Concessioni idroelettriche: Pcp torna alla carica sulla norma di attuazione
POLITICA & ECONOMIA
di Danila Chenal  
il 28/03/2024

Concessioni idroelettriche: Pcp torna alla carica sulla norma di attuazione

Concessioni idroelettriche: Pcp torna alla carica sulla norma di attuazione.

Ricorda che Cva è società pubblica ma che sui valdostani non ci sono ricadute come il ribasso, se non l’azzeramento, dei costi del’energia. 

La mozione

«La Commissione paritetica, per ora, non ha portato a casa risultati. Invece attendiamo da tempo la norma di attuazione sulle grandi derivazioni d’acqua» torna a ripetere la consigliera di Pcp Erika Guichardaz nella conferenza stampa di presentazione della mozione sottoscritta anche dalla collega Chiara Minelli che invita i membri di parte regionale della Commissione paritetica a operare affinché la competenza di disciplinare con propria legge le procedure e modalità per il rilascio di tali concessioni sia piena e ampia, senza clausole e griglie restrittive che vanificherebbero la potestà legislativa che la Regione autonoma può esercitare nel rispetto dei principi fondamentali nel rispetto dei principi fondamentali dell’Unione europea e dell’ordinamento dello Stato».

In breve

Esemplificando: serve una norma di attuazione che non abbia clausole particolari e che permetta alla Regione di legiferare secondo i principi eurounitari.

Le prese di posizione

Ancora una volta il dito è puntato contro il neo nominato commissario di parte regionale Aurelio Marguerettaz che «sottovaluta e sminuisce il ruolo della norma di attuazione che deve correggere lo Statuto e dare potere legislativo alla Regione in materia di concessioni. Non crediamo, come dicharato dal consigliere unionista, che la norma sia superabile. Leggiamo un atteggiamento rinunciatario di una rivendicazione che è soprattutto autonomista. Manca pure la parte progressista, il cui atteggiamento sulla redistribuzione della grandi risorse derivanti dallo sfruttamento delle acque, è defilato» hanno ribadito le due consigliere di Pcp.

«L’ultimo schema di bozza risale al 2019. Sono passati 5 anni e siamo ancora in attesa» ha sottolineato Elio Riccarand (Rete civica) che concede «l’inevitabile slittamento dovuto alle crisi di governo regionale e nazionale» ma affonda: «la Cva è fredda, se non ostile, alla norma di attuazione e la Regione mostra scarsa volontà di evadere il dossier».

Sulla stessa lunghezza d’onda Raimondo Donzel (Area democratica – Gauche autonomiste): «In Partietica si frena perché dietro c’è una visione liberalistica. Non vi è la volontà di dare indirizzi alla Cva, inclusa la riduzione dei costi dell’energia per i valdostani».

Tutti hanno ricordato che Cva è un’azienda pubblica gesti, però, in maniera privatistica.

«La Regione non intende disturbare il manovratore, lasciando libera Cva di fare ciò che fanno gli imprenditori: perseguire il profitto, scordando che Cva è nata per favorire la popolazione valdostana» ha detto Gigi Giunta, un cittadino come si è definito.

Nessuno nega i dividendi che la Cva distribuisce alla Regione (75 milioni nel 2023) ma come ha ricordato Donzel «il potere li redistribuisce come più fa comodo non certo a tutti i valdostani».

(danila chenal)

 

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