Ue, Fondo unico nazionale Pac-Coesione: la “mission impossible” di Fitto
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il 05/07/2025

Ue, Fondo unico nazionale Pac-Coesione: la “mission impossible” di Fitto

Roma, 5 lug. (askanews) – Continua a trovare forti opposizioni da parte di molti paesi e regioni dell’Ue, e da parte del mondo agricolo l’ipotesi, a cui sta lavorando la Commissione europea, di accorpare in un ‘Fondo unico nazionale’ con gestione centralizzata tutti i fondi versati da Bruxelles agli Stati membri, e in particolare quelli destinati alle Politiche regionali e la Coesione Territoriale (Fondo europeo di sviluppo regionale e Fondo sociale europeo), e alla Politica agricola comune (Pac, che comprende i pagamenti diretti agli agricoltori e i fondi per lo sviluppo rurale).

La motivazione che sta dietro il tentativo di centralizzare in un fondo unico nazionale i finanziamenti comunitari agli Stati membri è stata esposta in un documento interno preparato a maggio dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e dal commissario al Bilancio, Piotr Serafin, in cui si ricorda che ‘l’attuale bilancio a lungo termine contiene una serie di fondi pre-assegnati agli Stati membri, nell’ambito della politica di coesione, dell’agricoltura, del clima, della pesca e degli affari interni, che richiedono una programmazione nazionale/regionale’, e si spiega che ‘ogni cambiamento o nuovo obiettivo richiede modifiche giuridiche’, e che ciò comporta ‘rigidità’ a ‘complessità’ nella gestione di questi fondi.

‘Riunire le azioni finanziate da questi fondi – è il ragionamento della Commissione – nell’ambito di partenariati nazionali e regionali per investimenti e riforme, nel quadro degli obiettivi e delle priorità politiche dell’Ue, apporterebbe efficienze ai beneficiari, ridurrebbe le sovrapposizioni e aumenterebbe considerevolmente la flessibilità, e quindi l’impatto del nostro bilancio’.

In pratica, dietro il disegno della riforma del Fondo unico, c’è il modello di centralizzazione e ‘condizionalità’ nella gestione dei finanziamenti che è usato nel Piano di Recovery ‘NextGenerationEU’, con le rate del Pnrr sborsate da Bruxelles ogni volta che sono stati conseguiti le tappe intermedie (‘milestones’) e gli obiettivi finali concordati con il paese beneficiario.

Da notare che proprio a questo disegno si è opposto, con una lettera inviata a Ursula von der Leyen nei giorni scorsi, tutto il gruppo dirigente dei Socialisti e Democratici (S&D) al Parlamento europeo.

Questa grande riforma dei fondi europei, che dovrebbe essere prospettata con la proposta per il nuovo bilancio comunitario di lungo termine 2028-2034 (Quadro finanziario pluriennale – Qfp), attesa dalla Commissione il 16 luglio, è un progetto che poi dovrà poi essere sostenuto e portato avanti dal vicepresidente esecutivo italiano della Commissione, Raffaele Fitto, perché fa parte del suo mandato.

Ma il governo italiano, che ha candidato a Bruxelles il suo ex ministro alla Coesione e ha poi accolto con soddisfazione il ruolo rilevante che gli è stato assegnato nell’Esecutivo comunitario, e oggi tra i paesi che più si oppongono a quel progetto.

Pochi giorni fa, l’Italia ha firmato, insieme a un nutrito gruppo di altri Stati membri (Bulgaria, Repubblica Ceca, Grecia, Spagna, Croazia, Ungheria,Lituania, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia) un ‘Non Paper'(documento informale) in cui si afferma ‘l’opinione comune che solo un bilancio distinto e cospicuo (‘robust’, ndr) e una metodologia di allocazione dei fondi basata sulle regioni, che rifletta i loro diversi livelli di sviluppo, insieme a una legislazione specifica dedicata (‘stand alone’, ndr) alla Politica di Coesione, possono garantire che il prossimo Quadro finanziario pluriennale garantisca unità, competitività e convergenza a lungo termine in tutte le regioni dell’Ue’.

E se 14 Stati membri sono contrari ad accorpare i finanziamenti peer la Coesione in un Fondo unico nazionale, l’opposizione è ancora più netta e generalizzata tra le regioni stesse. L’alleanza EUregions4cohesion, che ne rappresenta 132, ha inviato la scorsa settimana una lettera congiunta alla presidente della Commissione europea, chiedendo ‘un regolamento specifico per la coesione’ e ‘una assegnazione indicativa dei fondi regionali’, considerando che questi due elementi ‘garantiranno il mantenimento di un ruolo forte delle regioni nella futura politica e un’attenzione specifica ai punti di forza e alle specificità dei territori’.

‘La politica di coesione – si ricorda nella lettera – è la principale politica di investimento a lungo termine, che contribuisce a rafforzare la competitività europea, l’autonomia strategica, la transizione verde e digitale e a ridurre le disparità territoriali. Le regioni – sottolinea l’alleanza EUregions4cohesion – respingono chiaramente l’eventuale centralizzazione della politica a livello degli Stati membri e la discrezionalità che di conseguenza verrebbe concessa (ai governi nazionali, ndr) nell’allocazione delle risorse. Un simile approccio metterebbe a repentaglio l’accesso alla politica di coesione da parte di tutte le regioni e potrebbe ulteriormente aggravare la complessità dell’attuazione di questa politica. Ciò potrebbe portare, in definitiva, a un allentamento degli obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale, e ad aumentare, anziché ridurre, le disparità territoriali’.

