Studio: dopo avvio percorso psicologico, meno visite, farmaci e accessi al Pronto Soccorso
Roma, 13 giu. (askanews) – Unobravo, Società Benefit e leader nel settore della psicologia online in Italia, con il Dipartimento di Psicologia Dinamica, Clinica e Salute dI Sapienza Università di Roma, ha presentato oggi uno studio che indaga il rapporto tra interventi psicologici e domanda di servizi sanitari generali. Come si rileva, i soggetti che hanno intrapreso un percorso di supporto psicologico (di almeno sei mesi) hanno dichiarato una riduzione nell’utilizzo di prestazioni sanitarie – tra cui accessi al pronto soccorso, visite specialistiche ed esami di laboratorio. Si tratta, informa una nota, di dati preliminari dai quali emerge una significativa relazione tra l’avvio di un percorso di supporto psicologico e l’utilizzo dei servizi sanitari con ricadute nell’ambito della salute psicofisica.
Il progetto ha coinvolto 3.460 persone1 che avevano intrapreso con Unobravo un percorso psicologico della durata minima di sei mesi. A ciascun partecipante è stato richiesto, tramite un questionario, di indicare con quale frequenza avesse fatto ricorso, nei tre mesi precedenti all’inizio dell’intervento e negli ultimi tre mesi2, a diverse prestazioni sanitarie: accessi al pronto soccorso, visite specialistiche, esami diagnostici e assunzione di farmaci.
L’analisi del campione considerato mostra una variazione statisticamente significativa in vari ambiti di utilizzo di alcuni dei più comuni servizi sanitari. Ad esempio, rispetto ai tre mesi antecedenti all’inizio del percorso psicologico, il numero medio degli accessi al pronto soccorso si riduce, dal punto di vista descrittivo, del 50%.
Sempre dal punto di vista descrittivo, anche il ricorso agli esami di laboratorio mostra una diminuzione complessiva del 15%; la tendenza alla riduzione si conferma anche nei sottogruppi per genere ed età. Nel gruppo dei partecipanti over 35, appare inoltre una diminuzione delle visite specialistiche (che calano, dal punto di vista descrittivo, di circa il 10%).
Il trend si riflette, infine, anche sull’uso dei farmaci: nel campione totale, nelle donne e nel gruppo degli over 35, il numero di persone che dichiarano di assumere farmaci prescritti, con regolarità, diminuisce nel tempo; diminuisce, inoltre, anche il numero di persone che dichiarano di assumere farmaci di automedicazione “molto spesso” e “spesso”, sia nei sottogruppi che nel campione totale.
“Lo studio condotto rappresenta un primo passo utile per esplorare, in un’ottica retrospettiva, alcune variabili legate alla salute psicofisica dei pazienti che hanno intrapreso un percorso psicologico con Unobravo,” dichiara Michela Di Trani, professoressa associata presso Sapienza Università di Roma e responsabile scientifico della ricerca, per l’ateneo. “È opportuno sottolineare che si tratta di un’indagine preliminare. Nel complesso, però, i risultati emersi tracciano un trend incoraggiante, e offrono elementi interessanti per orientare il disegno di ricerche future, in grado di approfondire ulteriormente l’impatto di percorsi psicologici, in una logica olistica rispetto al benessere psicofisico del paziente.”
Accanto agli indicatori sanitari, lo studio ha raccolto anche il punto di vista soggettivo dei partecipanti sul proprio stato di salute psicofisica. A distanza di almeno sei mesi dall’inizio del percorso psicologico, oltre tre persone su quattro (76%) dichiarano di percepire un miglioramento complessivo del proprio benessere.
Le aree indicate come maggiormente interessate da effetti positivi sono la gestione dello stress, dell’ansia e del tono dell’umore. In particolare, l’83% dei partecipanti riferisce una riduzione dei livelli di stress, il 79% una diminuzione dell’ansia, e il 78% un miglioramento del tono dell’umore. A confermare questa tendenza interviene anche il giudizio sintetico sull’efficacia percepita del percorso psicologico nel migliorare la qualità della vita: su una scala da 1 a 10, i partecipanti hanno attribuito un punteggio medio di 8,1, con una concentrazione rilevante nelle fasce più alte (8, 9 e 10), che da sole rappresentano il 70% delle risposte.
“Questo studio rappresenta per noi solo il primo passo di un percorso di indagine più ampio, ma i risultati già tracciano una direzione chiara e incoraggiante: per molte persone, il benessere psicologico si traduce anche in un cambiamento nel rapporto con la salute fisica e con il sistema sanitario,” commenta Danila De Stefano, CEO & Founder di Unobravo. “Abbiamo scelto di mettere a sistema queste conoscenze con grande senso di responsabilità, consapevoli del potenziale trasformativo che possono generare – non solo per i singoli, ma per l’intero ecosistema della sanità. È un invito, per tutti noi, a riflettere sull’impatto strutturale che la psicologia può avere se integrata in modo più sistemico nel nostro quotidiano”.
Lo studio ribadisce l’impegno continuo di Unobravo a esplorare e documentare, con rigore scientifico, le molteplici ramificazioni che un percorso di supporto psicologico può avere sulla vita delle persone e sulla società. Con un ecosistema che conta oltre 300.000 pazienti e quasi 8.000 terapeuti, Unobravo continua a investire nella ricerca per promuovere una cultura della salute mentale basata su evidenze e libera da stigma – in linea con la propria visione di un futuro in cui prendersi cura del benessere psicologico sarà considerato normale.