Davide Brignone: «L’incidente di Fede mi ha toccato nel profondo, non esiste una dead line per tornare ad allenarsi in vista delle Olimpiadi»
Il fratello-allenatore della Tigre delle nevi tra passato, presente e futuro: «Il giorno della caduta ho vissuto in una bolla; non ha disimparato a sciare, l'importante è che guarisca perfettamente e torni sugli sci con il giusto spirito»
Davide Brignone è rientrato da qualche giorno di vacanza in Sardegna.
Il fratello-allenatore della Tigre delle nevi ha il volto disteso e abbronzato, anche se porta i segni di un incontro un po’ troppo ravvicinato con una tavola da surf, una delle grandi passioni di famiglia.
Federica e Davide Brignone in relax in Sardegna
Durante la chiacchierata ci si mette anche una vespa dispettosa a provare a fargli perdere l’aplomb, ma nemmeno una poco gradita puntura sul labbro lo fa arrabbiare.
A togliergli, anche solo per un attimo, la proverbiale e invidiabile serenità è il pensiero che torna a quel maledetto giovedì 3 aprile.
Un infortunio gravissimo ai Campionati Italiani, arrivato al termine di una stagione meravigliosa, condita da tre Coppe del Mondo (generale, discesa e gigante) e dalle due medaglie ai Mondiali, oro in gigante e argento in superG.
Davide Brignone: «L’incidente di Fede mi ha toccato nel profondo»
Davide, cosa ha pensato quando ha visto la caduta di Federica?
«Mi sono reso subito conto che fosse un infortunio grave, anche se non pensavo così grave. Di solito rimango fermo e aspetto di vedere cosa fa Fede, invece quel giorno sono partito per andare da lei. I primi ad arrivare siamo stati io e Luca Scarian, il preparatore atletico della Fisi. Ero un po’ sotto shock, ma sono riuscito a mantenere la calma. L’incidente mi ha toccato nel profondo, anche ripensarci adesso mi fa male, io e lei siamo molto vicini, abbiamo condiviso così tanto, viviamo praticamente in simbiosi. Lei aveva male, ma ha saputo rimanere calma, super tranquilla. Sono consapevole che ci si può fare molto più male di così, ma vivere un fatto del genere in prima persona è impattante, comunque sia, sono contento di essere stato il primo ad arrivare».
Come ha vissuto quella giornata?
«Mi è sembrato di essere in una bolla. Sono salito con lei sull’elicottero, poi ho organizzato le cose pratiche, fungendo da ponte con la commissione medica della Fisi. Quando hanno deciso di trasferirla a Milano, ho preso la macchina e l’ho raggiunta alla Clinica La Madonnina, arrivando quando si stava svegliando dall’intervento. Ho fatto tutto quello che andava fatto, ma ero in un mondo ovattato».
È stato più forte il dolore da allenatore o da fratello?
«Il fratello ha preso il sopravvento, perché è quello che sono prima di tutto. Io sono diventato allenatore perché sono suo fratello, voglio il suo bene e questa è la mia forza. Bisogna avere le palle per dirle di no e prendersi le proprie responsabilità, per un atleta è importante avere qualcuno che ci mette sempre la faccia. Il tecnico per conquistarsi la fiducia deve esporsi».
Davide Brignone: «Giusto andare agli Italiani, scelta che rifarei 500 volte su 500»
Lei ha avuto gravi infortuni che l’hanno costretta a chiudere prestissimo una carriera promettente. Tutto questo l’ha coinvolta ancora di più?
«Sono consapevole di cosa significhi farsi del male. Devi rinunciare a fare le cose che ami, devi faticare molto di più che negli allenamenti e Federica sta lavorando più di prima, praticamente non ha mai staccato, al posto delle meritate vacanze c’è tanta fisioterapia».
Si è parlato a lungo della decisione di partecipare ai Campionati Italiani dopo una stagione così intensa. Potesse tornare indietro, cosa farebbe?
