Vino, aggressione omofoba contro Giuseppe Luciano Aieta (Cà du Ferrà)
Milano, 18 ago. (askanews) – Aggredito alle spalle da un uomo con il passamontagna, spinto per terra per un tentativo di stupro e infine, sotto la minaccia di un coltello, legato e imbavagliato ad un palo nel vigneto dove stava lavorando. E’ quanto è accaduto pochi giorni fa a Giuseppe Luciano Aieta, titolare con il marito Davide Zoppi, della bella e apprezzata Cantina con agriturismo “Cà du Ferrà”, sulle alture di Bonassola (La Spezia). A denunciare l’aggressione omofoba (subito denunciata alle forze dell’ordine), è stata la stessa coppia di produttori in una lettera aperta rivolta ai loro concittadini e alla comunità del borgo ligure, pubblicata sui social. L’aggressione è terminata per l’avvicinarsi di un Apecar.
“Sono giorni difficili e dolorosi, nei quali la nostra vita è stata segnata da un episodio di inaudita violenza” scrivono ricostruendo l’episodio, sottolineando che “questa aggressione non è un episodio isolato: da oltre un anno e mezzo, Giuseppe ed io viviamo in un clima pesante, fatto di pressioni, rancori, atti persecutori e tentativi di delegittimazione personale e professionale. Un clima che, pur senza nominare nessuno, è noto a molti e che oggi ha fatto da terreno fertile ad un gesto vile e intollerabile”.
“Noi, in tutto questo tempo, abbiamo sempre vissuto alla luce del sole, con viso aperto e testa alta” si legge sempre nella lettera aperta, rimarcando che “continueremo a farlo, così come continueremo a promuovere, con il nostro lavoro, il nostro sudore e la nostra passione, le meraviglie di questa Terra. Chi sceglie la viltà, l’agire torbido e meschino e la violenza non vuole bene a questa Comunità e, siamo certi, troverà sempre la porta chiusa. Siamo figli di questa terra – proseguono – e continueremo a custodirla e ad amarla, a lavorare tra i filari e a credere nei valori che Bonassola rappresenta: comunità, rispetto, dignità”.
“In questi giorni abbiamo sentito forte la vostra vicinanza. In tanti ci avete scritto, chiamato, abbracciato: questo ci dà la forza per andare avanti e per non sentirci soli. La vostra solidarietà è il segno più autentico che la comunità di Bonassola rifiuta la violenza e non intende lasciare spazio a chi vive di odio e intimidazione” continuano Zoppi e Aieta, chiedendo “di non rimanere indifferenti. Questo non è solo un attacco a noi due: è un attacco ai valori di civiltà che tengono insieme una Comunità. È tempo che Bonassola scelga da che parte stare: dalla parte del rispetto, della giustizia, della libertà”.