutaz e Stefano Trussardi. Richieste non accolte dai giudici di secondo grado, che avevano assolto tutti gli imputati.
Le accuse andavano – a vario titolo – dalla concussione alla corruzione, dall’abuso d’ufficio alla turbativa d’asta, dal falso ideologico all’abuso edilizio, sino ai reati tributari. Secondo quello che era il quadro accusatorio, Chiavazza, tramite gare truccate e massimi ribassi, aveva favorito ”ditte amiche” in cambio di alcune mazzette: accuse che ha sempre respinto, così come gli altri imputati.
(re.aostanews.it)