Quanto all’ipotesi di accorpamento della Pac negli eventuali fondi unici nazionali, la situazione è in rapida evoluzione. Innanzitutto, l’opposizione delle organizzazioni agricole europee (riunite nel Copa-Cogeca), e in particolare di quelle italiane, non potrebbe essere più chiara e decisa. Il Copa-Cogeca ha lanciato una petizione il 19 giugno con ‘l’obiettivo è di sensibilizzare e mobilitare l’intera comunità agricola europea contro l’idea di un ‘fondo unico’, all’interno del quale potrebbe essere integrata la Pac dopo il 2027′. In uno dei punti della petizione si chiede di ‘preservare la ‘C’ di Pac: respingere la rinazionalizzazione della politica agricola comune’, perché ‘un’ulteriore rinazionalizzazione frammenterebbe il mercato unico, accrescerebbe le disuguaglianze tra gli Stati membri e destabilizzerebbe le comunità rurali e il reddito degli agricoltori’.

In questo caso, gli Stati membri che si sono espressi contro questo progetto sono ancora di più che per la Coesione, 17 in tutto. E lo hanno fatto prendendo posizione ufficialmente contro il ‘fondo unico’ durante il Consiglio Agricoltura dell’Ue del 26 maggio, sulla base di un documento proposto proprio dall’Italia, insieme alla Grecia.

‘Oggi l’Italia insieme alla Grecia ha detto no all’accorpamento dei fondi per l’agricoltura e per la pesca in un fondo unico europeo. Alla nostra posizione si sono aggiunte altre quindici nazioni, è un grande successo’, ha commentato il ministro italiano dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida in una nota pubblicata a margine della Consiglio.

Nel testo, i paesi firmatari affermano: ‘Nutriamo forti preoccupazioni circa l’idea, spesso avanzata, di istituire un fondo unico e un Piano nazionale che sostituirebbero l’attuale approccio basato su fondi e programmi separati per agricoltura e pesca. Ciò comporterebbe il rischio concreto di indebolire l’efficacia e la coerenza delle politiche e di perdere la flessibilità necessaria per rispondere alle esigenze del settore’… ‘L’idea di creare un fondo unico e un piano unico per tutti gli strumenti di intervento dell’Ue non è affatto adeguata agli ambiziosi obiettivi’ attribuiti alla Politica comune della pesca e alla Pac, e ‘rappresenterà una minaccia per le efficacissime misure di sviluppo rurale, essenziali per un’agricoltura sostenibile e completa in tutto il territorio dell’Ue’. Perciò, conclude il documento, ‘invitiamo la Commissione a rispettare un bilancio coerente e dedicato all’agricoltura e alla pesca in tutte le consultazioni dell’Ue durante le discussioni sul futuro Quadro finanziario pluriennale, al fine di salvaguardare il buon funzionamento delle politiche comuni’.

Bisogna dire, in questo caso, che le opposizioni al ‘fondo unico’ dei paesi membri del settore interessato hanno trovato occhi e orecchie molto sensibili da parte del commissario europeo all’Agricoltura, il lussemburghese Christophe Hansen, che si è espresso ripetutamente a favore del mantenimento di un bilancio specifico per la Pac, per ‘non cambiare ciò che già funziona’, e per mantenere gli strumenti attuali ‘solidi ed efficienti anche in futuro’.

Gli ultimi segnali che giungono da Bruxelles sembrano indicare che, alla fine, potrebbero ssere mantenuti in un fondo separato i pagamenti diretti agli agricoltori, mentre rimane incerto il destino dei fondi per lo sviluppo rurale, che hanno comunque già subito una profonda trasformazione con la recente revisione della Pac, che li ha convertiti da un meccanismo sottoposto a ‘condizionalità ambientale’ (niente pagamenti a chi non rispetta le norme ambientali), a uno strumento di incentivazione (più soldi a chi si impegna sul piano ecologico).

Infine, dal punto di vista italiano va registrata anche una inedita presa di posizione congiunta di due europarlamentari normalmente su fronti contrapposti, Dario Nardella (Pd, S&D) e Herbert Dorfmann (Svo, Ppe), che in un comunicato stampa del 3 luglio perorano un ‘fronte comune per difendere il settore agricolo europeo’. I due eurodeputati affermano forte contrarietà a ogni tentativo di portare la gestione del bilancio agricolo su una logica puramente intergovernativa, fondata su negoziati bilaterali tra Commissione e Stati membri.

‘Dobbiamo prepararci – affermano – a una battaglia difficile a partire dal prossimo 16 luglio, quando la Commissione europea presenterà la proposta del Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2028-2034, che potrebbe prevedere una unificazione del bilancio e tagli rilevanti alla Politica agricola comune. Una scelta del genere – concludono Dorfmann e Nardella – rappresenterebbe un colpo durissimo alla struttura portante dell’Europa rurale e produttiva’.

Di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese

[Italia tra i più contrari al progetto|PN_20250705_00044|nl50| https://askanews.it/wp-content/uploads/2025/07/20250705_174707_0EB90364.jpg |05/07/2025 17:47:21|Ue, Fondo unico nazionale Pac-Coesione: la “mission impossible” di Fitto|Ue|Politica, Europa Building]