Elezioni comunali: fallisce il tentativo di Progetto Popolare di radicarsi in Valle d’Aosta
Il promotore, Luca Tordella, aveva depositato oggi una lista ad Arvier e una a Jovençan, con l'intenzione di arrivare anche in altri 5/6 comuni; la diffidenza della popolazione e l'intervento delle forze dell'ordine lo hanno fatto desistere
Progetto Popolare non può contare su Arvier e la Valle d’Aosta.
È fallito il tentativo di espandersi a macchia d’olio nelle varie regioni d’Italia presentando liste alle elezioni comunali nei piccoli paesi valdostani con il simbolo di Progetto Popolare.
«Abbiamo deciso di ritirarci, sono intervenuti anche i carabinieri mentre andavo chiedendo le firme alle persone in paese» dice Luca Tordella promotore dell’iniziativa.
«Abbiamo provato a depositare le liste anche ad Avise (dice storpiando il nome in un Avais) e Jovençan (che non sa pronunciare), ma è assurdo, in questi piccoli paesi non c’è un’anima viva in giro, sono morti. Per me comuni così vanno chiusi».
E allora perché presentare una lista nei piccoli comuni?
«Perché Progetto Popolare non ha mai concorso in Valle d’Aosta ed era un modo per radicarci, promuovere il simbolo» spiega Tordella.
«Dicono che siamo di fuori, ma tra i candidati ci sono persone che lavorano ad Aosta e a Vercelli, chi lo dice che non sono sul territorio?» aggiunge.
«Comunque sono dell’idea che non si debba andare a dare fastidio in casa d’altri. Abbiamo capito che davamo fastidio, qualcuno ha pure chiamato i carabinieri, e allora abbiamo preferito ritirarci e lasciar stare».
«Non so venuto da Roma fino a qui per dare fastidio, ma per dare promozione al nostro progetto».
Il caso
Nella mattinata di oggi un gruppo di persone residenti in varie regioni si è presentato nelle segreterie comunali di Arvier, Avise e Jovençan con l’intenzione di depositare una lista di candidati.
I promotori non sapevano però di dover raccogliere le firme (queste sì di residenti) perché la lista sia valida e si sono messi a caccia di persone disposte a firmare destando non pochi sospetti.
Progetto Popolare in Italia
Tordella non è nuovo a iniziative di questo tipo, in passato è stato spesso accusato di far parte del fenomeno “candidopoli” o “la banda dell’aspettativa” denunciato da Striscia la Notizia e da la Repubblica che ha ricostruito come lo stesso gruppo di persone si candidi praticamente ogni anno in centri diversi, applicando sempre lo stesso sistema, per avere, probabilmente, «l’aspettativa elettorale di 30 giorni che, per legge, spetta a chi si candida» scrive il quotidiano.
Il promotore dell’iniziativa parla di «guai precedenti» ma non si sofferma spiegando come sì, ha già portato avanti il suo Progetto Popolare nel Lazio, in Toscana, nelle Marche, in Puglia.
«Volevamo fare un tentativo per partecipare anche qui, i candidati li avevamo, una settantina da presentare in 6/7 comuni, volevamo andare anche a Brusosn e Saint-Barth… Prima di venire qui avevo contattato anche delle persone locali che però mi hanno risposto picche, se dai fastidio al territorio, è meglio farsi da parte» dice Tordella.
«Quindi niente. è arrivato l’ordine dall’alto del ritiro completo in tutti i Comuni, ce ne andiamo».
(erika david)