Impugnativa su legge election day, Sammaritani: «fuori luogo fare l’autonomista con il petto in fuori contro il Governo»
Il consigliere della Lega Paolo Sammaritani ha tacciato di arroganza e scorrettezza il presidente della Regione che ha accusato il Governo di essere confuso
Impugnativa su legge election day, Sammaritani: «fuori luogo fare l’autonomista con il petto in fuori contro il Governo».
L’impugnativa di alcuni articoli della legge 4/2025 per lo svolgimento dell’election day ha tenuto banco in apertura del Consiglio regionale questa mattina, mercoledì 21 maggio.
Il presidente della Regione Renzo Testolin ha parlato della partecipazione a Venezia, al 4º Festival delle Regioni e delle province autonome e ha poi ripetuto le dichiarazioni rese ieri dopo la notizia dell’impugnativa.
Sammaritani al vetriolo: «fuori luogo fare l’autonomista con il petto in fuori»
Non le ha mandate a dire il consigliere della Lega Paolo Sammaritani.
«L’impugnazione era ampiamente annunciata, era evidente che si andava contro una sentenza della Corte Costituzionale recentissima e che adesso lei venga a fare l’autonomista con il petto in fuori dicendo che il Governo è confuso mi sembra fuori luogo – ha detto Sammaritani -.
Direi che siete anche un tantino arroganti e vedo anche scorrettezza in ciò che è stato detto.
Un principio costituzionale non può essere violato, è molto semplice.
La legge nazionale abolisce il numero dei mandati per i sindaci e già nel Consiglio di febbraio avevamo evidenziato il rischio di impugnativa.
Eppure, siete arrivati in aula con un emendamento, per accontentare una parte della vostra maggioranza.
Mi auguro che non si spendano i soldi dei cittadini per resistere contro l’impugnativa perchè si sa già come andrà a finire.
Non facciamo richiamo all’autonomia, questa non è autonomia, se volete diventare indipendentisti, staccatevi e fate come vi pare, ma non facciamo gli autonomisti con il petto in fuori e invece andiamo con la testa contro il muro.
Aggravi chiede un approfondimento in Prima Commissione
«Il classico esempio di gatta frettolosa che ha fatto i gattini ciechi» – secondo il capogruppo di RV Stefano Aggravi che ha proposto «un approfondimento in Prima Commissione, audendo anche il presidente del Consiglio permanente degli enti locali».
Guichardaz: troppa confusione, fare chiarezza in modo celere
La consigliera capogruppo di PCP Erika Guichardaz ha ricordato «quel Consiglio dove si era già posta la legittimitàd ella norma e dove ci fu il voto segreto e il nostro voto e quello di altri tre consiglieri fu contrario».
Guichardaz ha segnalato «le incertezze e la confusione per le elezioni regionali, sulle quali pende la possibilità di un referendum confermativo.
Si deve fare chiarezza, i cittadini devono essere rassicurati, Parliamo di principi costituzionali tra i quali c’è anche parità di genere. Ritengo che si debba fare chiarezza in modo celere. Conoscere le regole del gioco mi sembra il minimo» ha concluso Guichardaz.
Baccega chiede copia della corrispondenza tra Stato e Regione
Secondo il consigliere di FI Mauro Baccega«il presidente Testolin non manca mai di attaccare Governo nazionale quando cerca di mettersi al riparo da magagne come quelle evidenziate dal collega Sammaritani. Chiederemo di avere copia della corrispondenza intercorsa tra Stato e regione per capire meglio la situazione».
Marguerettaz: nessun sindaco è incandidabile
Il capogruppo UV Aurelio Marguerettaz, ha evidenziato che «a oggi, nessun sindaco è bloccato rispetto a una sua candidatura. Se vogliamo ricamare sulle spaccature nel centro destra, basta vedere cosa è successo in due Regioni a Statuto speciale, il Friuli – dove gli assessori di una parte politica si sono dimessi – e in Trentino-Alto Adige dopo il ricorso del Governo Meloni sui terzi mandati: un Governo che non ha un approccio particolarmente favorevole nei confronti delle Autonomie speciali e delle Regioni più in particolare» ha lamentato Marguerettaz.
Manfrin: 4 mandati per fare un favore al PD
Ha concluso il dibattito il consigliere capogruppo della Lega Andrea Manfrin.
«Mentre la legge dello Stato non ha messo limiti al mandato dei sindaci, noi lo abbiamo previsto nel numero di quattro, unicamente per marcare la differenza come richiesto dal Partito Democratico.
Il nostro gruppo ha evidenziato questa bizzarria per cui i diritti vengono compressi a beneficio di accordi politici. Di questo la Regione deve rendere conto, oggi, allo Stato e domani agli elettori che decideranno sulla bontà di questa decisione».
(c.t.)