Aosta: Anpav e Avapa contro la gestione del canile: «è un carcere»
ATTUALITA'
di Elena Rembado  
il 16/09/2025

Aosta: Anpav e Avapa contro la gestione del canile: «è un carcere»

In place des Franchises, oggi pomeriggio, la protesta delle associazioni animaliste

Si è tenuta martedì 16 settembre nel cuore di Aosta, in place des Franchises, una manifestazione pubblica apartitica – «perché il benessere degli animali non ha bandiere, ma ha solo bisogno di buon senso» -dicono le associazioni promotrici Avapa e Anpav – per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione in cui versa il canile e gattile regionale, che non esitano a definire «un carcere».

Orari di uscita ridotti al lumicino

Lo slogan è Chi ama libera, chi ignora imprigiona.

In effetti, una delle principali critiche è la riduzione degli orari di libertà per gli ospiti pelosi, che sotto la precedente gestione potevano uscire per una passeggiata tra le 8 e le 19, dando la massima libertà di scelta ai volontari che si prestavano per una coccola o un giretto, mentre adesso la fascia oraria si è ridotta dalle 10.30 alle 16.30, impossibile da gestire per chi lavora.

Tre volontari di Avapa

Nessuna commissione di controllo

A più di 4 mesi dall’assegnazione del bando, inoltre, la commissione di controllo non è stata nominata.

Laura Verdura, presidente di Avapa, ricorda i 35 anni in cui l’associazione ha gestito il canile, dal 2008 al 2025 in forma del tutto gratuita.

Al bando regionale, da 1 milione e mezzo di euro per tre anni, nessuna delle associazioni ha partecipato, anche per disparità di vedute con la Regione su decisioni poco rispettose verso gli animali, e la gestione è stata affidata alla cooperativa toscana Il Melograno.

Laura Verdura e Paolo Canetto

Personale dimezzato e licenziamenti

«Avevo chiesto due mesi prima di metterci in contatto con il vincitore per fare un corretto passaggio di consegne, ma tutto questo è stato ignorato – aggiunge Verdura -. Hanno licenziato metà degli operatori, tra cui i nostri. Sono rimasti solo due della vecchia guardia.

Abbiamo chiesto che fossero mantenute le abitudini precedenti, di affidare per esempio sempre allo stesso operatore il cane, in modo che fosse rassicurato da una presenza nota, e così non è stato.

Ai tempi gestivamo 150 gatti e 210 cani, ora sono 20 gatti e 51 cani, ma con regole più restrittive. Stiamo aspettando da tre settimane un incontro con Il Melograno”.

Paolo Canetto, vicepresidente di Anpav, lamenta l’assenza di un comitato tecnico di controllo, con rappresentanti delle associazioni animali: «Doveva essere istituito a maggio e invece nulla».

«La relazione deve iniziare dai box»

«Non si riescono più a portare fuori gli animali e, anche quando questo avviene, se il volontario segnala comportamenti anomali del cane o del gatto, viene trattato male, come se disturbasse».

E, ancora, «se prima il volontario iniziava il rapporto con l’animale nel box, ora lo vede solo nel pre-ingresso e, se il cane si rifiuta di uscire perché non conosce l’accompagnatore, viene lasciato in gabbia.
E, quel che è più grave, Anpav ha sottoposto all’assessore Carlo Marzi 8 punti, senza purtroppo avere nessuna risposta».

(elena rembado)