Botta e risposta Fp e Lega: Padovani «leghisti in netta retrocessione»; Perron «Lei è politicamente inconsistente»
Battibecco in Consiglio Valle durante il dibattito sulla mozione contro il riarmo europeo tra il consigliere del gruppo Fp-Pd Andrea Padovani e i consiglieri della Lega Vallé d'Aoste sulla storia del ventennio fascista e sui comunismi
Botta e risposta Fp e Lega: Padovani «leghisti in netta retrocessione»; Perron «Lei è politicamente inconsistente».
Battibecco in Consiglio Valle durante il dibattito sulla mozione contro il riarmo europeo tra il consigliere del gruppo Fp-Pd Andrea Padovani e i consiglieri della Lega Vallé d’Aoste sulla storia del ventennio fascista e sui comunismi.
La querelle
Ha puntualizzato Simone Perron (Lega): «Non siamo pacifisti a oltranza. La Lega rivendica la sovranità degli Stati nazionali, spetta loro decidere quanto spendere per le armi. Non vogliamo un superstato europeo. L’Italia non passò da un giorno all’altro dal fascismo alla resistenza. Ci fu una resa dei conti come avviene nelle guerre vicili. La guerra fredda è finita da un pezzo: Trump e Putin si alleeranno per isolare la Cina».
«Lei è qui a fare il consigliere regionale grazie all’allegra combriccola – come l’avete definita – del manifesto di Ventotene. Noi con disabilità dobbiamo molto ai resistenti. La Lega è in netta retrocessione rispetto agli altri 2 alleati di governo. Forse la sua acredine deriva da questo» ha replicato Padovani.
Andrea Padovani Fp -Pd
«Ho la faccia di un fascista? A 70 anni dalla fine del fascismo? Forse ho solo studiato più di quanto non abbia fatto Lei. Io contestualizza la storia a destra e a sinistra. Federico Chabod, il grande storico, rimase al suo posto di professore. La storia non è una partita di calcio. Lei è sempre stato politicamente inconsistente» ha ribattuto Perron che ha aggiunto, replicando a Pcp «il giudizio storico è sfaccettato. Il fascismo è stato un periodo storico, che ebbe un ampio consenso, i cui aspetti non sono tutti negativi. Fu certamente un partito unico. Le leggi razziali furono un obbrobrio».
Non risparmia critiche Andrea Manfrin: «Dalle sue reazioni scomposte pare che ci siano stati dei rimbrotti da parte dei colleghi. Lei non è così sicuro. Lei vede la sua stella rossa volgere al termine. Io non ho mai parlato di pacifismo. Il piano ben preciso della Von der leyen è di rimettere in sesto l’industria pesante tedesca. Noi non ci stiamo a sostenere la sua manovra. La Nato è di per sé uno scudo difensivo. Facciamo le belle addormentate nel bosco ma non è così. Ceausescu in Romania uccise 700 bambini disabili. Lei è un orfano politico, un mendicante».
(re.aostanews.it)