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  • Solstizio d’estate, sabato 21 l’osservazione al Cromlech del Piccolo San Bernardo
    ATTUALITA'
    di Cinzia Timpano  
    il 20/06/2025

    Solstizio d’estate, sabato 21 l’osservazione al Cromlech del Piccolo San Bernardo

    Il professor Guido Cossard, fisico e archeoastronomo ha compiuto il suo primo studio di Archeoastronomica proprio sul Cromlech del Piccolo e gli ha dedicato un libro fresco di stampa

    Solstizio d’estate, sabato 21 l’osservazione al Cromlech del Piccolo San Bernardo

    È il momento in cui il Sole raggiunge la posizione più settentrionale nel cielo, segnando l’inizio dell’estate astronomica nell’emisfero boreale.

    Domani, sabato 21 giugno, solstizio d’estate, sarà il giorno più luminoso e lungo dell’anno.
    La parola solstizio deriva dal latino solstititum – sol (sole) e verbo sistere (fermarsi) indicando proprio il fatto che il sole, in questo giorno si ferma e raggiunge la sua massima altezza rispetto all’equatore; poi, gradualmente arriverà al suo punto più basso, nel solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno.

    Il solstizio è un momento

    «Il solstizio è un momento e il giorno del solstizio contiene questo momento.
    Quest’anno il solstizio cade alle 2.42 del tempo medio di Greenwich, il tempo utilizzato per convenzione degli astronomi; noi, rispetto a Greenwich, siamo un’ora avanti in inverno e due in estate; per noi quindi per noi sono le 4.42 della notte tra 20 e 21, quindi sabato 21 giugno; in quel momento il sole descrive l’arco più alto di tutto l’anno, raggiungendo la massima declinazione» spiega l’archeoastronomo Guido Cossard.

    Riti magici e pagani e San Giovanni

    Il fenomeno astrologico è celebrato sin dall’antichità con riti magici e pagani, spesso ringraziando la Madre Terra con fuochi purificatori per scacciare le tenebre e talvolta intrecciandoli con le celebrazioni per san Giovanni Battista che si ricorda il 24 giugno.

    Il Cromlech del Piccolo San Bernardo

    Chez nous, la magia del solstizio d’estate si potrà vivere la Cromlech di epoca preromana del Piccolo San Bernardo, nell’osservazione organizzata dal comune di La Thuile sabato 21 giugno con il professor Guido Cossard, fisico e archeoastronomo che proprio al Cromlech del Piccolo San Bernardo ha dedicato il suo ultimo libro.
    L’appuntamento è alle 18.30 circa.

    Tra luce e tenebre

    Il professor Guido Cossard

    Spiega il professor Cossard: «Verso le 19.30, il sole tramonta dietro il Lancebranlette che è la vetta più alta sull’orizzonte Nord-Ovest e che è una meridiana naturale; il tramonto avviene vicinissimo alla vetta ma in una sella, in questo modo il sole proietta un’ombra semicircolare, un’ombra falcata che nel momento del tramonto si avvicina al Cromlech, sembra avvolgerlo e in quel momento, l’area sacra è in luce con le tenebre attorno.
    Il momento è molto suggestivo.

    Questo è uno degli aspetti del Cromlech, ci sono tanti aspetti che fanno sì che quello sia considerato un luogo sacro.

    Il testo di Petronio

    Tra l’altro, c’è un testo di Petronio Arbitro che nel Satyricon descrive il Cromlech ed è molto dettagliato.

    «(…) lassù nelle Alpi vicino al cielo, nel luogo in cui, scostate dalla potenza divina di Graius, le rocce si vanno abbassando e si lasciano valicare, c’è il luogo degli altari sacri di Ercole».

    E ancora, «l’inverno lo copre di una neve persistente e alza la sua testa bianca verso gli Astri».

    «È sempre interpretato in chiave poetica ma Petronio sapeva che quello era un osservatorio astronomico e che questo alzare il capo verso il cielo era un modo per misurare le stelle e le date» precisa il professor Cossard.

