Al via progetto digitalizzazione gestione actinidia del kiwi
Roma, 5 giu. (askanews) – Parte da Cesena e arriva fino in Lazio un nuovo progetto dedicato alla digitalizzazione della filiera del kiwi italiano: si chiama “Quality kiwi” ed è promosso da Apofruit Italia, con il contributo di Ri.Nova, del Crea e di partner scientifici e tecnologici. Obiettivo: digitalizzare la gestione produttiva dell’actinidia grazie allo sviluppo di un Sistema di Supporto Decisionale interamente dedicato alla coltura: il DSS-Kiwi.
“DSS-Kiwi è una piattaforma evoluta che integra dati agro-meteorologici, sensori in campo, modelli previsionali e protocolli tecnici in un unico ambiente digitale – spiega Andrea Grassi, direttore innovazione e sviluppo di Apofruit – Pensato per rispondere alle esigenze pratiche degli agricoltori e delle Organizzazioni di Produttori, il sistema offrirà supporto decisionale per la gestione dell’irrigazione, della fertilizzazione, della difesa fitosanitaria e della qualità del frutto, fino alla tracciabilità del lotto”.
Tutto nasce per trasferire strumenti concreti alle aziende agricole per affrontare le principali avversità che affliggono i produttori di kiwi, dalla moria delle piante al PSA, alle sfide climatiche, oltre a migliorare la qualità della produzione e aumentare la sostenibilità ambientale. Il progetto, che coinvolge anche l’ufficio tecnico ad elevata specializzazione di Apofruit ad Aprilia (LT), prevede l’installazione di sensori per il monitoraggio del suolo, l’uso di immagini satellitari e sistemi di supporto per la gestione irrigua e nutrizionale, con l’obiettivo di ottimizzare le risorse e ridurre l’impatto ambientale, tema particolarmente importante in una coltura, quella del kiwi, storicamente accusata di essere particolarmente idrovora.
In parallelo, saranno sviluppati modelli per il controllo delle principali avversità, con particolare attenzione anche alla moria delle piante, internazionalmente conosciuta come KVDS (Kiwifruit Vine Decline Syndrome). Grazie alla possibilità di monitorare la qualità in pre-raccolta e programmare in modo efficiente le operazioni di raccolta, conferimento e stoccaggio, il DSS-Kiwi diventerà anche uno strumento strategico per l’intera filiera, contribuendo alla valorizzazione del prodotto e alla garanzia della tracciabilità.
“Il progetto punta anche a misurare e migliorare l’impatto ambientale delle produzioni, attraverso l’integrazione di indicatori di sostenibilità e l’analisi dell’eco-efficienza, in linea con gli standard europei – conclude Grassi – In termini economici, l’adozione del DSS-Kiwi potrà aiutare le aziende a recuperare competitività, aumentando la resa per ettaro e l’efficienza nell’uso di input produttivi. L’obiettivo finale è duplice: più qualità e meno sprechi”.