Difensora civica: «Cittadini sono disorientati, serve maggiore comunicazione, ma manca personale»
Tracciato il bilancio del 2024 dell'Ufficio della difensora civica e del garante dei detenuti, dei minori e delle persone con disabilità. Affrontati in totale 603 casi portati da 232 utenti
Cittadini disorientati, cronica carenza di organico, ma anche uno step importante in chiave organizzativa per arrivare a trattare meglio i dati e assistere meglio chiunque abbia necessità di risolvere controversie con la pubblica amministrazione. In soldoni, si riassume così l’attività 2024 della difensora civica della Valle d’Aosta, Adele Squillaci.
Il punto sull’anno appena trascorso dell’Ufficio di difesa civica e del garante dei detenuti, dei minori e delle persone con disabilità, è stato fatto venerdì mattina in conferenza stampa, parlando di un totale di 603 casi affrontati portati da 232 utenti.
Difensora civica: «2025 anno zero», nonostante la carenza di personale
La difensora civica ha esordito parlando delle nuove modalità di raccolta e analisi dei dati, grazie a un nuovo applicativo «che migliora la rendicontazione dei colloqui con gli utenti e la classificazione delle loro richieste, rendendo i dati più facilmente analizzabili – ha spiegato -. Il 2025 sarà l’anno dell’effettiva piena operatività», che porterà vantaggi anche nell’accoglienza delle variegate casistiche che si presentano nel quadruplo ruolo.
Ruolo minato, ancora una volta, da un problema atavico.
«Il problema fondamentale è la carenza di personale – ha confermato una volta di più Adele Squillaci -, che riguarda peraltro tutta la pubblica amministrazione. In ogni caso, l’ufficio è sempre stato disponibile ad accogliere chiunque ne abbia fatto richiesta, anche solo per dare un consiglio, anche in ambiti non strettamente di competenza, registrando un miglioramento nella qualità delle risposte».
Ufficio difensora civica
Poi, l’analisi dei dati fondamentali dei quattro uffici, a cominciare dal ruolo di Difensora civica, che nel 2024 ha trattato 404 casi, portati da 150 utenti, definendone il 95,5%; 18 non sono ancora stati conclusi.
Di questi, il 19,8% (80) riguarda la Regione, il 19,6% i comuni (19,6%); in aumento, al 17,8% (72 casi) gli enti dipendenti della Regione o dei concessionari di servizio pubblico, e all’11,1% (45 casi) l’Usl.
Quasi la metà dei casi (46,5%) riguarda l’area dell’ordinamento (settori non necessariamente legati a un istituto pubblico, riguardanti sanzioni, tariffe, anagrafe, catasto, danni e situazioni internazionali).
La maggior parte degli utenti (38%) rientra nella fascia d’età 50-60 anni, con un’età media di 57 anni, in salita di 2 anni sul 2023; solo il 2% degli utenti (8% nel 2023) è rientrato nella fascia 20-30 anni.
«Il dato che emerge è che i cittadini sono disorientati, non tanto i giovani, ma soprattutto la fascia oltre i 60 anni, che per anni ha risparmiato, investito sulla casa e ora si trova una situazione sconvolta – ha illustrato Squillaci -. C’è anche un problema di comunicazione: le istituzioni non trasmettono chiarezza in materia di sanzioni e cose simili e anche per questo abbiamo deciso di investire sull’aspetto comunicativo».
Garante dei detenuti: «A Brissogne manca personale amministrativo e agenti»
L’Ufficio del garante dei detenuti ha trattato e concluso 97 casi, di cui 3 non conclusi nel 2023, presentati da 42 ristretti o familiari.
I casi, principalmente, sono stati connessi alla condizione di restrizione della libertà personale: 42 casi su 97 hanno riguardato la casa circondariale di Brissogne, 11 l’Usl.
E proprio su Brissogne si è concetrata l’attenzione della Garante dei detenuti.
La capienza è di 181 posti, con un’occupazione, al 31 dicembre 2024, pari a 141 ristretti, in aumento sui due anni precedenti (132 nel 2023 e 102 nel 2022).
Di questi, 24 sono nati in Valle, 48 vi sono residenti, 55 sono italiani e 86 stranieri.
«Nell’anno passato siamo arrivati a una situazione limite in materia di organico amministrativo e di agenti – ha evidenziato Adele Squillaci – e tale carenza è stata espressa in tutte le sedi. C’è un solo assistente contabile, un solo educatore e questo rende difficile la gestione delle relazioni di sintesi che portano il magistrato di sorveglianza a concedere o negare benefici di legge».
Con il percorso formativo inficiato dalla condizione di «istituto di transito», nel corso dell’anno si sono registrati periodi «e comportamenti non consoni da parte di detenuti che si presentano di difficile gestione, dovuti a patologie complesse o a problemi legati a varie dipendenze (34 in tutto i soggetti dipendenti) – ha continuato Squillaci -. È difficile immaginare soluzioni per persone con problemi di salute mentale dentro al carcere. Per fortuna, gli agenti, nonostante la cronica carenza, il personale medico e la maggiore presenza di psicologi hanno alleviato il disagio».
In definitiva, «c’è un immenso bisogno di rivedere le strutture, ma anche di educazioni, così da provare a dare un bagaglio e una chance ai detenuti» ha chiosato Adele Squillaci.
Garante dei minori
Sui minori, la garante Adele Squillaci ha snocciolato i numeri: in Valle sono 18.218 (8.766 femmine, 9.452 maschi), tutti dati in calo rispetto al 2023 (-350 totali, -193 femmine e -157 maschi).
«Ma non tutti sono fortunati» ha esordito Squillaci, ricordando come nelle comunità socio educative ci sono 97 minori (75 in Valle e 22 fuori, i casi più gravi), con 48 Msna (minori stranieri non accompagnati), in arrivo principalmente da Asia Meridionale, Nord Africa e Africa Occidentale.
La maggior parte (58) ha tra i 16 e i 17 anni, 6 sono nella fascia 0-1 anno.
E i tutori sono solamente 11.
La garante, nel 2024, ha trattato e concluso 42 casi presentati da 17 cittadini.
La maggior parte (21) riguardanti la Regione e, in particolare, il settore istruzione, cultura e formazione professionale (14 casi).
«Il calo demografico porterà grandi problemi, ma accanto a questo fenomeno preoccupa ancor più la salute di adolescenti e bambini, in particolare per i disturbi del comportamento alimentare, la cui insorgenza è sempre più precoce – ha continuato Squillaci -. Nel 2024 sono stati seguiti 103 giovani».
Garante delle persone con disabilità
Altro tema delicato è quello della disabilità.
L’Ufficio della garante ha affrontato 60 casi, proposti da 23 utenti (58 risolti), 37 hanno riguardato la Regione, con 23 sulle politiche sociali.
«L’attività si è concentrata principalmente sull’ascolto delle persone e dei loro caregiver – ha concluso Squillaci -. Il dato positivo è che non si sono riscontrate discriminazioni nell’accesso ai servizi o comportamenti non consoni di servizi sociali, ma ci sono stati dati molti elementi per capire come vivono le persone con disabilità».
(al.bi.)