Sanità, VdA Aperta: «assurdo fare ricorso alla beneficenza per servire cibo in ospedale»
Il movimento civico Valle d'Aosta Aperta punta il dito contro l'azienda Usl che ha reso noto che un ente di beneficenza svizzero, la Fondazione Haberling, è venuto in soccorso della sanità valdostana e dell'ospedale Parini per fornire 500 pasti secchi ai pazienti in attesa di ulteriori accertamenti o consulenze mediche in Pronto soccorso
Sanità, VdA Aperta: «assurdo fare ricorso alla beneficenza per servire cibo in ospedale».
Il movimento civico Valle d’Aosta Aperta punta il dito contro l’azienda Usl che ha reso noto che un ente di beneficenza svizzero, la Fondazione Haberling, è venuto in soccorso della sanità valdostana e dell’ospedale Parini per fornire 500 pasti secchi ai pazienti in attesa di ulteriori accertamenti o consulenze mediche in Pronto Soccorso.
I fatti
I pacchi prevedono acqua, tonno, crackers, composta di mele, succo di frutta, crostatina con marmellata, piatto e posate compostabili.
Scrive in un comunicato: «A seguito delle molte segnalazioni ricevute, Valle d’Aosta Aperta ricorda che la Consigliera regionale Erika Guichardaz ha presentato in questi ultimi anni diverse iniziative sul tema della somministrazione di pasti a pazienti e parenti in attesa al Pronto Soccorso».
Prosegue la nota: «Iniziative che l’assessore ha sempre minimizzato evidenziano che ai pazienti in attesa di ricovero il pasto veniva fornito, mentre quelli per cui erano in corso accertamenti non potevano essere ricompresi, malgrado i tempi lunghi».
L’affondo
Infine l’affondo: «Troviamo assurdo che, nonostante l’avanzo di amministrazione dell’Azienda Usl e le grandi risorse impegnate, la sanità valdostana debba far ricorso alla beneficenza per la somministrazione di cibo in ospedale. La beneficenza andrebbe indirizzata verso quelle realtà associative che ne hanno realmente bisogno e che non hanno risorse a disposizione, mentre l’Azienda potrebbe prevedere un appalto per fornire pasti caldi adeguati alle esigenze cliniche dei pazienti nonché ai familiari che li assistono nelle ore, se non giorni, di attesa».
«Infine rimarchiamo l’importanza per l’Azienda di dare indicazione al consulente social Manager – chiude la nota – di verificare gli indici di appropriatezza degli accessi e concentrare la propria azione affinché vengano rispettati i tempi d’attesa degli esami, onde evitare che i cittadini debbano per forza recarsi al Pronto soccorso».