«Le scelte si fanno prima, poi è inutile parlarne, ma la rifarei 500 volte su 500, sono convinto che sia stato giusto partecipare agli Assoluti. Non è la prima volta che sciava quando era un po’ stanca e in altri momenti lo era stata di più. I grandi campioni hanno delle responsabilità e i Campionati Italiani fanno parte di queste. Magari c’è una ragazzina che ti ha guardato in televisione tutta la stagione e sogna di gareggiare con te una volta nell’anno, se ci riesce e ti vede da vicino, può aumentare le sue chances di fare strada. Credo che sia giusto che ci sia qualcuno che in determinati momenti della stagione lasci da parte l’egoismo per dare il buon esempio, aiutando i giovani a credere in valori sani».
Davide Brignone: «Giusto puntare sulla sicurezza, ma non credo sia giusto abbassare il livello delle gare»
Sempre a proposito dell’infortunio, ha fatto discutere il fatto che i teli delle porte non fossero sganciabili.
«Ci sono già stati miglioramenti, ma i teli sono pericolosi e non è facile trovare la soluzione ideale. Si cerca di fare il meglio in tema di sicurezza, lo sci alpino si sta muovendo in questa direzione, però non bisogna esagerare. Onestamente l’idea di abbassare il livello delle gare (lavorando su tipo di neve, salti e piste) per renderle meno pericolose non mi fa impazzire. Io credo che non tutto sia per tutti e che sia giusto che chi ha qualcosa in più sotto il profilo del coraggio debba avere la possibilità di dimostrarlo».
Davide Brignone: «Fondamentale il mood con cui tornerà sugli sci»
Il pensiero è già andato alla ripresa del lavoro?
«Al momento no, Fede è concentrata sulla fisioterapia, sarebbe sbagliato iniziare a pensare al rientro sugli sci, è troppo presto. La sua testa deve elaborare il tutto con i tempi giusti, in questo momento procediamo step by step, non si può costruire una casa partendo dal tetto. Lei deve cercare di stare bene il prima possibile, a quel punto guarderemo il calendario e metteremo giù gli obiettivi, l’importante sarà con che mood arriverà al momento di rimettere gli sci».
Davide Brignone: «Non esiste una dead line per tornare ad allenarsi in vista delle Olimpiadi»
Inevitabile parlare delle Olimpiadi: c’è una data oltre la quale non si può andare per tornare ad allenarsi?
«Non esiste una dead line. Una campionessa del suo livello, se sta bene e sente fiducia quando chiude gli attacchi, può giocarsi le Olimpiadi anche tornando in pista a ridosso dell’evento, non disimpara certo a sciare in questi mesi. Per riuscirci, però, è fondamentale che faccia di tutto per stare bene e lei si sta impegnando al massimo riuscirci. Quando torni fisicamente e mentalmente al 100%, puoi pensare a ottenere grandi risultati».
Davide Brignone: «Colpito dalla forza d’animo di Fede, l’infortunio potrebbe allungarle la carriera di un’altra stagione»
Cosa l’ha colpita di più di sua sorella?
«Che non si è mai demoralizzata. Fede è stata un esempio per tutti. Quando l’hanno caricata sul toboga diceva: quello che dovrò fare per guarire, lo farò. E, infatti, lo sta facendo con la solita determinazione feroce. Io la conosco bene, ma è riuscita a stupirmi, sta vivendo una situazione atipica, alla quale non puoi prepararti. È quando non tutto va come vorresti che devi fare la differenza e lei sta dimostrando prima di tutto a se stessa che è capace di reagire a qualcosa di tostissimo».
L’infortunio potrebbe allungarle ulteriormente la carriera?
«Perché no, ma è un argomento che non mi compete. Ho sempre detto che deve capire lei quando sarà il momento giusto per dire basta. Penso che le sarebbe piaciuto smettere dopo Milano Cortina, ma non escludo che, se avesse replicato una stagione tipo l’ultima, alla fine avrebbe potuto dire: “Perché smettere? Continuo fino ai Mondiali di Crans Montana, che è una località che mi piace tanto”. Io non mi intrometto, perché so che potrei influenzarla e non sarebbe giusto».
(davide pellegrino)