Il mecenate Rechsteiner, l’arte di donare dalla Val d’Orcia a Napoli
Milano, 19 ago. (askanews) – (di Cristina Giuliano) “L’arte è il dono che lascia un segno nel cuore di chi la osserva”. Urs Rechsteiner non è solo un appassionato d’arte; è un uomo che ha fatto della sua passione una missione di vita. A soli 20 anni, non comprava auto, ma opere d’arte. Un gesto che racconta amore per la bellezza in tutte le sue forme, passione che non ha mai smesso di crescere. E che oggi si trova a cavallo tra due Paesi, l’Italia e la Svizzera.
Nel 2022, il sentimento ha preso forma ufficialmente con la creazione della Fondazione Urs Rechsteiner (FUR), una realtà culturale senza scopo di lucro, pensata per custodire, valorizzare e diffondere l’arte, la cultura e la bellezza dei territori. Un’eredità destinata a proseguire: Rechsteiner vuole infatti che la missione della fondazione possa continuare anche dopo di lui, diventando un punto di riferimento culturale duraturo. “Ho sempre pensato che l’arte fosse un dono, e il mio desiderio è che questo dono possa continuare a vivere anche quando non ci sarò più,” racconta Rechsteiner.
Tra le sue iniziative più note, una delle più significative è la donazione della Collezione delle Panchine, una serie di 28 opere d’arte realizzate da artisti contemporanei che avevano interpretato il tema della seduta e della panchina. Queste opere, che erano rimaste in deposito per oltre 30 anni, sono state acquistate dal mecenate e donate al Comune di Pienza per essere esposte lungo il Sentiero dell’Arte e dell’Anima. “Queste panche ora hanno compiuto il loro destino,” afferma e c’è una nota personale che emerge dalle sue parole: “Mi dispiace solo che molti degli artisti oggi non ci siano più. Non hanno potuto vedere cosa hanno creato di straordinario”. Le sculture, infatti, non sono semplici opere d’arte, ma veri e propri strumenti di contemplazione, progettati per integrarsi nel paesaggio mozzafiato della Valdorcia, creando un ponte tra l’uomo e la natura circostante.
Questo progetto, che si snoda attraverso il paesaggio della Val d’Orcia, ha l’obiettivo di unire arte e natura, offrendo ai visitatori la possibilità di fermarsi a riflettere in punti panoramici che combinano il valore estetico delle sculture con la bellezza naturale circostante.
“QUI MI PIACE. CI STO BENE”
La passione per l’arte di Rechsteiner si intreccia con il suo amore per la Toscana, una terra che lo ha conquistato circa 30 anni fa. “Cercavo un luogo dove acquistare una casa per i miei momenti di relax,” spiega. Dopo aver esplorato la Costa Azzurra, un tour del vino lo ha portato a scoprire le colline senesi, e in quel momento ha capito: “Qui mi piace. Ci sto bene”. Così è arrivato a Villa Santa Maria, che oggi ospita la Fondazione e il suo giardino di sculture.
Questo giardino non è solo una semplice esposizione di arte: è un racconto sulla nascita della vita, sul rapporto tra l’uomo e Dio, tra il bene e il male. Le opere di artisti che lavorano il marmo, l’acciaio e il bronzo raccontano storie cosmiche, dalla creazione dell’universo alla nascita dell’uomo e della donna, fino alla loro esistenza tra virtù e vizi. “Ogni scultura è pensata per raccontare un aspetto della creazione,” afferma Rechsteiner, che ha progettato ogni dettaglio con cura.
Anche in questo caso, il legame tra arte e territorio è fondamentale: nel giardino di Villa Santa Maria, infatti, si trova una panca scultorea dell’artista Riccardo Grazzi, che rappresenta l’unione tra Pienza e Montepulciano, un segno tangibile del “Sentiero dell’Arte e dell’Anima”.
LEGAME STORICO CON NAPOLI E IL MECENATISMO
Oltre alla Toscana, un altro luogo che ha un posto speciale nel cuore di Rechsteiner è Napoli. La città partenopea, infatti, è legata alla sua famiglia da una lunga tradizione: il suo antenato, Johann Baptist Rechsteiner, fu ufficiale delle Guardie Svizzere a Napoli dal 1832 al 1853. E proprio a Napoli, quest’anno, saranno collocate due sculture di Grazzi, donate da Rechsteiner al Real Albergo dei Poveri. Un simbolico abbraccio tra le due città che celebra, ancora una volta, l’unione tra arte, storia e territorio.
Urs Rechsteiner non è solo un collezionista, ma anche un mecenate che crede profondamente nella sinergia tra pubblico e privato per il bene della cultura. “Insieme si può fare molto per valorizzare i luoghi e i territori,” afferma, evidenziando come l’arte debba essere condivisa e compresa, soprattutto dalle nuove generazioni. La sua visione del mecenatismo è quella di un atto generoso che non solo supporta economicamente l’arte, ma che costruisce una rete di persone e comunità, in cui ogni progetto diventa un’opportunità di crescita collettiva.
“Fare mecenatismo richiede passione e coraggio di rischiare,” spiega Rechsteiner. “Significa mettersi in gioco per creare ricchezza per l’anima”.
GUARDANDO AL FUTURO
Rechsteiner non nasconde il suo entusiasmo per nuovi progetti. “Siamo al lavoro su qualcosa di speciale”, confida. Il Sentiero dell’Arte e dell’Anima continuerà a crescere, preservando la sua bellezza e arricchendo la comunità di Pienza.
Un’altra delle sue ambizioni è quella di creare una pubblicazione multilingue per raccontare la storia di questo luogo e permettere a chiunque di immergersi nella sua magia. E, ovviamente, la bellezza dei territori celebrata attraverso le sculture- panchine si estenderà oltre Pienza, toccando nuove città come fatto con Napoli, dando vita a un abbraccio tra arte, cultura e natura che non conosce confini. Creando un impatto duraturo per le generazioni future.