Aggrediti da un detenuto, 30 giorni di prognosi per 2 agenti di polizia penitenziaria
I fatti sono accaduti stamattina, domenica 24 agosto, alla casa circondariale di Brissogne
Aggrediti da un detenuto, 30 giorni di prognosi per 2 agenti di polizia penitenziaria.
Sono stati dimessi questa sera i due agenti di polizia penitenziaria che questa mattina, domenica, sono stati aggrediti alla casa circondariale di Brissogne da un detenuto.
Lo rende noto il vice segretario regionale del Sindacato nazionale autonomo di polizia penitenziaria Matteo Ricucci.
Il rifiuto di entrare in cella, poi la violenza
Secondo quanto riferito dal Sinappe, un detenuto di origini nordafricane rifiutava di entrare in cella per futili motivi.
Nonostante il tentativo di due agenti di polizia penitenziaria di riportarlo alla calma, l’uomo ha aggredito i malcapitati con ripetuti pugni.
Gli agenti sono stati portati in Pronto Soccorso e dimessi in serata con una prognosi di 30 giorni.
«Escalation di violenza»
«L’ennesimo fatto gravissimo, che non è soltanto un episodio ma segna una vera e propria escalation di violenza contro il personale di polizia peniternziaria – commenta il vice segretario regionale Sinappe Matteo Ricucci -.
Il personale è quotidianamente esposto a rischi elevati, svolgendo un ruolo fondamentale per la sicurezza pubblica con abnegazione e professionalità, spesso in condizioni di estrema difficoltà e con risorse insufficienti».
Il Sinappe condanna l’accaduto e chiede «urgenti interventi al fine di affrontare in modo strutturale le criticità rappresentate per poter garantire sicurezza e dignità per le donne e gli uomini in divisa che prestano servizio nei reparti detentivi», augurando pronta guarigione al personale aggredito.
Il Sinappe chiede di espatriare i detenuti extracomunitari
Agli auspici per una pronta guarigione si aggiungono anche il segretario nazionale Raffaele Tuttolomondo e il segretaria generale Sinappe Roberto Santini che esprimono vicinanza al personale della casa circondariale di Brissogne.
«Chiediamo al Governo un intervento concreto per espatriare i detenuti extra-comunitari. Questi facinorosi, con questo modus operandi dimostrano di non essere interessate ad alcun percorso di reinserimento nel tessuto sociale Italiano.
L’unica soluzione è che scontino la pena nel paese di provenienza» concludono i vertici del sindacato autonomo di polizia penitenziaria».
(re.aostanews.it)