Affaire stipendi Cva, Lavevaz e Caveri: «nessuna indebita pressione»
POLITICA & ECONOMIA
di Danila Chenal  
il 03/04/2025

Affaire stipendi Cva, Lavevaz e Caveri: «nessuna indebita pressione»

Lo dicono all'unisono l'ex presidente della Giunta Erik Lavevaz e l'ex assessore con delega alle partecipate Luciano Caveri tirati in ballo nella lettera dell'ex presidente di Finaosta Nicola Rosset nella quale denunciava di aver subito «pressioni da parte dell'assessore e della Giunta per alzare i compensi dei vertici Cva

Affaire stipendi Cva, Lavevaz e Caveri: «nessuna indebita pressione». Lo dicono all’unisono l’ex presidente della Giunta Erik Lavevaz e l’ex assessore con delega alle partecipate Luciano Caveri tirati in ballo nella lettera dell’ex presidente di Finaosta Nicola Rosset nella quale denunciava di aver subito «pressioni da parte dell’assessore e della Giunta per alzare i compensi dei vertici Cva.

«Veniamo tirati in mezzo ad una polemica, risalente a tre anni fa, fra l’attuale amministratore delegato di Cva, Giuseppe Argirò, e l’ex presidente di Finaosta, Nicola Rosset, sui compensi da attribuire allo stesso Argirò e agli altri amministratori di CVA, dopo l’uscita dalla Madia della società elettrica regionale, avvenuta nell’estate del 2022.«Non ci fu da parte nostra nessuna indebita pressione, ma un dialogo nell’ambito di normali rapporti tra Regione, azionista e Cva» dicono all’unisono.

Proseguono Lavevaz e Caveri: «I vertici di Cva avevano emolumenti prestabiliti in apposita tabella, tuttavia il bando di nomina conteneva questa specifica: “Nel caso in cui – in corso di mandato – sopravvengano normative suscettibili di incidere sull’entità dei compensi, questi potranno essere oggetto di modifica nei termini di legge».

«La valutazione sull’opportunità di aumentare i compensi da parte dei vertici di Cva venne presentata – aggiungono -, in presenza dei dirigenti regionali responsabili, sulla base di tale previsione che ci limitammo a discutere con Finaosta, che propose da parte sua le dimissioni e la rinomina degli amministratori per adeguare i compensi, comprendendo le ragioni. Strada che non venne percorsa, valutando l’illogicità della proposta. Da lì partirono le guerre di pareri legali contrastanti tra Finaosta e Cva, che si risolse senza i possibili aumenti per decisione autonoma di Finaosta».

Concludono Lavevaz e Caveri:  «Non abbiamo più seguito, a causa del cambio di Giunta e di deleghe, le altre questioni, che sono oggi la reale discussione, come l’andamento del piano industriale e l’attuale status economico degli amministratori».

(d.c.)

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