Lago d’orta, primi risultati del progetto di tutela Cusio 2030
Milano, 17 apr. (askanews) – Conservare, valorizzare e sostenere la biodiversità acquatica del Lago d’Orta: questi gli obiettivi del progetto “Cusio 2030” dedicato a rafforzare il processo di recupero dello stato ecologico del lago d’Orta, quinto lago del Nord Italia. Promosso grazie al bando “Simbiosi. Insieme alla natura per il futuro del Pianeta” della Fondazione Compagnia di San Paolo con un sostegno pari a 340 mila euro, il progetto ha già visto i primi risultati concreti, con lo sviluppo di iniziative volte al ripristino e alla valorizzare della biodiversità acquatica autoctona del lago d’Orta e alla creazione delle condizioni per conservarla nel tempo.
L’iniziativa, che ha come ente capofila la Provincia di Novara, è stata avviata insieme ai partner Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone, l’associazione “Amici del Fermi” di Arona e l’Istituto di Ricerca sulle Acque IRSA (CNR) di Verbania.
Gli obiettivi di Cusio 2030 sono: la conservazione e dell’ambiente e il ripristino della biodiversità ante inquinamento nell’ecosistema del Lago d’Orta da realizzarsi mediante un approccio multidisciplinare di monitoraggio e studio dell’ecosistema, il contrasto delle specie acquatiche invasive e la reintroduzione di specie ittiche autoctone (agone, pigo, luccio Italico, trota marmorata) oggi non ancora spontaneamente ritornate dopo il risanamento chimico delle acque, mediante liming, avvenuto nel 1989, quando il lago era tra i più acidificati d’Europa. L’operazione di risanamento ebbe la direzione tecnico scientifica dell’Istituto italiano di idrobiologia IRSA CNR, grazie al quale si riuscì a risanare le acque acide riportando il PH a livelli più che ottimali, attraverso un processo di aggiunta di circa 15 mila tonnellate di carbonato di calcio.
Un’altra importante attività in sviluppo è il contenimento delle specie aliene invasive attraverso studi e rimozione degli esemplari. A questo si aggiungono, nel corso del triennio 2024-2026, attività di educazione ambientale con le scuole del territorio. Il progetto Cusio 2030 e tutti gli interventi previsti si collocano all’interno del “Contratto di Lago del Cusio”, uno dei più partecipati contratti di lago realizzati in Italia, che ha coinvolto 140 realtà territoriali tra cui tutte le istituzioni, molte tra le più importanti aziende del territorio e tante associazioni, con cui si sono definiti obiettivi a lungo periodo e sinergie per la tutela del lago.
Nel periodo autunnale sono state posizionate delle legnaie nel lago (presso le località di Bagnera di Orta, Punta Casa Rio, Spiaggia Miami e presso il Lido di Gozzano), a circa dieci metri di profondità circa calandole con un elicottero. Si tratta di enormi cataste di legna e rami che hanno lo scopo di creare una zona di rifugio dove i pesci possono nascondersi dai predatori e deporre le uova. Queste strutture di legno saranno periodicamente rinforzate al fine di far fronte al naturale deterioramento e creare così luoghi di nidificazione ittica e rifugio da monitorare per almeno un decennio. Sono state svolte operazioni di ripopolamento, mediante l’immissione nelle acque del Lago di avannotti di luccio italico nati e svezzati nell’incubatoio del CNR, oltre che uova fecondate di agone. Negli affluenti del Lago sono state posizionate anche uova fecondate e larve di trota marmorata. Il monitoraggio di questi interventi continuerà nel corso del 2025 e nella primavera del 2026.
Per tutto il 2025 proseguiranno gli studi e le analisi del primo monitoraggio dell’avifauna ittiofaga presente sul lago, avvenuto nei mesi autunnali e invernali del 2023 e 2024 e commissionato dalla Provincia di Novara ai naturalisti Manuel Piana di Cooperativa Valgrande e Società di scienze naturali del VCO e Lorenzo Laddaga della Società di scienze naturali del VCO. A oggi è stata confermata la presenza significativa, anche se fluttuante durante il corso dell’anno, di uccelli che si nutrono anche delle specie di pesci oggetto di ripopolamento (il cormorano, lo svasso maggiore – anche se in quantità inferiore – e lo smergo maggiore). L’intento della ricerca avviata è comprendere meglio il comportamento di queste specie che godono di un territorio molto ampio per la caccia e la riproduzione. Infatti, alcuni esemplari provenivano dal nord Europa, a testimonianza di un’attività migratoria ad ampio raggio.
Un’ulteriore attività di monitoraggio è stata eseguita sul gambero di fiume della Louisiana, una specie aliena e invasiva che si è particolarmente sviluppata nel Lago d’Orta per l’assenza di animali originari in grado di cacciarla e contrastarla. Questo gambero ha popolato in modo incontrollato diversi bacini italiani ed è dannoso per l’ecosistema lacustre poiché tende a depauperare il lago e i fiumi dalle diverse specie autoctone mediante azione predatoria diretta, per competizione per le risorse alimentare ma anche con la trasmissione di malattie. Il lago viene monitorato in tempo reale, 24 ore su 24 e sette giorni su sette grazie a una boa limnologica dotata di sensori che consentono di verificare la temperatura, il PH, la clorofilla, la conducibilità elettrica, il vento e altre variabili in grado di condizionare lo sviluppo di fauna e flora. La boa è stata posata grazie al sostegno della Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini nell’ambito del progetto.