July, Olly e la fisa di papà Flavio: Julien Boverod racconta i bagni di folla dei concerti estivi
Olly e Juli, Julien Boverod, con la fisa del papà Flavio
CULTURA, Musica
di Luca Mauro Melloni  
il 16/10/2025

July, Olly e la fisa di papà Flavio: Julien Boverod racconta i bagni di folla dei concerti estivi

Il musicista e produttore Julien Juli Boverod ha recentemente pubblicato con Olly il nuovo brano "Buon trasloco", dedicato al papà Flavio, che si aggiunge alla riedizione dell'album "Tutta vita"

«Da figlio di mio papà essere in tour con la sua fisa è qualcosa di folle». Julien Juli Boverod racconta le sensazioni legate al papà Flavio, scomparso nell’autunno 2024, vissute durante il tour sold out che lo sta portando insieme a Olly nei palazzetti italiani (Genova, Bologna, Milano, Roma, Napoli) dopo la doppia data all’Ippodromo di Milano.

«Se qualcuno mi sta guardando dai piani alti penso che mi ritenga pazzo. Nell’istante dello show in cui imbraccio la sua fisarmonica mi sento davvero fiero, non c’è tristezza. Non dico che si chiuda un cerchio perché io per primo non voglio chiudere il cerchio. Riuscire a portare avanti ciò che era suo, quando è andato via da un momento all’altro dopo aver costruito una vita e una famiglia, mi rende orgoglioso».

Buon trasloco

Nel frullatore di emozioni che hanno caratterizzato il 2025, tra la vittoria del Festival di Sanremo e le classifiche monopolizzate dai brani di Olly e Juli, si inserisce la repack dell’album Tutta vita (certificato lunedì per la quinta volta disco di platino), che contiene la delicata e emozionante Buon trasloco.

Il brano utilizza proprio la metafora del trasloco per narrare la scomparsa del padre di Julien.

«La canzone nasce da una mia esigenza di raccontare qualcosa per cui non trovi mai un modo adeguato di sfogarti. Non sai se sia giusto soffermarti a guardare le foto, i video, non sai se piangere o ridere, in qualche modo non sei mai sazio perché è un dolore con il quale devi imparare a convivere» racconta Juli.

«Perciò ho pensato che la musica in qualche modo potesse aiutare. Fede (Federico Olly Olivieri), riascoltando la prima versione della repack che non prevedeva Buon trasloco, mi ha detto “Abbiamo parlato di vita, di noi, di tutto, perché non parlare di qualcuno che non c’è più”. Per me è stato un regalo e il fatto che l’abbia scritta lui con mie idee, con miei appunti, è stato funzionale».

«È riuscito a crearla in maniera leggera. Non avendo il peso diretto del mio lutto non è stato troppo pesante, negativo e chiaro con le parole. Apprezzo che chi conosce la storia o chi ha vissuto qualcosa di simile possa commuoversi, ma a chi non ha vissuto questo dolore arriva una bella canzone. E io per primo non ci associo malinconia».

«La morte è vista come un tabù, non sai mai come parlarne, non sai come reagire, non sai come affrontarla fuori dalle frasi di circostanza. Sono fiero di poter portare la mia storia e mi sta piacendo che tanti che hanno vissuto qualcosa di simile si stiano sentendo capiti».

Prima e dopo l’Ippodromo

Accanto ai due artisti si muove una fanbase ormai enorme, straordinariamente partecipe e dai tratti trasversali.

«Aumenta a ogni settimana, ce ne rendiamo conto ai concerti con la varietà di persone. Osserviamo giovanissimi, giovani, adulti, gruppi di amici, si tratta di un movimento, di cui ci sentiamo parte, unito dalla musica».

Il picco numerico dal vivo è stato raggiunto con le 70mila persone radunate nei due live di inizio settembre a Milano.

Juli sul palco dell’Ippodromo di Milano

«Di sicuro per la nostra carriera c’è stato un prima e un dopo Ippodromo. È vero che ci ripetiamo spesso che non esistono traguardi o obiettivi perché bisogna sempre puntare ad altro e al meglio, ma io invece considero l’Ippodromo un traguardo. Da lì si riparte».

«Fino a maggio abbiamo suonato nei club con al massimo 3 o 4mila persone, lì nei abbiamo trovate dieci volte tante. Per arrivare pronti abbiamo lavorato molto, ci siamo adoperati sugli arrangiamenti, si è allargata la band».

Una volta messo piede sul palco, «lo show è durato 30 secondi, è volato. Forse è esagerato affermare che sembrava di essere come in sala prove, però ci siamo comportati tra noi come avevamo previsto».

«Poi alzavi lo sguardo e non vedevi nulla se non un mare di teste, una folla interminabile. È stata una botta emotiva incredibile e insieme un’assunzione di consapevolezza».

«Se dopo Sanremo abbiamo dovuto imparare a gestire le critiche, l’essere chiacchierati e molte altre novità, in quel momento ci siamo detti che nel nostro piccolo abbiamo vinto noi».

Anche i palazzetti, attraversati in queste settimane, «sono uno step di carriera importante, sono i nostri primi live in strutture del genere».

«Se fino a ora ci sono state ansie e insicurezze ad accompagnarci, se ci ha caratterizzato la smania di dimostrare quanto valiamo, la frenesia che sia tutto impeccabile, stavolta voglio godermi il tour con la coscienza di meritare quello che sta succedendo e di aver dimostrato di poter e saper stare in questa posizione. Successivamente vorrò, una volta concluso il tour, avere quegli attimi di lucidità da solo davanti alla tv in cui realizzare di avere vissuto a pieno e con merito un’esperienza indimenticabile».

Olly e Juli

“Bella davvero” e “Brutta storia”

Oltre al sodalizio con Olly, negli ultimi mesi sono state inoltre pubblicate nuove produzioni di Juli per nomi di assoluto rilievo come Ultimo (il singolo Bella davvero, certificato disco d’oro) o Emma (Brutta storia, brano pubblicato il 3 ottobre), ma questo genere di collaborazioni è per ora destinato a diminuire.

«Un po’ per scelta e un po’ per mancanza di tempo. Se fino a ieri l’impegno era al 100%, oggi ne serve il triplo, perché tutto viene visto e ascoltato da un numero sempre crescente di persone».

«Ad esempio dietro alle canzoni che abbiamo di recente proposto c’è un lavoro molto grande anche nella tipologia di produzione o nella ricerca di suoni. E pur avendo noi proposto sempre live articolati, pensati, costruiti, adesso la cura si è moltiplicata all’ennesima potenza. È sufficiente pensare che ho lavorato sulle date all’Ippodromo e nei palazzetti per circa tre mesi e mezzo».

Per Juli si tratta di un ulteriore passaggio.

«È una mia scelta di vita e artistica, relativa a un percorso mio e di Fede che va oltre le figure di cantante e produttore».

«Con Fede stiamo condividendo tutto quello che stiamo affrontando e c’è bisogno di un livello di attenzione massimo e una dedizione non quantificabile. Il nostro percorso è un qualcosa per cui vale la pena dedicarsi interamente dato che in qualche modo la vita ci ha premiato e ci sta dando tanto, quindi sembra corretto contraccambiare con alcune scelte e alcuni sacrifici».

«La vita ci ha dato la possibilità di fare ciò che abbiamo sempre sognato, vogliamo dedicarci il tempo giusto».

(luca mauro melloni)

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