Transizione Green, l’Italia non può fermarsi: al via Compraverde 2025
Roma, 13 mag. (askanews) – Con il Mediterraneo che si riscalda a una velocità dodici volte superiore alla media globale e 351 eventi meteorologici estremi registrati in Italia solo nel 2024, la crisi climatica non è più una minaccia futura, ma una realtà che colpisce territori, imprese e comunità. In questo scenario, abbandonare il Green Deal europeo equivarrebbe a un suicidio economico e ambientale. È da questa urgenza che prende il via domani, 14 maggio, a Roma il Forum Compraverde Buygreen 2025, promosso da Fondazione Ecosistemi. Al centro dell’evento, il Buy European and Sustainable Act (BESA): una proposta concreta per rilanciare l’economia e l’occupazione attraverso gli acquisti pubblici verdi (Green Public Procurement – GPP).
Gli appalti pubblici rappresentano il 15% del PIL europeo: integrare criteri ambientali vincolanti significa orientare il mercato verso soluzioni più sostenibili. Secondo uno studio sostenuto dalla European Climate Foundation, l’adozione del BESA in Italia potrebbe: ridurre 2,2 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, rilocalizzare 8 miliardi di euro in attività industriali virtuose, generare oltre 31.000 posti di lavoro a basso impatto ambientale.
Per rendere più efficace il BESA, Fondazione Ecosistemi lancia la Rete delle Pubbliche Amministrazioni per gli Acquisti Sostenibili, con l’obiettivo di costruire una base dati condivisa sugli impatti economici, ambientali e occupazionali del GPP. Un passo fondamentale per rafforzare il ruolo dell’Italia nei negoziati europei e dare credibilità alla transizione.
L’Italia ha già una solida base normativa: è stata la prima in Europa a rendere obbligatori i CAM (Criteri Ambientali Minimi) negli appalti pubblici. Tuttavia, avverte la Fondazione, è necessario un salto di qualità: servono soglie emissive misurabili, tracciabilità dei materiali e criteri europei minimi nei prodotti acquistati.
“Il Buy European and Sustainable Act non è un esercizio teorico – sottolinea Silvano Falocco, direttore di Fondazione Ecosistemi – ma uno strumento operativo per trasformare la spesa pubblica in leva di innovazione industriale, giustizia sociale e decarbonizzazione. L’Italia può e deve guidare questa sfida, portando in Europa soluzioni ambiziose ma realistiche.”