Accenture: le aziende europee devono accelerare l’adozione dell’Intelligenza Artificiale
AskaNews
di Administrator Marketing  
il 01/07/2025

Accenture: le aziende europee devono accelerare l’adozione dell’Intelligenza Artificiale

Roma, 1 lug. – Le imprese europee devono potenziare rapidamente le capability legate all’Intelligenza Artificiale per colmare il crescente divario di produttività e rimanere competitive nello scenario mondiale.

Secondo un nuovo studio Accenture, in media, un lavoratore europeo produce oggi solo il 76% rispetto a un collega statunitense – un calo significativo rispetto alla parità registrata trent’anni fa – e individua il persistente sotto investimento nella tecnologia come una delle principali cause.

Nonostante il recente rapporto Draghi sulla competitività europea abbia individuato nell’IA una potenziale soluzione ai problemi di produttività, lo studio Accenture evidenzia come le imprese europee non stiano ancora sfruttando appieno l’opportunità dell’intelligenza artificiale.

Attualmente, oltre la metà (il 56%) delle 800 grandi aziende europee intervistate non ha ancora scalato un investimento rilevante in IA. Eppure, se tutte le grandi aziende europee con ricavi superiori a 1 miliardo di euro migliorassero le proprie capacità in ambito IA fino a eguagliare quelle dei settori più avanzati, Accenture stima che potrebbero generare fino a 200 miliardi di euro in più di ricavi annuali.

Mauro Macchi, CEO Accenture EMEA, ha dichiarato: “In un periodo di crescenti incertezze geopolitiche, trovare una soluzione al divario di produttività in Europa non è mai stato così cruciale. L’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità unica per reinventare l’economia europea e rafforzarne la competitività. Le aziende stanno facendo progressi, ma devono puntare su cloud, modernizzazione delle architetture dati e formazione delle competenze per scalare più rapidamente. Una strategia industriale coordinata, con infrastrutture condivise e investimenti comuni, è fondamentale per evitare dispersione e rendere accessibili a tutte le imprese europee capacità computazionali, ricerca e sviluppo e formazione. L’Europa ha tutto ciò che serve per cogliere la rivoluzione dell’IA. È il momento di agire”.

Lo studio rileva che le grandi imprese europee stanno adottando l’IA più rapidamente rispetto a quelle più piccole, il che potrebbe aggravare il divario di produttività.
Quasi la metà (il 48%) delle aziende più grandi ha implementato almeno una iniziativa trasformativa con IA generativa, contro meno di un terzo (31%) delle imprese più piccole. Dato che in Europa la concentrazione di PMI è superiore a quella statunitense, questa fascia rappresenta una grande opportunità.

L’adozione dell’IA varia anche tra i settori: l’automotive, l’aerospace e la difesa sono quelli più avanti, mentre telecomunicazioni e utilities sono in ritardo. Poiché questi ultimi rappresentano infrastrutture critiche, la loro bassa maturità in IA rappresenta un rischio per la competitività e la sovranità regionale.
Anche il settore industriale – che genera oltre un quarto del PIL europeo – deve ancora sfruttare pienamente il potenziale dell’IA. Queste disparità richiedono un approccio più uniforme all’adozione della tecnologia.

Il rapporto individua inoltre le capacità chiave, dai dati al talento, che servono per creare valore dagli investimenti in IA.
Le competenze sono ben distribuite nei diversi Paesi, con Svizzera, Germania, Regno Unito e Francia leggermente più avanti rispetto a Italia e Spagna.

Teodoro Lio, Amministratore Delegato di Accenture Italia, ha commentato:
“Le imprese italiane stanno mostrando un’accelerazione decisa nell’adozione dell’Intelligenza Artificiale per rafforzare la propria competitività. Quasi la metà ha già scalato almeno un progetto di Gen AI e molte stanno ottenendo ritorni superiori alle aspettative: un segnale concreto di un sistema che si sta attivando per giocare da protagonista nella nuova fase industriale. Allo stesso tempo, solo il 19% delle aziende ha oggi una strategia davvero matura su dati e AI: questo ci dice che il potenziale di crescita è ancora enorme.
Il futuro della competitività italiana è nelle nostre mani. Attraverso un impegno sistemico e un’accelerazione su competenze, infrastrutture e sull’integrazione dell’AI nei processi produttivi, possiamo consolidare il nostro ruolo di potenza manifatturiera ed esportatrice, rafforzando la capacità di innovare e trasformare profondamente la nostra economia.
In questo percorso, è fondamentale includere anche le PMI, che rappresentano il cuore del nostro tessuto industriale. Estendere l’accesso all’innovazione anche dove oggi è meno diffusa è la chiave per una crescita più sostenibile, inclusiva e resiliente”.

Per ottenere tutti i benefici dell’IA, lo studio invita a costruire un ecosistema europeo solido e competitivo, promuovendo l’inclusione delle PMI, la nascita di un ecosistema sovrano e una strategia industriale comune.
L’alfabetizzazione sull’IA e lo sviluppo delle competenze sono fondamentali, considerando che il 60% dei lavoratori europei teme di perdere il lavoro a causa dell’IA e il 36% si sente poco preparato a utilizzarla in modo efficace.

Il report individua i principali ostacoli alla scalabilità dell’IA e propone alcune raccomandazioni:

• Data foundation: investire per eliminare i silos informativi e creare una base end-to-end con dati di qualità;
• Team multidisciplinari: sviluppare il talento con percorsi di formazione continua per creare le competenze necessarie;
• Sicurezza: costruire un core digitale sicuro per ridurre vulnerabilità, ridondanze e debito tecnico;
• Valore di business: identificare casi d’uso concreti con ritorni sull’investimento dimostrabili;
• Alfabetizzazione IA: offrire più formazione e supporto, garantendo strumenti accessibili e user-friendly.

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