Il saluto di benvenuto ai turisti del vescovo Lovignana
Nel suo messaggio riflette sui conflitti che insanguinano la terra e sui tanti bambini che muoiono di fame.
Il saluto di benvenuto ai turisti del vescovo Lovignana. Nel suo messaggio riflette sui conflitti che insanguinano la terra e sui tanti bambini che muoiono di fame.
Il messaggio
Cari fratelli e sorelle che giungete in Valle d’Aosta per qualche giorno di riposo e di vacanza, siate i benvenuti e sentitevi accolti dalla nostra Chiesa.
Condivido con voi un pensiero che mi ritorna quando mi siedo a tavola per consumare i pasti: «Posso mangiare quando tante persone, soprattutto bambini, muoiono di fame a Gaza e in altre parti del mondo?».
Estendo il pensiero e aggiungo: «Si può andare in vacanza quando più di cinquanta conflitti insanguinano la terra e condannano popoli interi all’angoscia e alla paura?».
La risposta non può essere banale.
È ovvio che, potendolo fare, è necessario mangiare e anche fare vacanza per alimentare le forze e conservare l’equilibrio necessari alla vita, alle relazioni, al lavoro.
Al di là dell’ovvio, rimane che la mente e il cuore non possono e non devono staccarsi dalla sofferenza di tanti nostri compagni di viaggio sulle strade del mondo. Mi pare che il tempo della vacanza possa offrire l’opportunità di coltivare una più grande vicinanza nei loro riguardi.
Come? Innanzitutto, con la preghiera di intercessione. La vacanza è anche tempo propizio per l’ascolto e la meditazione della Parola di Dio che culmina nella celebrazione eucaristica.
La preghiera di intercessione si inserisce in questo circuito. Memori delle parole di Gesù: Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà (Mt 18, 19), intensifichiamo la rete di supplica perché i cuori si convertano, i potenti si aprano al dialogo, le armi cadano dalle mani dei violenti e cominci un tempo di riconciliazione.In secondo luogo, con la solidarietà con chi patisce guerra e fame. Non facciamo mancare loro, attraverso gli organismi ecclesiali, il nostro aiuto offrendo quanto è nelle nostre possibilità.
San Paolo quando organizzava la colletta per i poveri di Gerusalemme scriveva ai Corinzi di fare memoria di Gesù che da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà (2 Cor 8,9). Non possiamo dirci discepoli di Cristo e spendere quanto abbiamo solo per noi e per la nostra famiglia; destiniamo qualcosa a chi ha bisogno di tutto.
Facciamolo anche con qualche privazione, abbracciando uno stile di maggiore sobrietà ed evitando ogni forma di spreco. Solo così, del resto, le parole e la pietà diventano vere e anche capaci di educare chi è più giovane a una visione di giustizia sociale e di condivisione.Infine, con l’azione per costruire cultura di pace.
Essa si realizza attraverso il tempo dedicato a una informazione critica sulle situazioni del mondo e il confronto con altre persone, ma soprattutto scegliendo di essere costruttori di concordia in ogni circostanza della vita familiare e sociale e rinunciando a ogni forma di violenza anche solo verbale.
Concludo augurando a tutti un tempo buono di rigenerazione fisica e spirituale e chiedendo a sacerdoti e fedeli della diocesi di Aosta di essere sempre, come singoli, come famiglie, come comunità, il volto bello e accogliente della nostra Chiesa!
Franco Lovignana