    «Le parole di Petronio consentono di localizzare con precisione l’arco di Alpi che contorna i confini della Valle d’Aosta, a Ovest, in corrispondenza del confine con la Francia, si innalzano le Alpi Graie, il loro nome è dovuto proprio al fatto che il nume tutelare di questo tratto di Alpi era Graius; l’altro tratto di Alpi che separa l’Italia dalla Svizzera vedeva come divinità protettrice il dio Penn, dal quel deriva il nome di Alpi Pennine.

    Petronio parla di Graius e l’autore latino aggiunge quelle «rocce che si vanno abbassando», testimoniando la presenza di un passo, il colle del Piccolo San Bernardo appunto che a 2188 metri collega il vallone di La Thuile con il dipartimento della Savoia.
    Nel pensiero di Petronio poi, lo scostamento delle rocce è voluto, è un’azione divina, «benevolmente compiuta per consentire all’uomo di valicare la montagna» analizza il professor Cossard nel suo libro ‘Archeoastronomia – il Cromlech del Piccolo San Bernardo’.

    Gli Altari di Ercole

    Gli altari di Ercole cantati da Petronio sono dei menhir, disposti in circolo.

    Il Cromlech si trova su uno spartiacque; il cerchio di pietre erette, il più alto d’Europa è formato da 46 pietre; non sono molto alte, spuntano dal terreno per un’altezza compresa tra 22 e 50 cm. Il diametro del cerchio è però notevole, 72 metri.

    «Intorno al Cromlech poi, ci sono alcune meridiane naturali, una è il Monte Bianco, che segna il Nord e non è secondario, perchè per chi valicava le Alpi e faceva un viaggio così lungo e difficoltoso, avere una direzione certa era fondamentale, una montagna che, a differenza delle altre, anche con una luce debole si vede, contribuisce a dare sacralità a quel luogo» conclude Cossard.

    Il libro del professor Guido Cossard

    Il libro del professor Cossard dedicato al Cromlech del Piccolo San Bernardo

    Al Cromlech del Piccolo San Bernardo è dedicato l’ultimo libro di Guido Cossard, fisico, archeoastronomo, attualmente docente a contratto all’Università, già autore di numerosi testi.

    Nel 2005, considerato il suo contributo all’Archeoastronomia, la International Astronomical Union gli ha intitolato il pianetino 4993, il pianetino Cossard.

    «Ne ‘Il Cromlech del Piccolo San Bernardo ho raccolto tutta una serie di ricerche, di lavori e anche di approfondimenti nati da confronti di tanti e tanti anni passati al Cromlech – spiega il professor Cossard -.

    Quello al Cromlech del Piccolo San Bernardo è il primo studio di Archeoastronomia che ho fatto nel 1987 quando gli archeoastronomi erano visti più come stregoni che non scienziati – spiega -.
    Ci sono molto affezionato e inoltre, grazie a questo studio e a quello su Saint-Martin de Corléans mi hanno dedicato il pianetino 4993, il pianetino Cossard.
    Certo non lo dedicano a tutti, è un grosso sasso alla fine e ce ne sono almeno 30 mila, all’Osservatorio di Pino Torinese ce ne sono 4-5 però è una soddisfazione» ammette con modestia.

    Le novità sul Pianetino Cossard

    «Sul sito della Nasa ho scoperto uno studio sul pianetino Cossard che ha accertato che esso è un vestoide cioè un pezzo dell’asteroide Vesta, il più grande, con un diametro di 525 km – precisa -.
    Se si guarda un’immagine di Vesta, si notano due grosse cavità, due cicatrici, effetto di uno o due impatti avvenuti più di 4 miliardi di anni fa e da questo impatto si sono staccati una dozzina di pianetini e uno di questi è proprio il pianetino Cossard.

    Astronomia ma non solo

    Nel libro, Cossard parla del Cromlech del Piccolo San Bernardo, del significato astronomico ma anche di altri siti del Piccolo, come ad esempio la locanda destinata al ricovero dei viandanti che attraversavano il passo ma anche la colonna di pietra sulla quale oggi c’è una statua di San Bernardo e che anticamente ospitava l’Escarboucle, un enorme rubino rosso che spandeva raggi di luce rossastra.
    Spazio anche al primo e mitologico passaggio di Ercole e ad altri cerchi di pietre del mondo, dal celeberrimo Stonehenge a Callanish, fino ai megaliti africani.

    (cinzia timpano)

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