Valgrisenche: Jago Walter, fiocco azzurro a Usellières dopo 76 anni
Jago Walter con mamma Chiara e papà Alessio
Persone e storie
di Francesca Arcaro  
il 24/09/2025

Valgrisenche: Jago Walter, fiocco azzurro a Usellières dopo 76 anni

I genitori del neonato sono i gestori della Maison Giasson che si trova nella frazione abbandonata nel 1952 insieme ad altri villaggi, per consentire la costruzione della diga di Beauregard

Valgrisenche: Jago Walter, fiocco azzurro a Usellières dopo 76 anni.

Fiocco azzurro a Usellières; la frazione abbandonata negli anni ’50 per la costruzione della diga torna a celebrare una nascita con Jago Walter Breda.

Fiocco azzurro il 30 luglio scorso

«Ovviamente è stata una decisione molto ponderata e siamo consapevoli che non sarà facile – racconta Alessio, papà del piccolo Jago Walter, nato il 30 luglio del 2025.

Chiara Motta,  classe 1986, originaria di Courmayeur, e Alessio Breda classe 1973, nativo di Varese, vivono a Valgrisenche dal 2016 e cinque anni fa hanno deciso di prendere in gestione Maison Giasson con attività di affittacamere e piccolo ristorante, in un luogo che è un autentico paradiso per lo sci alpinismo, l’eliski e il trekking. In estate si arriva in auto ma in inverno, Usellières si raggiunge con le ciaspole, scialpinismo o motoslitta.

Usellières, abbandonata nel 1952 per la costruzione della diga

La baita in cui vivono e lavorano si trova a Usellières, piccola frazione di Valgrisenche che fu abbandonata nel 1952 assieme ai villaggi di Sevey, Beaureguard, Supplun, Fornet, Chappuis e Surrier per la costruzione della diga di  Beauregard.

Furono trenta le famiglie costrette ad abbandonare la loro casa per lasciare posto al lago artificiale e poco prima dello sgombero, nel 1949, nacque l’ultimo bambino, figlio di quelle terre ormai quasi tutte sommerse, Mario Barrel.

Jago Walter è già un piccolo Kilian Jornet

«Quando abbiamo deciso di crescere il nostro bambino qui, in un luogo così remoto in molti ci hanno presi per pazzi – racconta emozionato papà Alessio -. Ma Jago Walter sta bene; Chiara ha trascorso la gravidanza a 1800 metri di quota e nostro figlio è già un piccolo Kilian Jornet.
Non soffre di mal di montagna né di problemi legati alla pressione, così nei giorni di riposo abbiamo potuto portarlo con noi nei rifugi vicini, anche oltre i 2000 metri».

Una scelta certamente controcorrente, che comporta non poche difficoltà.

Per raggiungere Aosta, dove si trova lo studio del pediatra, occorre un’ora e dieci in estate e in inverno, le ore, diventano quasi due, perché la strada da dicembre a maggio è chiusa al traffico fino alla località di Bonne.

«Quando Jago Walter inizierà la scuola, nei mesi freddi, dovremo essere come James Bond – continua scherzosamente Alessio – indosseremo la tuta da sci e scenderemo fino alla strada in motoslitta e poi, tolti i vestiti da neve, continueremo in macchina fino alla meta».

(francesca arcaro)

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