Uiv: con vendemmia normale rischio 90 mln hl in cantina e crollo prezzi
Milano, 3 lug. (askanews) – I primi 5 mesi di quest’anno hanno accusato forti cali tendenziali dei volumi consumati in tutti e 4 i principali mercati di sbocco (Italia a -1,8%, Stati Uniti a -4,7%, Uk a -3% e Germania a -9,6%), che assieme quotano il 73% del fatturato italiano per le imprese di vino tricolori. Il saldo delle vendite nel retail segna una contrazione del 3,4%, che sale a -5,3% per i vini fermi/frizzanti (+4,9% gli spumanti). In questo contesto, che coinvolge tutti i Paesi produttori, l’Italia è però l’unica a veder aumentare il proprio vigneto e perciò il proprio potenziale. E’ quanto emerge dal focus dell’Osservatorio Uiv, presentato oggi da Carlo Flamini all’Assemblea generale di Unione Italiana Vini in corso nella sede di Confcommercio a Roma.
Secondo le stime dell’Osservatorio, una vendemmia da 50 milioni in carenza di domanda determinerebbe un quantitativo in Cantina al prossimo ottobre da circa 90 milioni di ettolitri, l’equivalente di quasi due raccolti. Una condizione insostenibile in questo momento storico, che porterebbe a una vera e propria decurtazione dei valori del potenziale stimata attorno al 5,3%, ovvero oltre mezzo miliardo di euro di saldo negativo tra 2025 e 2024 e un prezzo medio del valore della produzione in ribasso in doppia cifra.
“I problemi c’erano anche prima – ha commentato Frescobaldi – ma siamo stati ‘salvati’ da due vendemmie eccezionalmente contenute rispetto alle medie: ora serve un bagno di umiltà, produrre 7-8 milioni di ettolitri in meno per mantenere il timone di uno degli asset italiani più remunerativi della nostra bilancia commerciale”.