Lega, il generale Vannacci ad Aosta: «Con noi la Valle di nuovo maître chez soi»
Da piazza Roncas il vicesegretario federale della Lega ed europarlamentare chiude la campagna elettorale del partito. Duro l'attacco agli autonomisti (e alla sinistra)
«Vannacci premier!» hanno gridato i presenti in una piazza Roncas affollata, mentre il vicesegretario federale della Lega e europarlamentare Roberto Vannacci chiudeva con il suo comizio la campagna elettorale della Lega Vallée d’Aoste.
Applausi scroscianti hanno accompagnato le parole del generale, mentre una brezza frizzantina gonfiava le bandiere di partito.
Disposti nel consueto ventaglio, dietro al generale Luca Distort, Simone Perron, Andrea Manfrin, Paolo Sammaritani, Erik Lavy, Raffaella Foudraz, Sergio Togni, Sylvie Spirli, la segretaria del partito Marialice Boldi, e la senatrice Nicoletta Spelgatti.
Il generale Vannacci ad Aosta: attacco agli autonomisti
Sul palco, Vannacci ha lanciato alla folla una chiamata chiara: «Riprendiamoci la Valle d’Aosta!». Nel mirino gli autonomisti, alleati con il Pd soprattutto in Europa, accusati di non difendere più i valori, l’identità e l’autonomia valdostana.
Il generale ha puntato il dito contro le scelte di questi partiti in Europa che, secondo lui, riducono la sovranità degli Stati e, di conseguenza, quella della Valle d’Aosta.
«Chi si sta mangiando la sovranità nazionale — ha detto — è il Gargantua seduto sulla sedia della signora von der Leyen, che piano piano erode la capacità di ogni Stato di essere Maître chez soi».
E ha aggiunto: «Gli unici che hanno avuto a cuore la Valle — ribadendo la paternità della Lega sulla Legge Calderoli — sono quelli che hanno proposto leggi sulla montagna e l’autonomia differenziata».
Vannacci ad Aosta: Sicurezza, ordine e identità
Non sono mancati passaggi più duri sulla sicurezza: «Dicono che con i decreti sicurezza vogliamo terrorizzare i criminali? Si, vogliamo farlo! Tolleranza zero!», ha affermato ricordando le altissime percentuali di stranieri tra la popolazione carceraria.
«Sono stato nel quartiere Cogne – ha detto il generale – dove tantissimi nomi sui citofoni non sono più italiani». E ha proseguito: «Ci faremo in quattro per mettere ordine al quartiere Cogne. Chi non rispetta le nostre regole se ne deve tornare a casa!».
Il generale ha anche criticato le politiche urbane della città di Aosta, e la contestatissim apista ciclabile, che a suo avviso ha reso più difficile – per la riduzione dei parcheggi -raggiungere i negozi del centro storico.
«L’identità valdostana è anche quella di andare in bicicletta — ha scherzato — lo sapete no? Cinquant’anni fa chi faceva il militare non andava negli alpini, andava nei bersaglieri ciclisti!».
Ha infine sottolineato l’importanza dell’agricoltura locale come presidio delle radici identitarie della Valle.
Vannacci evoca San Michele Arcangelo: «Cacciamo il “demonio” dalla Valle»
Il generale non si è scomposto neanche di fronte all’errore sul calendario elettorale, prontamente corretto dal pubblico: «Ah, qui non si vota il 28 e 29 settembre come nelle altre regioni? Beh – ha driblato – l’analogia vale lo stesso!».
E ha chiuso il comizio con un richiamo simbolico: «Il 29 settembre è San Michele Arcangelo, protettore della polizia e dei paracadutisti, che ha ricacciato il demonio all’inferno. Allo stesso modo, noi cacceremo questa gente dalla Valle d’Aosta e ce la riprenderemo!».