VdA Aperta: sì ai bacini idrici, ma no a quello del Leissé a Pila
L'ampliamento del bacino artificiale per produrre neve artificiale non piace per le dimensioni e l'impatto ambientale
VdA Aperta: sì ai bacini idrici, ma no a quello del Leissé a Pila.
Nella serata di lunedì 21 luglio Valle d’Aosta Aperta ha presentato le proprie osservazioni al progetto depositato dalla società Pila Spa, relative all’ampliamento del bacino artificiale del Leissé per produrre neve artificiale.
Le falle
Una serata in cui la consigliera Erika Guichardaz e gli ingegneri Marco Foretier e Ezio Roppolo hanno evidenziando diverse problematiche riferite a quest’opera. In particolare, l’altezza dello sbarramento, prevista in 14,95 metri, pare non essere determinata da esigenze progettuali, ma dalla volontà di sottrarlo al controllo dell’Autorità “Dighe”, l’organo ministeriale che verifica in costruzione ed esercizio la sicurezza delle dighe oltre i 15 metri di altezza.
Trattandosi di uno sbarramento costruito con la terra dello scavo stesso, inoltre, la tolleranza sull’altezza è piuttosto ampia.
Cahier des doléances
VdA Aperta lamenta la mancanza di una visione generale sullo sviluppo del comprensorio e le criticità legate alla risorsa idrica nella Conca di Pila; critica la dimensione dell’ampliamento del bacino eccessiva (“manie di gigantismo”), non supportata da approfondite analisi di soluzioni alternative che rispondano a tutte le esigenze del territorio; inaccettabili l’impatto ambientale e il consumo di suolo (circa 13.000 mq) e un’ampia movimentazione di terra (circa 120.000 mc); o volume di rifiuti importanti dalla demolizione delle opere esistenti, incluse 25 tonnellate del telo impermeabile in polietilene esistente.
Progetto anacronistico
Denuncia VdA Aperta: «Il progetto è considerato anacronistico e in contrasto con la Strategia di Sviluppo Sostenibile e la Strategia di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, che puntano alla tutela del paesaggio e al ripensamento dei modelli turistici. Inoltre non si comprende quale impatto l’opera avrà su Golf e Golf House, né quali siano tempistiche e le ipotesi per l’ampliamento del “domaine skiable».
«Valle d’Aosta Aperta, alla luce della superficialità del progetto e del pesante impatto prefigurato, richiede una approfondita integrazione del progetto e un percorso di confronto sullo stesso, inclusa la verifica di alternative meno impattanti che possano anche rispondere alle esigenze del settore agricolo» conclude il movimento civico.
(re.aostanews.it)