Legge elettorale, referendum confermativo rigettato, il mea culpa di Distort
Il consigliere leghista chiede scusa al Comitato per la riforma elettorale per aver invalidato la richiesta di referendum avendo certificato, senza averne i requisiti, 158 firme
Legge elettorale, referendum confermativo rigettato, il mea culpa di Distort. L’ufficio di Presidenza del Consiglio Valle attesta l’illegittimità della richiesta di referendum confermativo presentata dal Comitato per la riformata elettorale perché all’appello mancano 158 firme. Sono state annullate perché Distort non aveva i requisiti di certificatore.
Il mea culpa
«È mia abitudine prendermi le responsabilità delle mie azioni e, soprattutto, dei miei errori e sono quotidianamente oggetto del giudizio da parte del giudice più spietato: la mia coscienza.Tutti possono compiere errori, ma pochi sono in grado di ammetterli .È con questo spirito che, rifuggendo qualunque giustificazione, rivolgo le mie più profonde scuse al Comitato per la riforma elettorale, di cui ho sostenuto con ogni sforzo l’obiettivo di raccogliere le firme necessarie».
«Purtroppo la mia mancata messa agli atti della richiesta di autorizzazione a svolgere il ruolo di certificatore – scrive il consigliere leghista -, nonostante la mia qualifica di consigliere regionale, ha impedito, formalmente, il superamento del numero minimo di firme (per un numero di 7 firme): questa situazione pesa particolarmente sulla mia coscienza soprattutto nei confronti di tutte quelle persone che hanno dedicato tempo, energie e risorse per una raccolta di firme che, agli effetti numerici, ha dimostrato l’abbondante superamento del numero minimo richiesto, segnale di ottima capacità di raccolta di consenso e della chiara volontà dei firmatari».
«Riconosco perfettamente la passione e l’impegno di questo lavoro, provato in prima persona, avendo raccolto quasi 160 firme, da solo, passando di casa in casa. Mi conforta che il Referendum rimanga comunque garantito dal deposito delle 7 firme dei consiglieri regionali, tra cui la mia, e rinnovo con la più sincera contrizione d’animo le mie scuse a ogni singolo sostenitore del progetto referendario e ai 2.268 valdostani che hanno espresso la chiara volontà di sottoporre a referendum la recente legge regionale, risultata marginale e irrilevante» si chiude la nota.
(re.aostanews.it)