Motori: giovedì alle 10 al Villair di Quart l’ultimo saluto a Massimiliano Ponzetti
La camera ardente del pilota 54enne stroncato da un malore durante un trasferimento del 46° Rally Valle d'Aosta è aperta da oggi all'ospedale di Aosta
Giovedì alle 10 al Villair di Quart l’ultimo saluto a Massimiliano Ponzetti.
Il 54enne pilota aostano è stato stroncato domenica da un malore durante un trasferimento del 46° Rally Valle d’Aosta.
La camera ardente è aperta da oggi all’ospedale Parini di Aosta.
Giovedì alle 10 l’ultimo saluto a Massimiliano Ponzetti
Il funerale di Massimiliano Ponzetti sarà celebrato domani alle 10 nella chiesa di Villair di Quart.
Ponzetti, titolare del Bar Meabé di Antey, si era sentito male alla rotonda di Nus, durante il trasferimento tra la PS 4 e il riordino di Aosta.
Prontamente soccorso e trasportato in ospedale, è spirato poco dopo l’arrivo all’ospedale Parini.
Sul corpo dell’uomo è stata effettuata l’autopsia.
La camera ardente è stata allestita questa mattina all’ospedale Parini e rimarrà aperta fino alle 20.
Massimiliano Ponzetti lascia la compagna Arezia, le figlie Michaela e Noemi, il nipotino Gabriel, i fratelli Franco e Marco.
Il ricordo degli amici, Ivan Passeri: «Uomo buono, sempre pronto ad aiutare gli altri»
Un grande appassionato di auto e motori, che negli ultimi anni era tornato protagonista in prima persona, condividendo la sua passione con la figlia maggiore.
Massimiliano Ponzetti, classe 1970 di Charvensod (sabato 10 maggio avrebbe compiuto 55 anni), se n’è andato domenica all’ora di pranzo facendo una delle cose che più gli piacevano a questo mondo: correre in macchina.
«L’unica consolazione è che è mancato con la tuta da pilota addosso», dice Ivan Passeri, pilota e navigatore che con Ponzetti ha condiviso tante gare e molte altre aveva in programma di condividere.
«Era tutto perfetto, era diventato nonno da poco, era felice, mi sembra impossibile, venerdì avevamo festeggiato la vigilia del via nel bar della figlia qui ad Aosta – aggiunge commosso Passeri -. Avevamo corso ad Alba poche settimane fa, per il Valle d’Aosta ci siamo separati perché io volevo viverlo da pilota, ma avevamo già in programma altre competizioni. Max era un amico speciale, una grandissima persona, un uomo buono, spontaneo, sempre pronto ad aiutare tutti, chi l’ha frequentato deve reputarsi fortunato. Lo conoscevo da trent’anni, per un periodo aveva interrotto l’attività e l’aveva ripresa nelle ultime stagioni, correndo anche con la figlia più grande, Michaela; condividere con lei la passione per i motori era per lui una gioia».
Alex Paonna: «Se gli entravi nel cuore, diventavi uno di famiglia»
Commozione anche nelle parole di Alex Paonna.
«Abbiamo vissuto un paio di gare insieme, l’ultima a febbraio in Canavese – ricorda il navigatore aostano -. Con lui avevo instaurato un bellissimo rapporto, era diventato un fratello maggiore, ci vedevamo spesso, era una persona d’oro. Max era un bravissimo pilota, molto scrupoloso, ma, soprattutto, era un uomo gentile, sempre disponibile con tutti, se gli entravi nel cuore, diventavi uno di famiglia».
(d.p.)