Elezioni comunali: gruppo di Varese deposita seconda lista ad Arvier e la terza a Jovençan
Le stesse persone sarebbero state avvistate anche ad Avise; Lucianaz «operazione assurda, senza nessun legame con il territorio». Di casi analoghi si erano occupate Striscia la Notizia e la Repubblica
Colpo di scena durante la prima giornata di deposizione delle firme per le elezioni comunali del 28 settembre.
Ad Arvier probabilmente ci sarà una seconda lista.
Non si tratta però di un gruppo di cittadini scontenti dell’amministrazione uscente o che vuole proporre un’alternativa al paese, ma ha tutti i contorni di un’operazione che nasconde qualche evidente beneficio per i candidati.
Il fatto
Un gruppo di persone della provincia di Varese, e qualcuno di Colleferro (Roma), ha presentato agli uffici comunali di Arvier una lista di nove candidati, tutti di fuori Valle, aspirando a concorrere alle elezioni.
Non sapevano però di dover trovare almeno cinque persone disposte a firmare perché la lista sia valida ed è così partita la caccia al sottoscrittore in centro paese, dopo un rifornimento, riferisce chi li ha visti, al bancomat…
Nel mirino del gruppo lombardo i paesi monolista dei dintorni di Aosta.
Le stesse persone sono state avvistate ad Avise, dove però finora sembra non abbiano concluso nulla, e a Jovençan, dove hanno depositato i loro candidati, ignari però che invece lì una seconda lista ci sarà.
E proprio a Jovençan le persone hanno chiesto indicazioni per un bancomat e cercato firme tra gli anziani del paese, davanti alla chiesa, che non hanno però abboccato.
Un paio di giovani, al momento, ai quali la mancia poteva far comodo pare invece che i lombardi li abbiano trovati ad Arvier.
«Operazione assurda»
«Questa è un’operazione veramente assurda», commenta con amarezza Mauro Lucianaz, sindaco di Arvier che si ripresenterà con la sua lista.
«È palese come non ci sia nessun interesse per il territorio, evidentemente si sfruttano chissà quali benefici può sfruttare il fatto di essere candidati o eletti in un Consiglio comunale».
Nessuna seconda casa, nessun parente, nessun legame di alcun tipo ad Arvier?
«Nulla, nessun legame».
L’amarezza di Lucianaz è soprattutto per il fatto che se questa seconda lista, ammesso che si trovino i tre sottoscrittori mancanti, riuscirà a racimolare almeno 5 voti validi (che potrebbero essere 5 voti di protesta), come riporta la legge elettorale, inserirà come minimo i due capilista in Consiglio comunale, togliendo spazio a due candidati di Arvier disposti a lavorare per il bene del paese.
«Forse è il caso di mettere mano alla legge elettorale», osserva Stefano Belli sindaco uscente e nuovamente candidato a Jovençan.
«Sono troppo poche 5 firme di sottoscrizione per liste», rimarca.
“Candidopoli” e “la banda dell’aspettativa”
Il modus operandi di queste persone ricorda molto quelle denunciate in passato da Striscia la Notizia e la Repubblica, con il caso eclatante di di Carbone, piccolo comune della provincia di Potenza, «dove un gruppo di poliziotti in servizio al reparto mobile di Reggio Calabria si era candidato per governarla. E, non avendo praticamente avversari, sono stati eletti. Peccato però che né candidato sindaco né i consiglieri erano mai stati una volta nel centro alle porte del parco del Pollino. Tanto che, il giorno dopo le elezioni, si sono immediatamente dimessi» riporta il quotidiano.
«Perché allora la candidatura? Per godere, probabilmente, dell’aspettativa elettorale di 30 giorni che, per legge, spetta a chi si candida. Repubblica ha ricostruito come lo stesso gruppo di persone si candidi praticamente ogni anno in centri diversi, applicando sempre lo stesso sistema. A farli scoprire, questa volta, però il fatto che sono stati addirittura eletti» si legge ancora nell’articolo.
«Il caso è finito anche in Parlamento con il segretario di Leu, Nicola Fratoianni. “Quanto hanno denunciato Repubblica e Striscia la notizia ha dell’incredibile. Mentre ci sono decine di migliaia di rappresentanti delle forze dell’ordine – spiega – che quotidianamente svolgono con serietà i propri compiti nell’interesse della collettività, bastano pochi furbetti per disonorare il loro impegno. Poiché è da anni, mi pare di capire, che questo giochetto funziona ora mi aspetto che il Viminale – conclude Fratoianni – prenda severi provvedimenti nei confronti di questi figuri, che c’entrano davvero poco con la polizia di Stato» conclude l’articolo di Repubblica.
La vicenda di Carbone sembra essere d’ispirazione per qualcun altro.
Il sindaco di Arvier ha allertato i carabinieri.
(erika david)