Siccità: alpeggi sotto monitoraggio; la testimonianza di Luca Elex, «carenza peggiore del 2022»
La siccità riduce in modo significativo il fieno da stoccare per l'alimentazione degli animali in inverno e limita la crescita di erba nei pascoli in alpeggio
Siccità: alpeggi sotto monitoraggio; la testimonianza di Luca Elex, «carenza peggiore del 2022».
Una riduzione così significative delle piogge rispetto alla media, come sta accadendo in questa estate 2025, comporta una carenza di acqua disponibile sia in superficie che nel sottosuolo, situazione che può indurre stress idrico nelle piante – fanno sapere dall’Ufficio Produzione Vegetali del Dipartimento Agricoltura.
Produzione agricola a rischio
Si tratta di uno squilibrio dovuto all’insufficiente disponibilità di acqua, con conseguenti danni alle strutture e alle funzioni vegetali.
Gli effetti si manifestano con appassimento e ingiallimento fogliare, fino alla morte della pianta. Scarse precipitazioni e alte temperature possono quindi compromettere la crescita delle colture, riducendo la produzione agricola e generando perdite economiche.
Meno fieno da stoccare
Dai foraggi, l’esempio più evidente: la siccità riduce in modo significativo la quantità di fieno da stoccare per l’alimentazione degli animali durante l’inverno oltre a limitare la crescita dell’erba nei pascoli in alpeggio, fondamentale per il sostentamento delle mandrie in quota.
Stagione in alpeggio e monitoraggio
In questo 2025, si è osservata una buona produzione di fieno, in particolare per il primo taglio; la scarsa pioggia e le temperature elevate stanno influenzando la stagione in alpeggio.
I tecnici dell’assessorato stanno monitorando gli effetti della siccità nelle aree più vulnerabili dove le situazioni di stress idrico possono avere ripercussioni sulle colture e sulla disponibilità di foraggio.
Una possibile conseguenza è il rientro anticipato a fondovalle di alcune mandrie di bovini per via della siccità che colora di giallo oro l’erba dei pascoli con un forte anticipo sui tempi della natura.
La preoccupazione comincia a farsi sentire tra gli allevatori valdostani.
La testimonianza di Luca Elex
La famiglia Elex: Luca con la moglie Lucrezia Caldera, i figli Emma e Filippo e Eclair, la preferita dell’alpeggio
Già nei giorni scorsi, su Gazzetta Matin, l’allevatore di Nus Luca Elex aveva lanciato l’allarme, parlando addirittura di una siccità peggiore del 2022, con una produzione di latte dimezzata rispetto allo scorso anno.
Luca Elex conduce l’alpeggio Veplace, situato a 1.830 metri nel vallone di Saint-Barthélemy.
«Per quanto mi riguarda sono molto preoccupato per le forte siccità di questo momento. È probabile che io sia obbligato a scendere a fondovalle con molto anticipo sulla stagione.
Da troppo tempo di pioggia non ne vediamo e questo ci spaventa, perché il caldo in alpeggio è atroce.
Dove si può bagnare lo facciamo con il sistema di irrigazione, ma fa troppo caldo e c’è sempre vento. Non sono queste le condizioni ottimali per la crescita dell’erba. Troppo secco – spiega l’allevatore -. Al di là del rischio di ritornare con 15 giorni di anticipo a Nus, dove abbiamo l’azienda di fondovalle, il danno più grave per noi è il grosso ammanco di produzione del latte.
Mungiamo meno della metà dello scorso anno già dallo scorso fine mese di luglio, questo vuole dire un calo allucinante di cui non ho memoria prima. Non so cosa stia succedendo in altre zone della Valle, ma a mio parere, la situazione di oggi è ancora peggiore della siccità del 2022 non è paragonabile a quest’anno».
(c.t.)